Il settore del commercio al dettaglio mostra segnali concreti di ripresa

Il settore del commercio al dettaglio mostra segnali concreti di ripresa
Il settore del commercio al dettaglio mostra segnali concreti di ripresa

Federico Arslanian: Il settore ha avuto due primi mesi deboli quest’anno, cominciando a mostrare segnali tiepidi ma concreti di ripresa a marzo.

Q: Che impatto ha la situazione attuale sul settore dell’interior design e della decorazione?

FA: Al di là della situazione, nel nostro campo (e in qualunque altro) ha più impatto l’esistenza di una direzione specifica; poiché le variabili possono muoversi in positivo o in negativo, ma il viaggio è lungo e le certezze lungo il percorso risultano essenziali. Seguendo il ragionamento appare chiaro ciò che la nuova leadership dello Stato sta perseguendo e, finché continuerà a essere fedele alle politiche delineate, la situazione passerà in secondo piano. Possiamo navigare in acque turbolente come quelle attuali, e anche peggio, se abbiamo la certezza di raggiungere la terraferma.

D: CosaE le variabili economiche influenzano la tua attività? Come pensi che si comporterà ciascuno di loro?A nel prossimo mesi?

FA: Non siamo esenti dalle variabili macro e micro che influenzano il processo decisionale di un potenziale consumatore. Nei momenti in cui la torta può ridursi o il consumo può essere posticipato, la nostra sfida come azienda, come marchio, come proposta di valore è quella di essere ogni giorno migliori e più competitivi. Il nostro impegno è offrire al mercato una proposta che migliori di giorno in giorno. Solo così guadagniamo quote sui nostri concorrenti e ci prepariamo a catturare i maggiori volumi quando le variabili inizieranno il percorso ascendente della tanto attesa V o U e. la torta del settore torna a crescere.

D: CosaE difficoltà hanno nello sviluppo dell’attività?

FA: L’ostacolo principale per qualsiasi impresa è l’incertezza e l’impossibilità di proiettarsi nel futuro, sulla base di regole concrete e prevedibili. Oggi si percepisce uno sforzo per chiarire questi parametri, lasciando che sia la libera concorrenza a definire vincitori e vinti. È quello che chiamano il libero mercato, che in definitiva è ogni potenziale consumatore che prende la decisione di acquistare un prodotto per il quale paga con il frutto del tempo investito. Gestisco un’azienda e più l’ambiente è complesso, meglio è per coloro che sono adattati, preparati e disposti a correre dei rischi.

D: CosaE suggerimenti o richieste da fare al Governo? Che cosaE Lo Stato dovrebbe attuare politiche per rivitalizzare il proprio settore?

FA: Chiedo al governo di mantenere una linea, di non abbandonare il piano e di non intraprendere battaglie simboliche, poiché i problemi che il Paese deve affrontare sono concreti e richiedono soluzioni adeguate. Quanto a cosa rivitalizzerebbe il settore: non credo che sia il momento di pensare ai settori. Ogni imprenditore deve prendere le distanze dai propri interessi settoriali e particolari e pensare al bene comune. Non ci resta più tempo. Non possiamo continuare a offrire un vantaggio rispetto ai nostri concorrenti globali.

Come sostiene Jorge Bustamante nel suo libro “La Repubblica Corporativa”, che vi esorto a leggere, perché è più attuale che mai in tempi in cui si parla di caste, privilegi e settori e attori che sono riusciti a bypassare la libera concorrenza. Hanno ottenuto privilegi che in fin dei conti trasformano i loro prodotti in beni che costano di più per noi argentini, o in beni non competitivi per essere esportabili o, peggio ancora, in beni sovvenzionati dai settori più bisognosi alla ricerca del consumo dei settori benestanti.

Siamo in uno scisma, dove è definito il percorso del nostro Paese. Tutti noi che abbiamo funzioni di leadership, sia nel settore pubblico che in quello privato, dobbiamo essere consapevoli del momento storico che stiamo attraversando. Dobbiamo esserne all’altezza ed essere protagonisti, come forse non lo siamo mai stati. Il nuovo paradigma che la società richiede non si limita esclusivamente alla classe politica.

D: Com’è l’attività che svolgi all’estero? Che cosaE vantaggi e svantaggi riscontrati, rispetto all’Argentina?

FA: Abbiamo iniziato il piano di espansione in Messico 18 mesi fa e, sotto ogni punto di vista, è stato semplicissimo. Soprattutto rispetto alla situazione posta dal governo precedente, dove non c’era un presidente che avesse il pieno controllo dell’esecutivo e non c’erano nemmeno politiche pubbliche chiare; dove i ministri non erano ministri e ognuno faceva il proprio gioco, delimitato da litigi partigiani e problemi giudiziari, voltando le spalle ai bisogni della popolazione.

Tornando alla consultazione, i risultati sono stati molto incoraggianti. La capacità delle nostre persone di competere all’estero fa la differenza. Attualmente, l’azienda numero uno nella vendita di tappeti e decorazioni negli Stati Uniti, dopo aver visto le nostre prestazioni, è venuta a cercarci come suoi rappresentanti e per sviluppare l’attività in Messico. La prossima settimana partirò per concludere l’affare a Città del Messico.

D.: Marchi di lusso come Tesla si stanno sviluppando nel settore immobiliare, con case a capsula. Come vede Landmark questa linea di prodotti? Sarei Fattibile in Argentina?

FA: Conosciamo il prodotto, ci sono diversi sviluppi in Cina in questo senso ed è qualcosa che prevarrà senza dubbio nel medio termine. Deve avere scala in modo che i prezzi siano competitivi a livello globale. Le capsule house non viaggiano in un container standard e il costo del trasporto incide notevolmente sul prezzo finale. Stiamo studiando insieme ai partner brasiliani lo sviluppo di una potenziale fabbrica nel Mercosur, che potrebbe produrre per l’intera regione a costi convenienti, sviluppando prodotti di lusso come quelli di Tesla e anche capsule house entry-level che potrebbero rapidamente sostituire il deficit immobiliare in le grandi città del nostro Paese a costi contenuti e con grande velocità.

 
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