Questa è stata la strategia affinché il progetto restasse vivo per essere dibattuto nella prossima legislatura

Questa è stata la strategia affinché il progetto restasse vivo per essere dibattuto nella prossima legislatura
Questa è stata la strategia affinché il progetto restasse vivo per essere dibattuto nella prossima legislatura

Questo martedì, il Commissione della Settima Camera ha approvato nel primo dibattito il progetto di riforma del lavoro. In questo modo l’iniziativa resta viva per essere elaborata nella prossima legislatura. Se non fosse stato approvato prima del 20 giugno, il testo sarebbe stato accantonato per non aver avuto un solo dibattito durante l’intera legislatura.

Secondo i criteri di

Fino a due settimane fa si riteneva che questo progetto fosse destinato a naufragare perché il suo primo dibattito non si era concluso e non erano stati raggiunti accordi per sbloccare la discussione, rimasta bloccata nel capitolo sui diritti collettivi. Alla fine però gli accordi ci sono stati.

In esclusiva, il ministro degli Interni, Luis Fernando Velasco, ha annunciato in un’intervista a EL TIEMPO, 15 giorni fa, che si era deciso di sacrificare buona parte degli articoli sui diritti collettivi per lasciare in vita le questioni. come il supplemento notturno dalle 7 di notte, maggiore stabilità lavorativa, garanzie per il lavoro su piattaforme fisiche e altri temi su cui c’è stato ampio consenso in Aula. Così è andata.

Buona parte dei diritti collettivi sono stati eliminati o modificati e in questo modo si è sbloccata la discussione. A poco a poco, i restanti articoli sono stati discussi e approvati fino ad arrivare questo martedì, due giorni prima della scadenza per approvare la riforma del lavoro.

364 giorni fa il governo ha subito una delle sue prime sconfitte perché il 20 giugno è stato necessario accantonare la riforma del lavoro senza nemmeno un dibattito.

Foto:Cesare Melgarejo. TEMPO

La strategia era quella di programmare la sessione all’inizio della giornata e di tenerla fino a poco prima di mezzogiorno. In quelle brevi strisce gli articoli meno discussi furono epurati fino ad arrivare a quelli di diritto collettivo, che furono i più controversi. Alcuni furono eliminati, altri modificati e in altri ancora prevalsero le maggioranze a sostegno del governo.

Martedì sono stati discussi gli ultimi articoli della presentazione e sono stati approvati altri sei articoli.

In totale sono stati 81 gli articoli approvati e 24 eliminati. Mai prima d’ora in questo governo un progetto esecutivo ha subito così tante modifiche come in questo progetto.

“Non posso nascondere la gioia che provo. Ci è voluto un anno e tre mesi da quando è arrivato il primo progetto,” sono state le parole di María Fernanda Carrascal, relatrice rappresentativa del progetto. Ha inoltre sottolineato il ruolo che ha avuto nel progetto la Ministra del Lavoro, Gloria Inés Ramírez. “Nessun progetto va a buon fine,” ha detto Carrascal per celebrare l’accordo raggiunto.

“È nel dibattito calmo e sereno che tutte le iniziative che abbiamo dato l’opportunità di portare avanti, sono scommesse per il Paese. Voglio ringraziarvi per il modo in cui avete condotto il dibattito. Sempre con garanzie”, ha detto Il ministro Ramírez.

“Voglio sottolineare il consenso che si è creato sui diritti collettivi (…). La Colombia non può essere un paese paria nell’OCSE”, ha aggiunto l’architetto del progetto.

Cambiamenti da un anno all’altro

364 giorni fa il governo ha subito una delle sue prime sconfitte perché il 20 giugno è stato necessario accantonare la riforma del lavoro senza nemmeno un dibattito. A quel tempo, la strategia degli oppositori del progetto era quella di rompere il quorum per non avanzare mai nemmeno un articolo del progetto.

Allora il deputato Carrascal, relatore del progetto, insisteva allora che l’iniziativa poteva essere discussa in maniera extra, il che non era vero. Il testo è crollato e ha dovuto essere ripresentato con alcune modifiche agli articoli.

Al momento del deposito si pensava che il testo di riforma avrebbe avuto ancora una volta la stessa sorte del suo predecessore. Tuttavia, non lo era. Sono state apportate modifiche sufficienti per raggiungere accordi in seno alla Settima Camera.

Nel primo dibattito della Commissione VII della Camera dei Rappresentanti è stata approvata la riforma del lavoro. Erano presenti al dibattito Gloria Inés Ramírez, ministro del Lavoro, e Jaime Dussan, direttore di Colpensiones.

Foto:César Melgarejo / El Tiempo

Ora il testo dovrà passare alla seduta plenaria della Camera e poi passare attraverso i suoi due dibattiti al Senato. Avete tempo fino al 20 giugno del prossimo anno per il vostro dibattito.

Tuttavia, giocherà in un ambiente ostile nell’altra società. In primo luogo, la Settima Commissione del Senato è stata quella che ha affondato la riforma sanitaria. Tutto fa inoltre pensare che il presidente del Senato sarà il conservatore Efraín Cepeda, il quale si è dichiarato contrario al progetto.

Il governo di Gustavo Petro sa già cosa vuol dire avere un presidente contrario a un progetto, dato che Ivan Name ha accantonato per diversi mesi la riforma delle pensioni e ha accorciato i tempi del dibattito alla Camera. Anche il passaggio al desk it, accettando il testo già approvato, è stato dovuto al rischio che il capo del Senato non calendarizzasse la conciliazione.

REDAZIONE POLITICA

 
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