Ecco come l’intelligenza artificiale fa giornalismo

Ecco come l’intelligenza artificiale fa giornalismo
Ecco come l’intelligenza artificiale fa giornalismo

Vari media latinoamericani utilizzano strumenti di intelligenza artificiale (AI) per il loro lavoro quotidiano, dalla creazione di contenuti all’introduzione di presentatori virtuali quasi umani. L’intelligenza artificiale è utile a tutto: analizza l’impatto degli articoli sulle reti, prevede come verrà recepito un argomento dal pubblico, converte l’audio in testo, scrive notizie, traduce in tempo reale e crea persino immagini totalmente umane per ospitare programmi televisivi.

Stiamo parlando, ovviamente, di quell’eccezionale fenomeno tecnologico che comincia a diventare un elemento quotidiano anche nel giornalismo. I media sono riusciti ad assimilare l’impatto di questo sviluppo e a incorporarlo nel loro lavoro. E anche se al momento la penetrazione dell’IA in America Latina è più lenta del previsto, sono già diversi i canali televisivi, i giornali e i siti internet che utilizzano questi strumenti per velocizzare i processi.

Claudia Espinoza, coordinatrice giudiziaria del quotidiano salvadoregno La Prensa Gráfica, afferma che da due anni il team di giornalisti utilizza Pinpoint, “che aiuta a trascrivere, perché sento che la cosa più noiosa per un giornalista è trascrivere l’audio”. Pinpoint ricerca anche file audio e video, trasforma formati e consente di condividere informazioni con i colleghi. Anche se per ora ha un ma: “Ci sono parti che non sono trascritte bene e alla fine è necessario riascoltare l’audio per apportare correzioni”, dice Espinoza, che però apprezza il risparmio di tempo che ne deriva. l’utilizzo di questo mezzo.

Semplificare la vita

Il fact-checking è diventato, negli ultimi anni, una necessità vitale per il giornalismo. La proliferazione di notizie false, video manipolati, disinformazione e tutti i tipi di avvelenamento delle informazioni ha portato alla nascita di siti web dedicati a verificare cosa è reale e cosa non lo è. Tomás Martínez è il fondatore e direttore di Mala Espina, un sito cileno di verifica dei fatti di grande successo. Naturalmente anche l’intelligenza artificiale contribuisce con il suo granello di sabbia.

“Grazie alla Latam Chequea Alliance abbiamo accesso ad alcuni strumenti che contengono elementi di intelligenza artificiale, come Chequeabot del media argentino Chequeado”, afferma Martínez. “Inoltre, utilizziamo strumenti come Hive Moderation, che rileva le immagini realizzate con l’intelligenza artificiale, mentre Chequeabot seleziona frasi verificabili dai discorsi pubblici.” Secondo il giornalista l’intelligenza artificiale “serve a snellire i processi, perché leggendo i testi o trascrivendoli automaticamente, la selezione dei contenuti diventa più produttiva”.

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Mariano Blejman è un esperto di data journalism e ha lavorato a un progetto per il quotidiano argentino Página 12, in cui l’intelligenza artificiale ha avuto un ruolo determinante. Lo stesso, descrive lo specialista, “consisteva nel poter prevedere il successo delle storie, il che permette ai giornalisti di generare contenuti con una certa certezza che ciò che viene prodotto funzionerà”.

Per fare questo, Blejman continua la sua spiegazione, “lavoriamo con i dati dei media, costruiamo un modello e generiamo report per sapere se il modello funziona”. Chiarisce inoltre che “ha sviluppato strumenti che permettono di individuare persone ed entità in tempo reale in immagini e video”, un’alternativa “che semplifica notevolmente il lavoro di giornalisti, archivisti e fotografi”.

Presentatori virtuali

“In tutto il settore c’è una rivoluzione con l’uso dell’intelligenza artificiale. Nella stragrande maggioranza viene utilizzata per l’efficienza dei processi, il flusso di lavoro, per la semplificazione, il rilevamento di entità, le trascrizioni, le interpretazioni di testi, i suggerimenti di articoli, ecc. “Aggiunge Blejman nella sua analisi , senza mancare di sottolineare che l’intelligenza artificiale è utile anche “per sapere di cosa si parla sui social network, quale è il titolo migliore per un articolo, cercare bibliografia, scrivere note e persino generare immagini”.

Tuttavia, il fenomeno dell’intelligenza artificiale non si riduce solo alle capacità e alle virtù che possono sviluppare, ma anche all’universo di possibilità virtuali che genera. In questo senso, qualcosa di molto più sorprendente della “costruzione” o dello sviluppo dell’intelligenza artificiale è la creazione di avatar. E in America Latina ci sono esempi da evidenziare.

Uno di questi è CLARA, il presentatore virtuale sviluppato dall’Università di Guadalajara, in Messico, per il Canale 44 di quella casa di istruzione superiore. Nello stesso paese, il gruppo Formula ha Nat. E in Cile, Canal 13 ha sviluppato Arielle, che si occupa di ospitare 13 Festival, un segnale FAST (TV in streaming gratuito). È stato realizzato con l’applicazione Synthesia e ha avuto un’ottima accoglienza da parte del pubblico, secondo Christian García, responsabile dell’area nuovi segnali di Canale 13.

E anche se l’idea era quella di utilizzare gli avatar solo al 13 Festival, “il buon risultato del prototipo ci fa pensare di estenderne l’uso ad altri segnali della stessa piattaforma 13Go”, spiega García, nel cui dipartimento si utilizzano anche strumenti di intelligenza artificiale per modificare video, “principalmente per trascriverli e sottotitolarli”. Da parte sua, Valeria Groisman, esperta argentina in nuove tecnologie, ritiene che “è meraviglioso poter assistere a questo momento dirompente e stimolante nella storia del giornalismo”, anche se si chiede quanto saranno accettati questi avatar dal pubblico di massa.

“Non lo sappiamo ancora, resta tutto da vedere”, afferma Groisman, sottolineando allo stesso tempo come l’intelligenza artificiale si stia “insinuando lentamente nei nostri televisori”. Ci sono canali di informazione, dice, “che già fanno interviste con la realtà aumentata, come il canale argentino Telefe, e altri che la usano per collocare il giornalista in scenari che riproducono luoghi reali, come un tornado o un’alluvione”. Per non parlare della “gamification”, che permette agli utenti di lasciarsi coinvolgere dalle notizie e proporre anche soluzioni ai problemi sollevati.

Questa nota è la continuità di un recente lavoro dell’autore su questo argomento, “Giornalismo e intelligenza artificiale: dov’è l’America Latina?”, pubblicato da Diario El Litoral il 20 maggio 2024. Versione originale di Deutsche Agency Welle. (**)

Parola che deriva dalla parola inglese gamification, che è l’applicazione di principi ed elementi del gioco – ecco perché la radice è gioco – in un ambiente di apprendimento con lo scopo di influenzare il comportamento, aumentare la motivazione e promuovere la partecipazione degli studenti.
#Argentina

 
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