Atlanta, la città che vibra per Messi ma non sa che tra tre giorni inizia la Copa América con Argentina-Argentina. Canada

L’autista del furgone che è partito dall’aeroporto e ci ha lasciato all’alloggio non capisce come quattro argentini siano ad Atlanta a lavorare come giornalisti se non ci sono eventi sportivi a causa delle vacanze. Si ripete la scena in cui guida l’auto fino al centro accreditamenti. IL Coppa America È un torneo sconosciuto alla maggior parte degli abitanti di Atlanta, la città per cui vibra Lionel Messi ma non sa che giovedì il Nazionale Argentina campione del mondo, contro Canada.

Per le strade della capitale dello stato della Georgia, nulla anticipa ciò che accadrà nell’imponente stadio Mercedes Benz, che all’esterno appare come una suggestiva opera architettonica moderna, ma nasconde al suo interno circa 71.000 posti che saranno completati quando Messi e soci iniziare i primi passi sulla strada per la difesa del titolo.

Tanto spazio verde e sentieri pedonali che contrastano con i colossi di cemento che ospitano la maggior parte delle importanti aziende della regione nella parte centrale della città. C’è, ad esempio, Sede mondiale della Coca-Colache ha un proprio museo con un biglietto d’ingresso di poco più di 20 dollari e la possibilità di bere quanta più soda possibile durante il tour.

A pochi metri c’è il Parco Olimpico Centenariorimasto di quell’edizione del 2006 e ricorda immediatamente l’attentato che paralizzò il mondo durante i Giochi Olimpici che si tennero in questa città.

E quel poco interesse che si fiuta nella città che ha la sua economia al 15° posto nel mondo e al sesto negli Stati Uniti contrasta con il caldo e le urla che eruttano dall’angolo dell’hotel Westin, dove ospita la Nazionale argentina fin dal suo sbarco ad Atlanta.

I tifosi si accalcano davanti all’hotel Argentina. Foto: Mati Arrascoyta – Clarín

I 35 gradi che i termometri hanno segnalato nel pomeriggio complicano la programmazione degli allenamenti di Lionel Scaloni e del suo staff tecnico, ma non impediscono ai tifosi argentini e di altre nazionalità di restare fermi in attesa dei propri idoli. O addirittura per il suo idolo.

Perché, ovviamente, Lionel Messi monopolizza le urla, i manifesti e le magliette. Al di là di quell’uomo audace che si è presentato con la maglia retrò del Manchester United con il numero 7 e “C. Ronaldo” sulla schiena, imitando la caratteristica esultanza del portoghese, che gli è valso i fischi diffusi degli argentini.

Ma che dire della Copa América ad Atlanta? “Qui la cultura è il football americano, non è il calcio. Penso che i latini che vengono dalla Florida e da Miami portino l’atmosfera, è un peccato che non ci sia tanta pubblicità, ma noi argentini faremo il pieno e prenderemo Sopra.”disse Clarion Agustina Rossi, arrivata dalla Capitale Federale ad Atlanta due anni e mezzo fa e lavora come tata.

Pazzo per Messi. Foto. Mati Arrascoyta – Inviato speciale Clarin

Sulla stessa linea si è espresso Ramiro Zaracho, di Corrientes, che svolge lavori di muratura per la comunità religiosa mormone di Atlanta. “Eccoli qui, sono ‘a-futboleros’, a loro piace il baseball, il basket, La passione per il calcio non si vede e arriviamo a stampare quella follia, che si è vista quando siamo diventati campioni del mondo e ci siamo ritrovati tutti al Centennial Park per festeggiare“, tenuto.

E se ne rende conto anche chi mette piede in questa città per la prima volta, come è il caso di Juan Helbert E Micaela Mastrovicenzoche ha risparmiato per lasciare Rosario per Atlanta, ha scommesso sulla vittoria del girone da parte della Nazionale argentina e sulla possibilità di seguire il cammino fino alla finale del 14 luglio a Miami, con i biglietti già acquistati per provare a vedere le sei partite.

“La gente qui non dà molto al calcio e si vede. Molti ci chiedono perché così tanti argentini si riuniscono e quando glielo spieghi dicono “Oh, che bello” e se ne vanno”, ha detto Helbert.

“Non abbiamo ancora visto il tempo della Copa América“Ci si rende conto che ci sono argentini perché noi indossiamo la maglia tutto il giorno”, disse a sua volta Mastrovicenzo.

Mancano tre giorni all’esordio dell’Argentina in un torneo complesso, senza quasi alcun margine di errore, ma che ha già abituato a giocarselo. Non importa che non ci siano segnali o tempo, l’Argentina punta all’obiettivo finale e vincere la sua 16esima stella della Copa América.

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