Era noto l’editto con cui le società prepagate devono restituire i soldi agli affiliati: cosa dice

Era noto l’editto con cui le società prepagate devono restituire i soldi agli affiliati: cosa dice
Era noto l’editto con cui le società prepagate devono restituire i soldi agli affiliati: cosa dice

Il Tribunale federale civile e commerciale n° 3, presieduto da Juan Rafael Stinco, ha tenuto venerdì scorso la misura cautelare presentata dalla Soprintendenza ai Servizi Sanitari (SSS), con il quale si è stabilito che le rate prepagate aumenteranno dell’indice dei prezzi al consumo e, contestualmente, che le imprese dovranno restituire i soldi con sovrapprezzo agli affiliati.

Affinché quest’ultimo punto, in particolare, inizi ad avere efficacia, il SSS deve pubblicare un editto giudiziale sulla Gazzetta Ufficiale per due giorni consecutivi. Questa procedura avrà luogo a partire da questo giovedì, come confermato da fonti del SSS. E da lunedì ci sarà un termine di cinque giorni lavorativi affinché le società prepagate possano presentare il loro piano di rientro, che poi scadrà. Venerdì della prossima settimana. Nel frattempo, Clarion avuto accesso al contenuto dell’editto. Tra l’altro si dice quanto segue:

1) Concedere la misura cautelare e condannare gli imputati (N. de la R.: i prepagati) ad astenersi dall’effettuare aumenti dei contributi in tutti i piani previdenziali senza eccezione, e a retrocedere l’importo dei valori alle quote in vigore da dicembre 2023, che dovrà essere aggiornato secondo l’Indice dei prezzi al consumo predisposto mensilmente dall’Istituto nazionale di statistica e censimento.

2) Stabilire che nel caso in cui gli affiliati avessero pagato le fatture con gli aumenti lasciati nulli dalla presente decisione, la differenza risultante tra detto importo e il calcolo dell’aggiornamento fisso costituisce un credito a favore di ciascuno di essi.

3) Fissare un termine di cinque (5) giorni affinché ciascun Agente del Sistema Sanitario convenuto possa presentare un piano d’azione per attuare la restituzione monetaria ordinata al punto precedente, con l’avvertimento di adottare le misure necessarie per ottenere l’adempimento.

4) Disporre – a spese del ricorrente (N. di R: il SSS) – la pubblicazione della presente deliberazione mediante editti nella Gazzetta Ufficiale per un periodo di due giorni con dettagliate precisazioni.

5) Notificare la presente decisione all’indirizzo di posta elettronica che gli imputati hanno accertato presso la Soprintendenza ai Servizi Sanitari.

6) Stabilire che in questo caso non è necessaria alcuna presentazione giudiziale, per cui i privati ​​devono canalizzare i propri reclami e/o segnalazioni di inadempienza secondo le modalità comunicate dal Ministero dell’Industria e del Commercio della Nazione, canale che costituisce il mezzo più idoneo per questi scopi.

Gabriel Oriolo, attuale capo della Soprintendenza ai Servizi Sanitari.

7) Affinché i cittadini interessati possano presentare le loro denunce e richieste, il Segretario dell’Industria e del Commercio della Nazione ha incorporato i seguenti canali (è possibile chiamare il numero verde 0800-666-1518, il numero verde per la difesa dei consumatori, inviare il reclamo all’e-mail [email protected], oppure è possibile presentare reclami compilando il modulo disponibile sul sito www.argentina.gob.ar /defensadelconsumidor).

Ha segnato l’avvocato Valeria Carreras, che tratta diverse tutele dei pensionati contro le società prepagate una serie di obiezioni alla decisione giudiziaria: “Ordina il rimborso delle somme riscosse in eccesso in questi quattro lunghi mesi, attraverso Note di credito cioè sconti sulle tariffe da pagare. Non fornisce nessun aggiornamentoquesto è il importo nominale in comode rate, con conseguente perdita di una rata che aumenta a causa del tasso di inflazione”.

Ha aggiunto che “la cosa più grave è limitare l’accesso alla giustizia degli affiliati al servizio sanitario prepagato, poiché ordina che le richieste siano amministrative, che sono processi molto lunghi. Privare il diritto di reclamo è intollerabile. Non si tratta di una soluzione, ma piuttosto di una brutale battuta d’arresto in termini di diritti dei consumatori e dei cittadini”. Ha infine aggiunto che “ciò che non possono vietare è ricorrere alla giustizia penale in caso di disobbedienza da parte dei responsabili dei pagamenti anticipati”.

 
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