Articolo dell’ambasciatore venezuelano in Cile: L’alba che vediamo e viviamo

Articolo dell’ambasciatore venezuelano in Cile: L’alba che vediamo e viviamo
Articolo dell’ambasciatore venezuelano in Cile: L’alba che vediamo e viviamo

I fronti che l’Occidente ha aperto contro Russia, Iran, Palestina, Cuba e Venezuela costituiscono chiare manifestazioni di un pregiudizio geopolitico radicato nei concetti e nelle azioni, avvicinando il mondo a una situazione attuale pericolosa che sfocia in una pericolosa crisi alimentata da atteggiamenti egoistici e minacciosi. visioni politiche contro le nazioni rinnegate per accettare questo mondo progettato per garantire l’egemonia del capitale contro il diritto a vivere in pace.

Arévalo Méndez. Ambasciatore del Venezuela in Cile. Santiago. 17/06/2024. Se una solida struttura BRICS si consolida economicamente. Se riuscirà a raggiungere lo scopo razionale, possibile e necessario di sostituire il dollaro come valuta egemonica, entreremo senza dubbio in un mondo che, se non del tutto diverso da quello attuale supervisionato da Washington, un mondo vilmente trattato dal governo sistema capitalista unipolare e unicentrico, risveglia quantomeno l’entusiasmo che dà senso al motto di un altro mondo possibile.

Se i paesi BRICS riusciranno a gettare le radici di un progetto condiviso, recuperando e costruendo la piena sovranità sulle risorse naturali, cooperando tra loro, senza imposizioni o neocolonialismi, questa, la nostra generazione avrà la soddisfazione di aver visto e vissuto una situazione definitivamente rivoluzionaria. era.

Con risorse naturali, comprensione, intelligenza, desiderio di progresso e sovranità, i BRICS offriranno all’umanità l’opportunità tanto attesa.

E se l’Occidente non accetta questa nuova realtà e cerca di entrare in conflitto per riportarci nei suoi domini, la reazione sarà ovvia. Anche perché non pensare a un nuovo sistema di multilateralismo costruito da e per il mondo in via di sviluppo.

Una nuova ONU? È possibile? Guardando l’attuale contesto geopolitico, generare una forza economica, politica, sociale e tecnologica multicentrica e multipolare sarà molto difficile se l’ONU rimarrà intrappolata nell’idea di un sistema insormontabile sotto l’egemonia di Washington e dei suoi stati aggiunti.

L’Occidente ovviamente non accetterà un cambiamento così radicale. Le economie provenienti dall’accumulazione per esproprio si ribelleranno e prenderanno le armi, la storia grida e ci mette in guardia.

I fronti che l’Occidente ha aperto contro Russia, Iran, Palestina, Cuba e Venezuela costituiscono chiare manifestazioni di un pregiudizio geopolitico radicato nei concetti e nelle azioni, avvicinando il mondo a una situazione attuale pericolosa che sfocia in una pericolosa crisi alimentata da atteggiamenti egoistici e minacciosi. visioni politiche contro le nazioni rinnegate per accettare questo mondo progettato per garantire l’egemonia del capitale contro il diritto a vivere in pace.

Non è possibile pensare ad un mondo in cui l’Umanità sia più umana se si parte proprio da queste premesse usamerican dell’inevitabile conflitto tra civiltà condito da concetti crudeli e virulenti come quello della presunta “eccezionalità” di una nazione e la prevalenza dell’”esempio” che ci troviamo di fronte con Hiroshima e Nagasaki.

 
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