(CNN) — Il tempo sta scadendo per evitare la carestia nel Darfur, nel Sudan occidentale, ha avvertito un’agenzia delle Nazioni Unite, mentre l’escalation di violenza devasta la nazione africana.
Le persone sono state costrette a mangiare “erba e gusci di arachidi”, ha detto venerdì il direttore regionale del Programma alimentare mondiale (WFP) per l’Africa orientale. “Se l’assistenza umanitaria non arriva presto, rischiamo di vedere carestie e morti diffuse nel Darfur e in altre aree del Sudan colpite dal conflitto”, ha aggiunto Michael Dunford.
Il Sudan è impantanato nella guerra civile dall’aprile 2023, quando sono scoppiati i combattimenti tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari di supporto rapido (RSF). Si è rapidamente trasformato in un conflitto brutale caratterizzato da segnalazioni di violenza sessuale e genocida, nonché vittime civili, provocando un esodo di rifugiati.
Giovedì, due autisti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) sono stati uccisi da uomini armati nel Sud del Darfur, in un attacco che ha lasciato feriti altri tre membri dello staff, secondo l’organizzazione umanitaria.
La squadra del CICR è stata attaccata mentre era in viaggio per valutare la crisi tra le comunità colpite dalla violenza armata nella regione, ha affermato l’organizzazione.
Il confine tra Sudan e Ciad il 25 aprile. Secondo le Nazioni Unite, più di 8,7 milioni di persone sono state sfollate a causa della guerra tra l’esercito sudanese e i paramilitari RSF. (Dan Kitwood/Getty Images)
L’ultima ondata di violenza arriva mentre le RSF circondano la capitale del Nord Darfur, El Fasher.
Nella città e nei paesi circostanti si è verificato “un aumento delle uccisioni arbitrarie”, “l’incendio sistematico di interi villaggi” e “un’intensificazione dei bombardamenti aerei”, ha detto giovedì il vice coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il Sudan, Toby Hayward.
Hayward ha aggiunto che El Fasher è l’unica città del Darfur a non essere stata catturata dalle RSF e ospita migliaia di persone sfollate a causa della guerra. Secondo l’UNICEF, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, almeno 500.000 di coloro che si sono rifugiati in città sono stati sfollati a causa della violenza in altre parti del Sudan.
Nelle ultime settimane più di 36.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case a El Fasher, ha riferito l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).
Almeno 43 persone sono state uccise dentro e intorno alla città da quando i combattimenti si sono intensificati poco più di due settimane fa, ha detto giovedì il direttore esecutivo dell’UNICEF Catherine Russell.
“I recenti attacchi contro più di una dozzina di villaggi nella parte occidentale di El Fasher hanno portato a notizie orribili di violenza, tra cui violenza sessuale, bambini feriti e morti, case bruciate e distruzione di infrastrutture e forniture civili critiche”, ha spiegato Russell.
Nel frattempo, le consegne di assistenza alimentare in Darfur “sono state intermittenti a causa dei combattimenti e degli infiniti ostacoli burocratici” e, secondo il Programma alimentare mondiale, almeno 1,7 milioni di persone nella regione stanno vivendo livelli di fame di emergenza.
“L’ultima escalation di violenza intorno a El Fasher ha bloccato i convogli di aiuti provenienti dal valico di frontiera di Tine in Ciad, un corridoio umanitario recentemente aperto che passa attraverso la capitale del Nord Darfur”, ha aggiunto il WFP. Le restrizioni imposte dalle autorità nella città costiera di Port Sudan hanno ostacolato la consegna degli aiuti, ha affermato il WFP, impedendo il trasporto degli aiuti attraverso Adré, una città nel vicino Ciad.
Secondo l’OCHA, più di 8,7 milioni di persone, tra cui 4,6 milioni di bambini, sono state sfollate a causa della guerra in Sudan e 24,8 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria.
