Rosario de Velasco arriva al Thyssen dopo aver individuato 300 dei suoi dipinti sui social network

Rosario de Velasco arriva al Thyssen dopo aver individuato 300 dei suoi dipinti sui social network
Rosario de Velasco arriva al Thyssen dopo aver individuato 300 dei suoi dipinti sui social network

Madrid, 17 giugno (EFE).- Il Museo Thysssen rende omaggio alla pittrice madrilena Rosario de Velasco, una “grande artista”, “messa a tacere” e priva della maggior parte delle sue opere, dopo un anno e mezzo di ricerche sui suoi dipinti sui social dalla pronipote.

Il Museo Thyssen, insieme al Museo di Belle Arti di Valencia e con il sostegno del Comune e della Comunità di Madrid, ospiterà fino al 15 settembre questa mostra con la quale questo pittore figurativo madrileno, presente al Centro Nazionale d’Arte Reina Sofía Museo con il suo dipinto ad olio ‘Adamo ed Eva’ (1932), secondo quanto ha detto lunedì il direttore artistico della galleria d’arte, Guillermo Solana.

Ma fino a raggiungere le sale del Thyssen, questa prima mostra monografica racchiude un’avventura, quella vissuta dalla sua pronipote, giornalista e co-curatrice della mostra Toya Viudes de Velasco, che ha sempre saputo che la sua prozia era una “grandissimo artista” (Madrid, 1904 – Barcellona, ​​1991).

Sebbene fosse anche consapevole che il suo prolifico lavoro era disperso tra familiari, amici e sconosciuti, motivo per cui nel febbraio 2023 ha chiamato sui suoi social network per trovare i dipinti.

“E il 20 maggio, compleanno di mia zia, è esploso tutto e i media hanno iniziato a chiamarmi, quindi abbiamo avuto una grande accoglienza e abbiamo trovato più di 300 opere (…) questa mostra mostra solo quelle che ha dipinto negli anni ’20, ’30 e Anni ’40, ma c’è molto altro da insegnare”, ha chiarito.

Secondo l’altro curatore della mostra, il manager culturale Miguel Lusarreta, non si sa ancora dove si trovino due delle sue opere migliori, ‘Il Bagno’ e ‘Circo’.

Una volta localizzate le opere, secondo Solana, si è visto che molte di esse non erano in “stato adeguato” per mostrarle o per “giudicarne” la qualità.

Così il reparto di restauro del museo si è messo all’opera per far emergere lo splendore di cui brillano queste trenta tele e le altre illustrazioni esposte, come quelle realizzate per i libri ‘Storie da sognare’ (1928) o ‘Il bello del cattivo amore’ (1930 ), di María Teresa León.

Nello specifico, il visitatore potrà vedere oltre a ‘Adamo ed Eva’, con il quale ottenne la seconda medaglia di pittura nel 1932 all’Esposizione Nazionale di Belle Arti, ‘La Strage degli Innocenti’ (1936), del Museo delle Belle Arti di Valencia; due tele che vengono esposte insieme per la prima volta.

E altri dipinti come “Ritratto del dottor Luis de Velasco” (1933), che era suo fratello; ‘Cose’ (1933), ‘Maternità’ (1933), ‘Donna con asciugamano’ (1934) o ‘Le lavandaie’ (1934), quest’opera che, secondo Solana, “dovrebbe essere acquistata da qualche museo”.

Proprio il successo di ‘Adamo ed Eva’ gli ha permesso di esporre in diverse città europee (Berlino, Copenaghen, Parigi) insieme a Vázquez Díaz, Miró, Dalí, Maruja Mallo e Ángeles Santos, tra gli altri, e di fare un viaggio in Russia.

Amica di intellettuali e artisti come Delhy Tejero, Concha Espina, Consuelo Berges, Carmen Conde, José Gutiérrez Solana, Alfonso Ponce de León e Matilde Marquina, la sua biografia indica anche che fece parte della Falange, dove fu una delle prime militanti nel 1933, dichiarandosi fervente seguace di José Antonio Primo de Rivera.

Successivamente entrò nella Sezione Femminile dell’amica Pilar Primo de Rivera, ma durante la Guerra Civile fu arrestata e liberata dal futuro marito, il medico catalano Xavier Farrerons, con il quale si sarebbe trasferita prima a San Sebastián e poi in Catalogna, dove Riprende la carriera artistica e prende le distanze dal regime franchista.

Secondo Lusarreta, il fatto di appartenere alla Falange non è il motivo per cui la sua opera è caduta nell’oblio: “non crediamo che sia stata messa a tacere per questo (…) ha abbandonato il progetto di andare alle mostre per non allontanarsi dalla sua famiglia.”

“Quando Franco arriva al potere – ha chiarito Viudes de Velasco – resta nella terra di nessuno, non ha sostenuto il regime franchista, ma poiché non aveva uno spacciatore ha cominciato a ritirarsi e a farsi dimenticare”.

Dopo aver attraversato Madrid, la mostra potrà essere visitata al Museo di Belle Arti di Valencia dal 7 novembre 2024 al 16 febbraio 2025. EFE

pmv/aam

(Foto)

 
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