L’argentino ha sempre avuto una fascinazione per un giocatore del Boca Juniors.
Cesare Luis Menotti
Foto: Ronaldo Schemidt/AFP
Di:
Editoriale di Futbolred
5 maggio 2024, 22:59 M.
In effetti, il sistema di gioco dell’allenatore è stato utilizzato da molti allenatori nel corso degli anni, tra cui Pep Guardiola che ha riconosciuto in più occasioni di aver raccolto alcuni dei concetti lasciati dal defunto allenatore.
Menotti ha diretto grandi personaggi della storia come Mario Alberto Kempes ai Mondiali del 1978 o Diego Armando Maradona a Barcellona nei primi anni ’80.
Allo stesso tempo, ha potuto allenare anche alcuni calciatori colombiani come Faryd Mondragón, Jairo Castillo, Robinson Zapata, Jhon Jairo Tréllez tra gli altri.
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Tuttavia ce n’erano due con cui era sempre felice e che paragonava addirittura a giocatori che hanno vinto il Pallone d’Oro.
Il primo di loro fu proprio Faryd. Il colombiano arrivò all’Independiente nel 1995 quando aveva solo 25 anni e dovette lottare contro corrente per passare da giocatore medio a figura della squadra. Menotti è stato fondamentale nel portare Mondragón alla sua versione migliore.
Infatti, lo stesso Faryd in Win Sports ha ringraziato l’allenatore argentino per la fiducia accordata in quel momento poiché il suo grande livello lo aveva portato in Europa e a giocare i Mondiali del 1998 con la Nazionale colombiana: “Sono molto grato a ‘Flaco’ Menotti perché Non solo il 1996 è stato il mio anno migliore all’Independiente, ma nel 1997, in un periodo molto duro, mi ha sopportato, mi ha sopportato ed ero il suo portiere titolare e grazie a lui sono riuscito ad arrivare al Mondiale Coppa di Francia ’98 perché 3 mesi prima “ero fuori”
Un anno prima Menotti si era già innamorato di un giocatore colombiano. L’argentino cercava giocatori per il suo Boca Juniors e lì si interessò ad Andrés Escobar e Jhon Jairo Trellez.
In effetti, l’argentino aveva sentito parlare della grande proiezione di Ronaldo Nazario al Cruzeiro, ma preferì il colombiano e gli regalò il ’10’ del Boca, maglia leggendaria di quel club.
Le cose però non sono andate per Tréllez al Boca e infatti lo stesso giocatore lo ha espresso in dialogo con Infobae: “Ero in debito con il Boca, le cose non sono andate come pensavo. Menotti mi ha dato il numero 10, ma non ho fatto una bella prestazione. El Flaco era come mio padre, mi coccolava e mi capiva. Grazie ai tifosi sono diventato un convinto tifoso del Boca”.
Nonostante questo Menotti ha sempre sostenuto il colombiano: “È un ottimo giocatore. Di lusso, credo. Succede che è arrivato in un momento difficile. Non capiva perché la gente gli fischiava la prima palla che perdeva. Mi aspettavo un’altra accoglienza. È un giocatore che ha segnato 50 gol in Colombia ed è pronto per grandi cose. Il tempo dirà cosa potrà dare alla squadra”.