I capibanda chiedono a Federico Gutiérrez di unirsi al tavolo di Paz Urbana

I capibanda chiedono a Federico Gutiérrez di unirsi al tavolo di Paz Urbana
I capibanda chiedono a Federico Gutiérrez di unirsi al tavolo di Paz Urbana

20:30

I leader delle bande della Valle dell’Aburrá, che un anno fa formarono un tavolo con il Governo nazionale con il quale cercavano di intraprendere un processo di pace urbana, chiedono ora indizi affinché il Il governo di Medellín si unisce a questi approcci.

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La richiesta è stata resa pubblica durante un’udienza pubblica del Congresso tenutasi ieri a Medellín, alla quale hanno partecipato deputati, capibanda, dignitari governativi e leader locali per discutere i progressi e i problemi che questa iniziativa comporta.

A nome del Comune di Medellín, tra i partecipanti c’era l’assessore Claudia Carrasquilla, che ha rivelato la richiesta senza precedenti: “Vogliono che l’amministrazione comunale, in questo caso io come consigliere e che presieda la commissione accidentale di monitoraggio della pace urbana, Ascoltiamoli e comprendiamo l’approccio che hanno per fornire una soluzione alla pace di cui c’è bisogno a Medellín. “Ho chiarito loro che non rappresento il sindaco, che faccio semplicemente parte di una commissione accidentale”, ha detto.

Anche se ieri sia i capibanda che i rappresentanti del governo nazionale hanno affermato che la loro volontà di pace rimane, la verità è questa Dopo un anno di trattative non è stato ancora annunciato alcun accordo concreto. e c’è nell’aria la sensazione che il tempo abbia già cominciato a diventare un fattore contro di noi.

Sebbene i punti discussi continuino a rimanere riservati, l’ostacolo principale continua a essere la mancanza di un quadro giuridico che regoli la presentazione dei leader e che per ora non è altro che un disegno di legge.

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Nel finale di questa discussione si affrontano questioni come la sorte dei beni in possesso dei leader sottomessi, come questi verranno utilizzati per risarcire le vittime e altre questioni più delicate come quella del “Punto Finale”, in quello in cui i leader cercano di unire i loro casi in uno solo.

Jorge Mejía, uno dei facilitatori governativi che guidano questi approcci, ha approfittato della giornata per fare il punto, sostenendo che la volontà di dialogo resta salda.

Da parte sua, Freiner Alfonso Ramírez García, alias Carlos Pesebre, ha sottolineato che le strutture continuano con l’intenzione di raggiungere un accordo con il governo dopo un anno.

“Il nostro equilibrio sono i nostri atti di pace. La volontà di pace delle strutture continua ad essere ratificata. Sebbene ci siano stati ostacoli riguardo alla questione dell’Alto Commissario, c’è anche una volontà ferma da parte del governo.

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Continueremo così, non è una strada facile”, ha detto Ramírez García, aggiungendo che da questo spazio si cerca di coinvolgere più settori politici nel processo. Questa lettura è stata condivisa da altri leader che hanno partecipato all’incontro, come è stato il caso di Sebastián Murillo Echeverry, alias Lindolfo.

Sebbene la consigliera Carrasquilla sia rimasta cauta nel riferirsi alla sorte della richiesta dei capibanda, la strada sembra già in salita, dato che una delle voci più critiche proprio verso questi approcci è stato il sindaco Federico Gutiérrez.

Il 10 marzo, in dialogo con EL COLOMBIANO, Gutiérrez ha proposto che questi dialoghi possano essere una porta per il rafforzamento di queste strutture illegali.

“Nuotiamo nella droga in tutto il paese e Medellín non fa eccezione, perché dobbiamo tenere conto della mappa criminale del paese. Queste strutture che hanno sede nell’area metropolitana non sono semplici bande, sono strutture della criminalità organizzata, ereditate dai tempi di Pablo Escobar. Le strutture criminali devono essere sconfitte, perseguite e deve essere applicata la confisca dei domini. Le catture non bastano, dobbiamo ridurle finanziariamente, perché maggiore è il potere finanziario, maggiore è il potere militare”, ha detto il sindaco.

 
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