Il leader di un’organizzazione radicale mapuche cilena è stato condannato a 23 anni di carcere

Il leader di un’organizzazione radicale mapuche cilena è stato condannato a 23 anni di carcere
Il leader di un’organizzazione radicale mapuche cilena è stato condannato a 23 anni di carcere

Héctor Llaitul, leader radicale mapuche in detenzione preventiva dall’agosto 2023, compare davanti al giudice nella città meridionale di Temuco, nella regione di La Araucanía (Cile). EFE/Camilo Tapia

(Da Santiago, Cile) Questo giorno uno dei processi più emblematici dei cosiddetti “Conflitto mapuche” Cileno: Hector Llaitul, portavoce e leader della Coordinadora Arauco Malleco (CAM), è stato condannato in via definitiva 23 anni di carcere effettivo, dopo essere stato giudicato colpevole di vari crimini contemplati dalla legge sulla sicurezza dello Stato.

Dall’analisi della sentenza si vede che il Tribunale Penale Orale di Temuco ha dato Llaitul 15 anni di reclusione effettiva per i reati consumati ripetutamente disturbo contro l’ordine pubblico.

Lo ha anche condannato a cinque anni di reclusione e il pagamento di una multa di 770 dollari in quanto autore del consumato delitto di furto di legnameGià tre anni quale autore del consumato delitto di attacco contro l’autorità.

Inoltre, il leader del CAM dovrà pagare una multa di 1.050 dollari in quanto autore del reato reiterato usurpazione.

Si precisa che il Ministero dell’Interno e la Procura della Repubblica, ricorrenti nella causa, hanno chiesto 25 anni carcere per il leader mapuche, che oggi ha 56 anni e si trova in detenzione preventiva dall’agosto 2022, periodo che gli verrà detratto dalla pena.

L’udienza, indetta il 22 aprile, è stata segnata dal impennata di violenza e il rafforzamento del contingente di sicurezza nella Macrozona Sud. Ieri le autorità cilene hanno annunciato che la regione di La Araucanía è sotto “Allarme rosso”si legge in una nota della Cooperativa.

Questo perché è possibile attacchi di ritorsione, sia dal CAM che da altre organizzazioni radicali mapuche, dal momento che crudele omicidio di tre agenti di polizia nel comune di Cañete, fatto accaduto pochi giorni dopo che Llaitul fu dichiarato colpevole.

Tuttavia, fino ad oggi non è stato ancora segnalato alcun collegamento tra l’omicidio degli uomini in uniforme e quello del CAM o di qualsiasi altro gruppo estremista della zona.

Il pubblico ministero Roberto Garrido Al termine dell’udienza, ha sottolineato che la sentenza pronunciata dal tribunale presenta “un’importante vicinanza con quanto proposto dalla Procura, ovvero la sentenza pronunciata con la sentenza gravità degli eventi e il numero di crimini che sono stati attribuiti e che sono stati accreditati durante questo processo.”

“Dal nostro punto di vista lo siamo conforme con il lavoro svolto. penso che indagine era molto diligente È stato realizzato in termini oggettivi e nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte”, ha sottolineato.

Il pubblico ministero ha inoltre sottolineato che la sentenza “segna a precedente rilevante nella persecuzione delle organizzazioni criminali che operano nella Macrozona Sud. E in questo senso penso che possiamo ritenerci soddisfatti e contenti del lavoro fatto”.

 
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