La Corte ha condannato lo Stato a pagare una somma di un milione di dollari all’ex ministro Arturo Aguirre

La Corte ha condannato lo Stato a pagare una somma di un milione di dollari all’ex ministro Arturo Aguirre
La Corte ha condannato lo Stato a pagare una somma di un milione di dollari all’ex ministro Arturo Aguirre

15 giugno 2024 – 01:10

Con sentenza divisa, la Corte di Giustizia ha condannato lo Stato provinciale a pagare una somma di un milione di dollari all’ex ministro della Sanità ai tempi del Fronte Civico e Sociale, Arturo Aguirre, per non aver potuto assumere l’incarico di deputato . La risoluzione della Corte Suprema qualifica come “illegale” la decisione della Camera dei deputati della provincia di aver impedito ad Aguirre di assumere il suo seggio nel dicembre 2011.

La sentenza, sebbene sia la risoluzione di una lunga controversia legale tra Aguirre e la Camera dei Deputati, può essere analizzata dalla Corte Suprema di Giustizia della Nazione.

La battaglia giudiziaria di Aguirre risale alla sessione preparatoria della Camera dei Deputati nel dicembre 2011. In quella sessione plenaria, avrebbe dovuto assumere il suo seggio di deputato, ma la Commissione dei Poteri dell’organismo ne sospese l’assunzione a causa di un processo giudiziario che aveva avuto luogo avviata contro il leader radicale per una denuncia di irregolarità nell’acquisto di farmaci oncologici. Sei mesi dopo e dopo un’ingiunzione della Giustizia per risolvere la questione, la Camera dei Deputati ha respinto i documenti di Aguirre.

L’ex direttore dell’OSEP ha quindi avviato una denuncia per danni contro lo Stato davanti alla giurisdizione civile. In primo grado, nel 2021, la causa è stata accolta e lo Stato Provinciale è stato ritenuto responsabile, stabilendo il risarcimento del danno morale e del lucro cessante. Avverso tale delibera la Camera dei Deputati (imputata) ha proposto ricorso, sulla base del fatto che non spettava al giudice analizzare le decisioni assunte dall’organo.

La Corte d’Appello di Prima Nomina ha parzialmente accolto il ricorso dell’imputato, rilevando che, essendo stato respinto il suo titolo, l’attore non ha ottenuto una previa dichiarazione di illegittimità dell’atto. In questo senso ha ridotto l’importo del risarcimento del danno morale e ha revocato il lucro cessante.

Aguirre ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Giustizia, presentando ricorso per cassazione. La Corte Suprema ha parzialmente revocato la risoluzione impugnata con i voti dei giudici Miguel Figueroa Vicario, Fernanda Rosales Andreotti, José Ricardo Cáceres, Fabiana Gómez e Anabella Cadó. Da parte loro, i giudici Verónica Saldaño e Ana Laura Voget si sono pronunciati a favore del rigetto del ricorso di Aguirre.

Nel suo voto, Figueroa Vicario (cui aderirono poi la maggioranza dei ministri della Corte), avvertì che la Camera dei Deputati si arrogava poteri giurisdizionali stabilendo che l’accusa penale comporta l’incapacità giuridica di assumere l’ufficio di legislatore, quando il giudice provinciale La Costituzione stabilisce che la legge considera innocenti coloro che non sono stati dichiarati colpevoli con sentenza. In questo contesto, avverte che quando il titolo di deputato di Aguirre non è stato approvato, non vi è stata alcuna sentenza che lo dichiarasse colpevole. “Al momento della mancata approvazione del titolo dell’attore, non vi era alcuna sentenza che lo dichiarasse colpevole; infatti, egli è stato successivamente licenziato giudizialmente e amministrativamente, il che sancisce l’arbitrarietà di quanto deciso sulla non approvazione del titolo ”, ha evidenziato il magistrato nel suo voto.

Successivamente ha considerato “arbitrario” e “illegale” l’operato della Camera dei Deputati, “considerando il denunciante moralmente indegno di ricoprire la carica”.

Compensazione

Con la sua sentenza, la Corte ha riconosciuto le voci risarcitorie pretese dall’ex ministro. In questo senso, per quanto riguarda il danno morale, è stato fissato a 2.000.000 di dollari, più gli interessi del tasso attivo fissato dal Banco de la Nación Argentina, dalla data dell’emissione della sentenza di primo grado, fino alla data del suo pagamento in contanti.

Per quanto riguarda il danno materiale, esso è stato adeguato alle indennità che Aguirre ha smesso di percepire a causa della frustrazione causata dalla decisione della Camera. Tuttavia, ha affermato che per quanto riguarda la dieta, dovrebbe riguardare solo il concetto di remunerazione, senza benefici aggiuntivi che implicano benefici aggiuntivi. In questo senso si distingue due fasi: la prima tra la data della sessione preparatoria (8 dicembre 2011), fino alla sessione ordinaria del 6 giugno 2012, che risolve il rigetto del titolo di Aguirre, nella quale riconoscerà il compenso a 100%. La seconda fase prevede dalla data di rinuncia al titolo di deputato fino al completamento delle legislature 2012 e 2013 nella misura del 25%, attenta alla “probabilità oggettiva” di poter ottenere risorse economiche in tempi più che ragionevoli, per aver una laurea professionale.

Si è infine stabilito che le somme da pagare fossero subordinate alla fase di esecuzione della pena.

#Argentina

 
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