St. Vincent, recensione di All Born Screaming (2024)

St. Vincent, recensione di All Born Screaming (2024)
St. Vincent, recensione di All Born Screaming (2024)

San Vincenzo È una delle più grandi rock star dei nostri tempi. E se qualcuno ha ancora dei dubbi, con il suo settimo album in studio, “Tutti nati urlando”, E’ più che provato. Siamo di fronte ad un album che sembra scavare e torcersi tra archi elettrici e sintetizzatori per raggiungere le viscere più profonde della stessa Annie Clark. In questa nuova ricerca del proprio suono e del proprio vocabolario – che lei stessa descrive come nuovi in ​​termini di suono – decide di rinunciare alla persona che era il suo produttore nei suoi due album precedenti (Jack Antonoff), per prendere lei stessa le redini. in studio e produce per la prima volta un album San Vincenzo. Anche così, nell’album è supportata da collaboratori brillanti come Cate LeBon, Dave Grohl e Stella Mozgawa (Warpaint).

Con “Tutti nati urlando”, Clark fa risplendere la sua proposta immergendosi nella storia del rock e convertendola a suo vantaggio. In questo modo il disco viene aperto cerimoniosamente “L’inferno è vicino”, un pezzo avvolgente, ipnotico che, con strumentazione degli anni Sessanta, ci trasporta in una sorta di setta in cui lei sarà la nostra guida spirituale e ci accompagnerà per mano durante tutto il nostro viaggio. Segue “Spericolato”, con una cruda nudità che irrompe, entrando nelle acque dell’elettronica industriale e con cori quasi religiosi che si ripetono “Vieni per me”, anticipando lo scoppio di “Uomo distrutto.” Da lì allo scoglio dai mille bagliori “Pulce”una canzone in cui possiamo sentire come si diverte e ci seduce con ogni nota.

Pur essendo un album chiaramente rock, troveremo anche linee di basso nebbiose e percussioni tribali “Grande tempo Niente”; un sensuale ritmo giamaicano “Così tanti pianeti”, per fare alcuni esempi in cui Clark sperimenta la propria personalità.

Forse il tema più sorprendentemente diverso, sebbene si adatti perfettamente al suo universo, è l’elevazione pop di “Il frutto più dolce”, un omaggio al defunto produttore, cantante e cantautore SOPHIE. Un tema che parla di quelle persone che si sforzano di trascendere e che, lungo il percorso, riescono a creare qualcosa di autenticamente bello e di conseguenza una svolta nella storia.

Come non potrebbe essere altrimenti in questo tipo di concept album, “Tutti nati urlando” Si chiude con l’omonimo viaggio tra chitarre luminose, cori ecclesiastici ed elettronica che accelera fino a portarci in un’altra dimensione ed elevare Annie Clark ai vertici.

 
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