È stato incarcerato da La 12 e oggi è presidente di Almirante Brown, rivale del Boca

Maximiliano Levy, il boss de La Fragata, ha un passato oscuro nel bar xeneize che gli è costato quasi tre mesi di prigione e un insolito diritto di ingresso nonostante fosse un leader.

  • Il Boca va agli ottavi di finale contro l’Almirante a Mendoza

Gustavo Grabia

19/06/2024 10:31

Levi
Maximiliano Levy -a sinistra-, Maximiliano Mazzaro -al centro- e Mauro Martín -a destra-, quando loro tre dirigevano il bar del Boca.

Fu in carcere per La 12 e oggi è presidente di Almirante Brown. Un’indagine giudiziaria lo ha identificato come il cervello finanziario del bar ai tempi di Mauro Martín e Massimiliano Mazzaro Ma un decennio più tardi indossa giacca e cravatta per accompagnare Chiqui Tapia in vari incontri e viaggi, da quando è diventato segretario esecutivo dell’AFA. Aveva diritto di ingresso e oggi siede nel palco principale, quello destinato ai presidenti dei club. E oggi vedrà da una parte il suo amore di una vita, l’Almirante Brown, il club di cui suo padre e suo nonno lo hanno reso tifoso e che gestisce cinque anni fa, contro l’istituzione che gli ha dato contatti e potere da una valanga. Questo è Maximiliano Levy, il boss de La Fragatache ha trascorso 88 giorni in prigione per una causa della cosca Boca brava e che oggi vedrà da lontano come qualcuno che ricorda con nostalgia un passato già passato.


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Levy trascorse la sua adolescenza a Villa Luzuriaga ma non realizzò il primo sogno di suo padre, ovvero quello di intraprendere una carriera simile alla sua e finire, come lui, a dirigere un’importante azienda, nel suo caso, un’azienda automobilistica. Nonostante gli fosse stata data la stessa facilità per i numeri, Maxy, il figlio, concentrò il suo interesse sugli affari gastronomici e finanziari, ereditando allo stesso tempo la passione per Almirante Brown. Quelle attività Finirono per collegarlo al bar Mirasol ma allo stesso tempo a La Doce, visto che parte dei violenti di La Fragata erano sempre legati in Primera al Boca Juniors. Suo compagno di avventure nel quartiere e nella vita di allora era Massimiliano Mazzarò, un uomo entrato nel bar Boca negli anni ’90 e che sarebbe arrivato al potere nel 2007. Si incontrarono per le strade di La Matanza, trascorsero tutta la loro adolescenza sugli spalti dello stadio Almirante e successivamente, Quando Mazzarò fu incoronato con Mauro Martín alla guida di La Doce, fu lui a dare loro il sostegno finanziario., anche se non è mai salito su un paravalanga ma ha piuttosto seguito tutto dalla platea. Erano così amici che Mazzaro mangiava spesso in un ristorante che Levy aveva a San Justo, chiamato El Altillo, e che fu uno dei principali testimoni del loro matrimonio.

Nell’inchiesta per associazione illecita alla cosca Boca brava avviata all’epoca dal giudice Manuel De Campos, lui Aveva Levy come l’uomo che fungeva da collegamento tra due società finanziarie al 259 di Florida Street e una compagnia di trasporti, tutte con legami con il bar. Infatti, secondo il suo lavoro, ogni due settimane sui conti bancari di queste società finanziarie apparivano somme importanti che venivano poi trasferite sui conti privati ​​dei padroni di La Doce, e lui presumeva che dietro questa attività ci fosse Levy. Ma la sua teoria non ha avuto esito positivo quando la Camera penale ha annullato l’indagine.

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Perle dall’Instagram di Levy: maglia per Infantino, abbraccio con Tapia e Sergio Massa, il Mondiale originale (che solo i campioni dovrebbero baciare, secondo la FIFA) e il 10 di La Fragata per Messi. (@maxilevy19)

Il giudice De Campos aveva preso Levy 88 giorni di carcere per aver insabbiato Maximiliano Mazzaro nel caso del delitto di un vicino di casa del cognato di Mauro Martín. Per quanto riguarda la Giustizia, Levy gli aveva fornito protezione mentre il capo dell’ordine degli avvocati era in fuga. Secondo i codici della tribuna, la prestazione di Levy è stata impeccabile: non ha aperto bocca nemmeno di fronte alle offerte di dare informazioni per liberarlo. Infatti, Non ha detto niente nemmeno quando lo hanno accusato di averlo portato in elicottero a Mazzarò, che era latitante, per dare ordini in una zona di Boca-Quilmes. nella Bombonera. Credeva invece che Mazzarò non si fosse comportato come avrebbe dovuto e poi, quando uscì, la leggenda narra che Levy trascorse il suo tempo in prigione vendendo sei appartamenti al secondo piano intestati a prestanome. Ma quella fu anche la sua fine nel mondo di La Doce: poiché il gruppo La Matanza rimase a gestire un bar nel quartiere di Los Pinos, Morci Avila e sia Levy che il suo principale scagnozzo, Alberto Crócamo, alias Gordo Beto, rimasero definitivamente bandito.

Quella situazione fece sì che Levy ripensasse al suo primo amore. E poco a poco si inserì nella vita politica di Almirante Brown. E in tre anni si è candidato alla presidenza nel 2018, con la garanzia di poter pacificare un tribuno che stava vivendo una guerra tremenda. tra tre fazioni e anche che avesse i meccanismi per iniettare denaro e tentare la tanto attesa promozione dal Metropolitan B alla Primera Nacional. Eletto presidente, li ha ottenuti entrambi, il secondo il 27/12/2020. Nel mezzo, non appena fu eletto il dirigente del club, dovette rassegnarsi per un po’ a guardare le partite dall’esterno, perché chiunque fosse all’epoca il proprietario dell’Aprevide, Juan Manuel Lugones, gli aveva insolitamente imposto il diritto di ammissione nonostante non avesse più cause legate allo sport ed era anche legittimo presidente di un’istituzione.

Da quell’Ascensione, Levy ha avuto una carriera folgorante grazie alla sua meravigliosa relazione con Claudio Chiqui Tapia. Così, prima è riuscito a imporsi come presidente del consiglio di amministrazione della categoria e poi è stato eletto segretario pro-esecutivo dell’AFA nelle elezioni che hanno ratificato il mandato di Tapia fino al 2025. C’è chi dice che le cose favorevoli alla società, come certi arbitrati in partite chiave a vantaggio di Almirante, cosa che di solito accade nel calcio Ascenso con squadre vicine al potere. In ogni caso, il suo nome sarà presente stasera, nel primo confronto ufficiale della storia tra il Boca, quel club che gli ha dato contatti e potere grazie alle sue amicizie paravalanche, contro l’Almirante Brown, l’istituzione che presiede attualmente e che cercherà per accedere agli ottavi di finale della Coppa Argentina.


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