Il candidato presidenziale repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump gesticola mentre cammina con il suo avvocato Todd Blanche, mentre continua il suo processo penale contro l’accusa di aver falsificato documenti aziendali per nascondere il denaro pagato per mettere a tacere la porno star Stormy Daniels nel 2016, presso il tribunale dello stato di Manhattan a New York, Stati Uniti, 6 maggio 2024.
Brendan Mcdermid | Reuters
Martedì un giudice federale ha rinviato a tempo indeterminato il processo penale contro documenti classificati dell’ex presidente Donald Trump, fino alla presentazione in tribunale.
Il processo con l’accusa secondo cui Trump avrebbe conservato integralmente documenti riservati sulla sicurezza nazionale dopo aver lasciato la Casa Bianca e poi li avrebbe presentati alle autorità federali avrebbe dovuto iniziare il 20 maggio.
Ma la nuova sentenza del giudice distrettuale statunitense Aileen Cannon rende vacante quella data e stabilisce una nuova serie di procedimenti istruttori, l’ultima delle quali è un’udienza fissata per il 22 luglio.
La sentenza getta ulteriori dubbi sulla possibilità che Trump, il presunto candidato presidenziale repubblicano, affronterà un processo con accuse penali federali prima delle elezioni del 5 novembre.
Cannon ha scritto nell’ordinanza del tribunale di martedì che “sarebbe imprudente” definire la data del processo “in questo frangente” quando varie questioni preliminari devono ancora essere risolte.
Cannon ha sottolineato le domande in sospeso su come verranno gestite le informazioni riservate nel processo di alto profilo dell’ex presidente e “ulteriori preparativi preliminari e processuali necessari per presentare questo caso a una giuria”.
Andare avanti con il processo a maggio sarebbe “incoerente con il dovere della Corte di considerare pienamente ed equamente” tali questioni, ha scritto.
“La Corte pertanto annulla l’attuale data del processo del 20 maggio 2024 (e la relativa convocazione), da reimpostare con ordinanza separata a seguito della risoluzione delle questioni dinanzi alla Corte, in linea con il diritto degli imputati a un giusto processo e con l’interesse del pubblico nella un’amministrazione della giustizia equa ed efficiente”, ha sentenziato Cannon.
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