Hanno assolto i tre agenti di polizia accusati di essersi ribellati al governo nel dicembre 2013

Erano arrivati ​​al processo i sergenti di polizia Fabricio Javier Abasto, Claudio Marcelo Patiño e Mauricio Miguel Pagani accusati del reato di sedizione, mentre l’autista dell’autobus e giornalista Alberto Martínez era stato accusato come autore dei delitti di minacce E istigazione a delinquere. L’accusa è stata sostenuta dal procuratore generale Martín Suárez Faisal, che all’epoca delle accuse aveva trasformato l’accusa contro gli agenti di polizia nel reato di violazione dei doveri del pubblico ufficiale.

Mercoledì si è svolto il processo presso il Tribunale Federale Orale di Santa Fe, durante il quale sono state ascoltate le testimonianze degli ex ministri Raúl Lamberto, della Sicurezza, e Rubén Galassi, del Governo e Riforma dello Stato. Ha testimoniato anche Rafael Grau, responsabile dell’Unità Regionale I, e sono state presentate diverse testimonianze scritte, tra cui quella dell’ex arcivescovo di Santa Fe, José María Arancedo, che aveva presieduto il Tavolo di Dialogo nei momenti più critici della il conflitto. .

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Il tribunale ha assolto all’unanimità gli agenti di polizia e ha condannato solo Martínez per minacce

Maiquel Torcatt/Aire Digital

Tre assoluzioni e una condanna

I giudici Escobar Cello, Lauría e Dilario hanno deciso all’unanimità di assolvere i tre agenti di polizia e di condannare Martínez solo per il reato di minaccia. Le motivazioni della sentenza saranno rese note il 25 giugno a mezzogiorno.

Al termine della lettura della sentenza, l’avvocato difensore di Pagani, Patiño e Abasto, Luis Blanco, è intervenuto al cellulare AIRE presente nella Corte Orale Federale e ha spiegato che l’assoluzione dei giudici è avvenuta nel quadro della legge costituzionale diritto che stabilisce che nessuno può essere processato due volte per lo stesso reato. Il fatto è che gli agenti di polizia avevano già avuto un processo presso la giustizia provinciale per il reato di inottemperanza, in cui furono anche licenziati e il caso fu archiviato.

Nelle argomentazioni, il pubblico ministero Suarez Faisal aveva chiesto una condanna a due anni di effettiva esecuzione per Pagani, Patiño e Abasto per questo reato di inadempimento dei doveri di pubblico ufficiale, tralasciando l’accusa iniziale di sedizione: “Durante tutto il processo pensavo che saremmo finiti per accusare di sedizione, c’erano molti elementi che permettevano di escludere che qui, in senso tecnico, ci fosse stata una rivolta contro il governo per ottenere un vantaggio. E in campo penale casi è così, che non è “Rientra nella categoria criminale, non esiste”.White ha spiegato.

Intanto Martínez è stato condannato a tre anni di carcere con condizionale per il reato di minacce, per una serie di messaggi che aveva inviato al cellulare dell’allora governatore Antonio Bonfati, ed è stato assolto per il reato di istigazione a delinquere.

VIDEO ► ​​Il verbale della sentenza e la parola dell’avvocato difensore Luis Blanco

Rivolta della polizia

L’inizio del caso risale al 10 dicembre 2013, con una denuncia presentata dall’allora Procura della Repubblica Pablo Saccone. La lettera riportava diverse situazioni verificatesi nelle strade di Santa Fe e Rosario: “gruppi di più di dieci agenti di polizia sono armati e in stato deliberativo, senza svolgere i loro compiti, chiedendo al governo di aumentare i loro salari sotto la minaccia di non rispetto dei loro obblighi”, e ha aggiunto che lo hanno fatto con piena consapevolezza dello stato di indifesa in cui si trovavano i cittadini.

Situazioni simili si sono verificate in altre province del territorio nazionale: Córdoba, Entre Ríos, Jujuy, Neuquén e Buenos Aires. La denuncia di Saccone precisa inoltre che il personale di polizia armato che ha guidato la protesta ha utilizzato i cellulari delle forze dell’ordine per dare seguito alle loro richieste.

L’indagine è stata condotta in diversi casi dai procuratori federali numero 1 e numero 2, fino a quando nel 2018 si è conclusa ed è stato necessario il rinvio a giudizio.

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Un’immagine della protesta: la polizia blocca con i cellulari l’ingresso del Palazzo del Governo di Santa Fe

A Martínez è stato attribuito il merito di aver istigato gli agenti di polizia alla ribellione, attraverso pubblicazioni sul sito web di Apropol, social network e messaggi privati. Questo gruppo non ha un riconoscimento ufficiale ed è composto da agenti di polizia attivi e in pensione, e dal 3 dicembre 2013 ha realizzato pubblicazioni come “È tempo di sciopero della polizia a Santa Fe”, “La protesta della polizia è iniziata” , “”Protesta e assemblea”.

Dall’inchiesta è emerso che Martínez aveva inviato messaggi anche al telefono del governatore, accusandolo di essere un “pagliaccio, sfruttatore e schiavista della polizia”.

Nel frattempo, i tre sergenti sono stati accusati del reato di “sedizione”, cioè di “aver preso le armi contro il potere esecutivo della provincia, tra il 6 e il 10 dicembre 2013, per estorcergli qualche misura o concessione”. Nello specifico, la polizia è stata accusata di aver agito come coordinatore e negoziatore delle seguenti azioni: una manifestazione davanti alla sede dell’URI, nella parte sud della città, in cui hanno bloccato le porte dell’unità, sgonfio pneumatici di telefoni cellulari polizia, hanno interferito con il servizio di emergenza 911 e hanno lasciato ingiustificatamente i loro luoghi di lavoro.

 
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