Naturgy conclude un accordo per l’acquisto di gas dall’Algeria da 3 miliardi

Il gruppo spagnolo sta tenendo incontri al massimo livello con il monopolio algerino per rinegoziare il prezzo della fornitura del gas, un eterno grattacapo per i due partner commerciali.

Naturgiala prima compagnia spagnola del gas, e Sonatrachil monopolio algerino degli idrocarburi, sono in trattative intense chiudere al più presto un nuovo accordo sui prezzi di fornitura del gas.

Agli attuali prezzi di mercato, Il nuovo patto sarebbe valutato almeno 3.000 milioni di euroanche se dipende dalla sua portata temporale, potrebbe superare i 5.000 milioni. In linea di principio si sta negoziando una revisione retroattiva dei prezzi che interesserà le forniture di Sonatrach a Naturgy nel corso del 2023 e almeno fino al 2024. L’accordo, tuttavia, Potrebbe coprire tutto il 2024 ed estendersi addirittura al 2025.

Fonti vicine ai negoziati indicano che sono in una fase avanzata e che la settimana scorsa ci sono stati incontri al massimo livello tra i direttori di Naturgy e Sonatrach ad Algeri, capitale dell’Algeria.

L’accordo è cruciale nell’ambito dei rapporti commerciali tra Naturgy e Sonatrach ormai da più di mezzo secolo. Significherebbe il revisione dell’accordo siglato a fine 2022. A quel tempo, e con un aumento senza precedenti dei prezzi del gas, i contratti sono stati rivisti al rialzo. Ora, con i prezzi in calo, la situazione è esattamente l’opposto.anche se bisognerebbe vedere l’entità di questa volatilità e chi si assume il rischio di oscillazioni.

Queste conversazioni avvengono in trattativa piena del gruppo emiratino Taqa per entrare nella capitale della Naturgia.

Due problemi

Nel 2022, quando fu siglato l’ultimo accordo, i prezzi erano saliti alle stelle a causa dell’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina. Nel mercato TTF olandese, che funge da riferimento per la maggior parte dei contratti in Europa, il gas ha raggiunto prezzi superiori ai 200 euro al megawattora. Ora il TTF viene scambiato a poco più di 30 euro.

Ci sono due problemi nei negoziati. Primo, Nessuno sa quali saranno i prezzi del gas in futuro.e in secondo luogo, nel 2023un anno che rientra nella revisione tariffaria, anche se già scaduto, I prezzi variavano da un massimo di 90 euro a un minimo di 25 euro.

IL La guerra della Russia contro l’Ucraina e altri eventi geopolitici Successivamente, hanno completamente sconvolto i mercati energetici, introducendo una volatilità senza precedenti.

Da triennale ad annuale

Fatto anche questo Il modo di rivedere i contratti stipulati da Naturgy e Sonatrach è stato interrotto. Alla fine del 2022, dopo mesi di discussioni e con alti e bassi nei negoziati, compresi alcuni attriti a livello diplomatico, è stato raggiunto un accordo.

Ma ciò che è rilevante è questo Siamo passati dal sigillare le revisioni triennali tre anni prima a lasciarle nelle revisioni annuali dopo la scadenza dell’anno. In questo modo, nell’ottobre 2022 è stato siglato un accordo per rivedere i prezzi che avevano interessato quell’anno. Come ha poi spiegato Naturgy alla National Securities Market Commission (CNMV), l’accordo “sarà applicato retroattivamente per i volumi forniti fino alla fine del 2022 e che, come stabilito nei contratti tra Sonatrach e Naturgy Per le revisioni dei prezzi vengono prese in considerazione le condizioni di mercato.

5.000 milioni di metri

Naturgy lo ha spiegato ulteriormente Le due società “continuano a negoziare nell’ambito delle clausole contrattuali i prezzi applicabili dal 1° gennaio 2023”. Proprio adesso si tenta di chiudere questa revisione.

Si tratta in ogni caso di revisioni che rientrano nel normale quadro dei contratti storici che Naturgy ha avuto con Sonatrach.

I contratti attualmente in vigore tra i due gruppi sono stati siglati oltre 20 anni fa con validità fino al 2030 per un volume annuo dell’ordine di 5 miliardi di metri cubi (5.000 milioni di metri cubi).

Si tratta di impegni di volume fermi, sia per la fornitura per Sonatrach che per il ritiro forzato di gas per Naturgy tramite clausole. Prendere o pagare (si pagano anche se non utilizzati)”.

Secondo dopo gli Stati Uniti

Ai prezzi di revisione del 2022 quei 5.000 milioni di metri cubi valevano più di 10.000 milioni di euro. Ora sarebbero circa un terzo se sono limitati a un anno, anche se potrebbero rappresentare la metà di quella cifra se si applicassero anche al 2024. Ci sono molti soldi in gioco, vitali per entrambe le parti. L’Algeria continua ad essere uno dei principali fornitori di gas di Naturgy, con il 19% delle sue forniture, dietro agli Stati Uniti, con il 30%.. Da due anni gli Stati Uniti superano l’Algeria.

Mezzo secolo di amore e di crepacuore

Le trattative tra Naturgy e Sonatrach sono sempre state complesse. Ma mai, da quando fu firmato il primo accordo di fornitura negli anni ’70 del secolo scorso, entrambi i rapporti hanno rotto. Nel tempo, infatti, Naturgy e Sonatrach hanno rafforzato i legami che vanno oltre la compravendita di gas. Nel 2011, dopo un forte disaccordo sui prezzi, si è svolto un arbitrato che ha dato ragione a Sonatrach. La questione è stata risolta con l’ingresso di Sonatrach in Naturgy, dove continua con il 4%. Sonatrach e Naturgy sono proprietarie di Medgaz, il gasdotto che collega l’Algeria alla Spagna attraverso il Mediterraneo. Per l’Algeria il gas è una questione di stato, motivo per cui gli attriti politici o diplomatici interferiscono con le negoziazioni sui prezzi. A volte è stata la tensione nel Sahara a causa del Fronte Polisario e del Marocco. Ora tocca alla tensione dell’Algeria con gli Emirati. Abu Dhabi possiede Taqa, che sta preparando un’offerta pubblica di acquisto per Naturgy, che presumibilmente dà l’orticaria all’Algeria. Ad ogni attrito diplomatico, il mercato ha considerato un taglio nella fornitura di gas dall’Algeria alla Spagna. Ma è difficile capirlo se si guarda all’economia algerina e alle altre relazioni commerciali. Le riserve dell’Algeria rappresentano oltre il 2,2% delle riserve mondiali. La produzione annua di gas naturale del Paese è di circa 132,2 miliardi di metri cubi. Circa la metà va all’export. La Spagna è uno dei principali clienti. L’Algeria ha già affari con gli Emirati. Cepsa, controllata da Abu Dhabi, possiede pozzi petroliferi per 1,2 miliardi in Algeria.

 
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