All’evento per la Bandiera, Milei ha nuovamente chiesto la firma del Patto il 9 luglio

Giovedì 20/06/2024

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Ultimo aggiornamento 13:04

Una forte operazione di controllo ha ricevuto il Presidente Javier Milei presso il Monumento alla Bandiera che si trova nella città di Rosario, dove questo giovedì è stata commemorata la Giornata Nazionale della Bandiera della Patria con un evento che ha avuto una notevole affluenza di popolo e che è tornato ad avere la presenza di un leader nazionale: l’ultima volta è stata nel 2017, durante il governo di Mauricio Macri.

Lì il Presidente, accompagnato dalla Segretaria Generale Karina Milei, è stato ricevuto dal governatore di Santa Fe Maximiliano Pullaro e dal sindaco della città ospitante, Pablo Javkin, che hanno condotto l’evento in una cornice imponente: quella offerta dal Monumento situato sulla sul bordo del fiume Paraná, e in una giornata fresca ma imbattibile.

Dopo le 9 erano già presenti la vicepresidente Victoria Villarruel, applaudita al suo arrivo, e il gabinetto nazionale quasi al completo. Milei sarebbe dovuto arrivare in provincia con i ministri della sua squadra e infatti c’era la responsabile del Capitale Umano, Sandra Pettovello; degli Affari Esteri, Diana Mondino; della Sanità, Mario Russo; di Giustizia, Mariano Cúneo Libarona; della Difesa, Luis Petri; della Sicurezza, Patricia Bullrich, e il Capo di Stato Maggiore, Guillermo Francos. Il capo dell’Economia, Luis Caputo, non era della partita.

Insieme a loro c’era il presidente della Camera dei Deputati, Martín Menem, un elemento chiave del gruppo partigiano che La Libertad Avanza sta sviluppando in tutto il paese e che un paio di settimane fa è passato, con questo obiettivo, per la capitale Santa Fe.

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Di fronte alle autorità del gabinetto provinciale e municipale, ai legislatori provinciali delle due camere e ai rappresentanti nazionali al Congresso, nonché ai consiglieri della città del sud, è stata issata la bandiera argentina con i versi di “Aurora” cantati a cappella dalle autorità e pubblico.

Alla cerimonia hanno partecipato molto gli abitanti di Rosario e sicuramente anche coloro che si trovavano a passeggiare per la città per approfittare del week-end extra lungo. Naturalmente, coloro che sono arrivati ​​la mattina presto nei pressi del Monumento, con l’idea di avvicinarsi al palco da cui avrebbero parlato le autorità, si sono trovati con una forte operazione di sicurezza. E coloro che si erano accreditati per seguire l’evento hanno subito successivi controlli fino a raggiungere lo spazio destinato alla stampa.

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Sul posto è stata dispiegata una forte presenza della Gendarmeria per evitare eventuali traboccamenti. Pertanto, l’arrivo e l’uscita di Milei dal settore destinato all’attività di protocollo sono stati per tutto il tempo sotto controllo; incapsulato, si potrebbe dire.

Con il passare della mattinata, il settore verde del burrone, situato immediatamente a sud del Monumento alla Bandiera (di fronte al Palazzo Vasallo, sede del Consiglio del Rosario), si è progressivamente riempito di gente. Un numero significativo di persone ha iniziato a stabilirsi dietro le recinzioni. E altri ne sono arrivati ​​da altri punti vicini all’epicentro dell’evento, molti con bandiere bianche e azzurre e pronti ad allietare ogni paragrafo del breve discorso presidenziale che è stato, tra l’altro, molto più moderato del solito.

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Lì, Milei ha lanciato un nuovo appello a tutti i settori politici affinché firmino il Patto di maggio il 9 luglio a Tucumán. In un discorso trasmesso dalla rete nazionale, il capo dello Stato ha chiesto di mettere da parte le divergenze di parte per lavorare affinché l’Argentina torni ad essere una potenza mondiale.

“Voglio approfittare di questa giornata con la bandiera argentina che sventola nel cielo, con l’approvazione della Legge delle Basi e del pacchetto fiscale già avanzato, per convocare tutte le autorità nazionali, i governatori, gli ex presidenti, i membri del Corte Suprema, imprenditori e lavoratori si riuniranno la notte del 9 luglio a Tucumán per firmare il Patto di maggio”, ha invitato il presidente, riprendendo così l’appello lanciato il 1° marzo all’inaugurazione della sessione ordinaria del Congresso Nazionale.

Come è noto, il Patto di maggio prevede l’approvazione di due leggi che il governo nazionale definisce “fondamentali” della sua gestione. Entrambi hanno avuto mezza sanzione da parte dei deputati, hanno ricevuto modifiche al Senato e verranno discussi nuovamente nei prossimi giorni dalla Camera.

È questo il processo che Milei spera di sbloccare prima di concludere il Patto che, in linea di principio, era previsto per il 25 maggio a Córdoba, ma che ora è stato rinviato alla prossima data nazionale.

“Sogno che occuperemo ancora una volta il ruolo che un tempo sapevamo ottenere, per realizzare il sogno di un’Argentina prospera e libera”, ha affermato il Presidente ed ha aggiunto: “È essenziale che quelli di noi che condividono la causa della La libertà mette da parte i paraocchi partigiani, si libera degli interessi particolari e lavora per stabilire l’ordine economico di cui l’Argentina ha bisogno per tornare ad essere una potenza mondiale.

“Voglio che quest’anno venga ricordato come la svolta in cui siamo diventati di nuovo grandi”, ha concluso prima del suo caratteristico grido di “Viva la libertà, al diavolo” al quale ha aggiunto questa volta “Viva la Patria”.

 
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