Maggiori dettagli sono emersi sui tre protocolli d’intesa firmati ieri a Tripoli durante la visita del primo ministro italiano Giorgia Melloni e di diversi ministri del suo governo, ricevuti dal primo ministro libico Abd Alhamid Aldabaiba con sede a Tripoli.
1-Un protocollo d’intesa in materia di sanità
i-Creazione di ospedali libico-italiani nelle città di Tripoli, Bengasi e Sebha
ii-Creazione di aziende manifatturiere farmaceutiche in Libia
iii-Invio di personale medico e paramedico libico in Italia per sviluppare le proprie competenze
iv-Formazione di un comitato congiunto per seguire l’attuazione dei termini dell’accordo
2-Un protocollo d’intesa nel settore della gioventù e dello sport
i-Beneficiare dell’esperienza italiana nella formazione dei quadri sportivi nazionali
ii-Cerchiamo imprese italiane per costruire 3 stadi in Libia
3-Un accordo nel campo dell’istruzione superiore e della ricerca scientifica
i-Cooperazione con centri di ricerca italiani nel campo dell’agricoltura
ii-Attuazione di programmi congiunti tra università libiche e italiane
iii-Aumento del numero di posti studenteschi con borse di studio
iv-Inviare laureati in lingua italiana a studiare in Italia
Commento: un MoU è semplicemente un MoU
Va tenuto presente che si tratta semplicemente di MoU, un’espressione di intenti da parte di due o più parti a fare qualcosa. Non sono contratti vincolanti e non impegnano alcuna delle parti in alcun modo.
I contratti per la costruzione di stadi sportivi, ospedali e fabbriche di medicinali, ad esempio, hanno bisogno di soldi. Il governo di Aldabaiba fatica a trovare denaro sufficiente per coprire i suoi impegni esistenti, tralasciando eventuali nuovi.
Ad esempio, il governo di Tripoli sta lottando per riavviare il suo accordo con IVECO per la sua compagnia statale di camion e autobus (TBO), che ha debiti con l’Italia.
Il governo di Tripoli fatica inoltre a finanziare il progetto dell’aeroporto internazionale di Tripoli, che ne sta rallentando l’attuazione.
Quindi, i MoU sono grandi espressioni politiche – ma devono essere intese per quello che sono.