“Eravamo un gruppo di mostri”

“Eravamo un gruppo di mostri”
“Eravamo un gruppo di mostri”

In un giorno come oggi, nel 2014, si verificò uno dei momenti più tristi per il calcio cileno. Il bastone di Maurizio Pinilla al 119′ e, poi, i fatidici rigori con cui chili ha ceduto agli ottavi di finale Mondiali Brasile 2014di fronte al locale.

Sono passati dieci anni da quel momento. Un 28 giugno 2014 che ricorderemo per sempre. Partita dolorosa, nella quale i brasiliani avrebbero meritato di essere esclusi dalla propria Coppa.

Nonostante non ci fosse un secondo in quel duello, Jorge Valdivia ha visto tutto dalla panchina. Se ne pentì dall’esterno, ma anche dall’interno. Dall’interno, ovviamente, perché dopo anni non capisce perché Jorge Sampaoli non gli abbia concesso i verbali.

“Ne parlerei con Sampaoli con il fernet in mano”, ha detto il Mago in conversazione al panel Los Tenores di Radio ADN.

Cos’altro ha detto Jorge Valdivia sui Mondiali 2014?

Jorge Valdivia ha assistito in prima persona alla sconfitta. Anche se non è andato direttamente in panchina dopo i calci di rigore, dice che le voci sulla promessa di vincere la Copa América dopo la caduta potrebbero essere vere.

“Si è parlato tanto e ogni volta si parla che i giocatori giuravano di vincere qualcosa per il Paese. Se sia successo non lo so, perché ero fuori a parlare con Scaloni che era stato al Palmeiras”, ha detto il Mago.

“Eravamo nella merda. È stata un’eliminazione ingiusta. Credevamo che fosse ingiusto a causa della causa di Mauricio. Avevamo la squadra locale, una squadra storica”, ha sottolineato il Mago, che ha elogiato quella Rossa del 2014.

“Quella selezione ti emozionava, avevi tanta speranza, tanta voglia di andare allo stadio, di allenarti. Soprattutto per il rapporto che avevamo. Personalmente mi sento molto felice e orgoglioso di essere appartenuto a quel gruppo di mostri. Giocatori con una mentalità vincente e guerriera. “Non avevano paura di nulla”, ha commentato.

“Abbiamo avuto una mancanza di rispetto, una mancanza di rispetto tra molti di noi. Potevamo giocare contro Germania, Francia e Inghilterra e per noi non aveva importanza. C’era rispetto professionale, ma niente di più. “Sono molto orgoglioso di aver vissuto un momento così importante per la Nazionale”, ha concluso Valdivia.

 
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