Schiacciamenti, spari, urina e vetri rotti a Recoleta

Schiacciamenti, spari, urina e vetri rotti a Recoleta
Schiacciamenti, spari, urina e vetri rotti a Recoleta

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L’oggetto portava il titolo della mostra collettiva che provocò a scandalo nel 1966, alla Galleria Vignes. Oscar Bony presentato con un enorme pene fatto di poliestere e Julio Llinás, il suo direttore, si rifiutò di esporlo. Gli altri artisti partecipanti –Antonio Berni, Pablo Suarez E Emilio Renart– ritenevano che lo fosse censura e hanno deciso di ritirare le loro opere.

“Il mondo e il mio destino mi conducono a Dio”, si legge sotto la ricostruzione di questo torso trafitto dalle frecce (1994)Santiago Cichero/AFV

“La mostra si è chiusa lo stesso giorno in cui è stata inaugurata”, ricorda Patricia Rizzo. nel catalogo di una mostra a lui dedicata dal Museo Nazionale di Belle Arti nel 1998. L’oggetto si trovava in un giardino a Belgrano R, parte di una casa che Enrique Barilari aveva concesso in prestito. In disaccordo con la posizione, Una notte i vicini hanno dato fuoco all’edificio”.

Piombo su piombo, con fori di proiettile che ricordano i buchi di Lucio FontanaPer gentile concessione di Cosmocosa

Il gallerista, aggiunge Rizzo, ha comunque invitato Bony a tenere una personale quasi subito. Poi ha esposto un manifesto pubblicitario che aveva dipinto su lamiera, con la scritta “Erotico”simile a quello Cosmocosa venduto l’anno scorso a arteba. In questa edizione della fiera hanno invitato anche il gruppo tributi urbani -composto da Alejandro Giorgga e Melisa Boratyn- di intervenire nei dintorni del Centro Costa Salguero con adesivi che riproducevano quello che l’artista chiamava “esercizio semantico”. “Si è passati dalla rappresentazione dell’oggetto alla parola, al concettuale”, ricordano Amparo e Teo Discolico-direttori della stessa galleria, con cui collabora da allora Carola Bony per rappresentare l’eredità di suo padre.

A sinistra, un’opera poco conosciuta di cui esistono solo due versioni; a destra, “L’agnello mistico” (1998), esposto a Malba nella mostra 2007/8Santiago Cichero/AFV

Lo stesso a cui arriverebbe collezioni del Malba e del Museum of Modern Art di New York con la registrazione di La famiglia lavoratriceopera con la quale ha partecipato al Esperienze ’68 dell’Istituto Di Tella e questo ha scatenato un’altra controversia. COSÌ, Invece di un pene artificiale, ha mostrato una vera famiglia. Un cartello sul bordo del palco dove sedevano per ore indicava che l’artista pagava alle sue modelle il doppio di quanto guadagnava il padre per un tempo equivalente nel suo lavoro abituale. È stato interrogato, tra le altre cose, per aver esposto le persone come se fossero “oggetti da museo”..

Documentazione di La familia obrera (1968), che fa parte delle collezioni di Malba e MoMAPer gentile concessione di Waldengallery

Cosa accadrà giovedì prossimo, quando Cosmocosa presenterà nella sua sede di Recoleta otto opere di Bony realizzate a partire dal 1993, che non venivano esposte da più di due decenni? C’è, ad esempio, frecce conficcate su un torso, una finestra con il vetro rotto da colpi di arma da fuoco e un’altra superficie di piombo con fori di proiettile che ci ricordano i buchi di Lucio Fontana, come quelle dell’opera di Rosario venduta a maggio per 22,9 milioni di dollari. Anche una farfalla tenuta in una scatolainsieme ad una targa con incisa la citazione che dà il titolo alla mostra: “Il pensiero è un produttore di materia”.

In mostra una farfalla custodita in una scatola, insieme ad una targa con incisa la citazione che dà il titolo alla mostra: “Il pensiero è produttore di materia” (1997)Per gentile concessione di Cosmocosa

La mostra comprende anche tre opere che sono state esposte in la mostra che Malba gli ha dedicato tra il 2007 e il 2008: agnello mistico (1998), dalla serie Il trionfo della morteE le sue ultime opere: due ovali incorniciati da vetri rotti da colpi di arma da fuoco. Questi ultimi includono all’interno vari materiali, inclusa l’urinae sono stati lasciati all’aperto affinché anche la natura potesse contribuire con il proprio contributo, in omaggio a Alberto Greco.

A sinistra, la scritta “Utopia” colpita da colpi di pistola; A destra, i suoi ultimi lavori che includono l’urinaSantiago Cichero/AFV

“Questi pezzi esplorano la materia e forse flirtano con un recupero dell’informalismo materiale e dell’arte distruttiva come immagini di rappresentazione, con Fontana e Greco come riferimenti – spiega Amparo Díscoli –, offrendo uno sguardo unico e rivelatore sul processo creativo di Bony. Manifestano il la preoccupazione dell’artista per l’etica e il bisogno dell’uomo contemporaneo di ritrovare il contatto con il trascendente e lo spirituale in un decennio segnato dal consumismo e dalla ‘light art’”.

Di Leggero, in Canada. Sarà sicuramente un altro spettacolo da ricordare.

Il pensiero è un produttore di materia, mostra di Oscar Bony al Cosmocosa (Montevideo 1430, PB), da giovedì 27 giugno al 31 luglio. Dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 19, con ingresso gratuito.

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