Uno dei suoi thriller più divertenti e interessanti che non delude mai chi lo consiglia è quello di lasciare Netflix


Forse era la sua irregolarità, forse semplicemente il colore della pelle e i suoi temi razziali. Non sappiamo perché troppo spesso ci dimentichiamo di includere Spike Lee tra i grandi cineasti degli Stati Uniti degli ultimi decenni. Nominatelo senza vergogna insieme a Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Steven Spielberg, Paul Thomas Anderson o David Fincher.

Spike Lee sfruttò ed esportò nel mondo il cinema afroamericano, un lavoro che era iniziato con la stessa arte ma con minore popolarità di Charles Burnett. Lee non si è rifugiato solo nelle storie vere o nel tempo della schiavitù, ci ha raccontato di sé, del quartiere, dei ghetti, delle bande, della criminalità. Anche, ovviamente, della dignità, ma anche della difficoltà di ottenere giustizia solo con la pace e lontano dalla violenza. Il mitico Riposa al potereNO Riposa in pace. Basti ricordare il finale del suo mitico ‘Fai quello che devi’, esemplare dallo stesso titolo. O, ovviamente, il fatto che quando ha deciso di realizzare un film biografico non si è rivolto a Martin Luther King ma al più complesso, interessante e controverso Malcolm X.

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Ma Spike Lee non è solo un regista politico, è anche uno di quei cineasti cinefili che, senza abbandonare la propria personalità autoriale, amano giocare con i generi, per creare autentiche bombe di intrattenimento e freneticità. Sempre con Denzel Washington come compagno inseparabile, forse il miglior esempio del puro talento di Spike Lee dietro la macchina da presa è ‘Hidden Plan’.

Uscito nel 2006, il film sceneggiato da Russell Gewirtz è un thriller modello incentrato su una rapina in banca, ma con una storia che va ben oltre e coinvolge interessanti colpi di scena di intrighi finanziari. Denzel Washington interpreta l’ufficiale di polizia incaricato di condurre l’operazione contro la banda di rapinatori guidata da un personaggio interpretato da Clive Owen. L’ultima goccia in questo thriller, tuttavia, è Jodie Foster, una misteriosa broker inviata dal proprietario della banca, interpretata da Christopher Plummer. Un cast stellare, come potete vedere, di cui dobbiamo ancora nominare Willem Dafoe e Chiwetel Ejiofor.

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Con recensioni molto positive, anche se senza grande impatto agli Oscar come il resto della carriera di Spike Lee, chiunque direbbe che questo thriller sulle rapine è caduto nell’oblio. Pertanto, ora che abbiamo visto che ‘Hidden Plan’ lascerà Netflix il 1 luglio, ci è sembrata un’occasione imbattibile per consigliarlo a chiunque desideri guardare un thriller di qualità sulla piattaforma fino al 30 giugno (incluso). E comunque, rendendo un po’ di giustizia storica a un regista che non possiamo dimenticare tra i grandi.

Colpo alla testa di Rafael Sánchez Casademont

Rafael è un esperto di film, serie e videogiochi. La sua passione è il cinema classico e d’autore, anche se non se ne perde uno della Marvel o il successo del momento su Netflix per deformazione professionale. Ha anche il suo lato geek, come dimostra la sua specializzazione in anime, k-pop e tutto ciò che riguarda la cultura asiatica.

Per generazione, a volte deve scrivere dei successi musicali attuali, da Bizarrap a Blackpink. Ha anche il suo lato erotico, ma purtroppo si limita a selezionare le migliori serie e film erotici. Ma non si limita qui, poiché gli piace scrivere anche di gastronomia, viaggi, umorismo e meme.

Dopo 5 anni trascorsi a scrivere per Fotogramas ed Esquire, la verità è che ha già fatto un po’ di tutto, dalle interviste a star internazionali alle presentazioni sul cellulare o alle degustazioni di olio, insetti e, sì, se è fortunato, vino.

Si è formato in Comunicazione Audiovisiva presso l’Università di Murcia. Ha poi proseguito presso l’Università Carlos III di Madrid con un Master in Ricerca sui Media. Oltre ad iniziare un dottorato sulla rappresentazione sessuale nel film d’autore (che non portò mai a termine), ha anche studiato un master in critica cinematografica, sia all’ECAM che alla Scuola degli Scrittori. Prima si è fatto le ossa scrivendo sul blog Cinealacarbonara, ha continuato su media come Amanecemetropolis, Culturamas o Magnolia Magazine, e ha dedicato tutti i suoi sforzi alla rivista Mutaciones fin dalla sua fondazione.

Arriva ad Hearst nel 2018 ed è riuscito a ritagliarsi uno spazio nelle redazioni di Fotogramas ed Esquire, con cui continua a scrivere di tutto ciò che gli piace e di ciò che gli trasmettono (spesso coincide). Il suo buon o cattivo gusto (a seconda di come lo si guarda) lo ha portato anche ad avvicinarsi al mondo della gastronomia e dei videogiochi. Andiamo, gli piace divertirsi.

 
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