Il partito di Marine Le Pen vanta una clamorosa vittoria alle elezioni europee

Il partito di Marine Le Pen vanta una clamorosa vittoria alle elezioni europee
Il partito di Marine Le Pen vanta una clamorosa vittoria alle elezioni europee

Scegli tra “cambiamento” o “continuità”. Con questo messaggio ha chiuso la sua campagna per il elezioni europee capolista del partito di estrema destra francese Raggruppamento nazionale (RN), Giordano Bardella. Il discorso del cambiamento è, in parte, ciò che ha portato il giovane lepenista, 28 anni, a consolidarsi come possibile vincitore, secondo i sondaggi, con il 33% delle intenzioni di voto.

“Domenica prossima astenersi significa votare per Macron”, ha sottolineato Bardella nel suo intervento. RN ha presentato la campagna europea come una sorta di plebiscito sulle politiche del presidente che hanno portato alla presidenza Emanuele Macron negli ultimi anni al loro indici di popolarità più bassi. IL immigrazione irregolareIL sicurezza e il perdita di potere d’acquisto Sono diventati la principale preoccupazione dei francesi.

“Lavori, lavori, lavori… e non riesci a vivere bene. Voilà! Questo cambiamento è normale, ma non è la soluzione”, ha detto Faid, tassista parigino, a EL PERIÓDICO, alludendo all’aumento dell’estrema destra del paese. A suo avviso, il governo Macron ha accumulato problemi irrisolti e mantiene un discorso lontano dalla piazza, due circostanze che, secondo gli analisti, hanno proiettato l’estrema destra in testa ai sondaggi con 17 punti di vantaggio sul candidato del Rinascimento da Macron, Valérie Hayer (15,5%).

Il voto inutile

Un francese su due ritiene che il voto alle elezioni europee di domenica non cambierà affatto la sua situazione, e questo si traduce nei sondaggi, che segnalano un calo di quasi 2 punti di partecipazione rispetto alle elezioni del 2019. Una delusione che se ne accorgono, secondo i dati Ipsos, anche partiti come i socialisti di Raphaël Glucksmann, con il 13,5%, La Francia Insumisa di Jean-Luc Mélenchon, con il 9%, o i repubblicani, con il 6%. La Francia batte un record in queste elezioni con 38 liste e 81 deputati tra cui scegliere.

L’incipiente ritorno di protezionismo è stata una questione fondamentale anche in questa campagna europea e, a differenza di cinque anni fa, la euroscetticismo dopo l’esperienza di Brexit. Le ambizioni ambientaliste francesi, dal canto loro, sono state relegate in secondo piano, con un’intenzione di voto del 5%.

La guerra in tempi di austerità

Il coinvolgimento della Francia nella guerra ucraina e il spesa per la difesa hanno generato un’altra delle grandi controversie della corsa elettorale. Il governo Macron ha difeso il suo discorso secondo cui l’Europa deve essere sovrana in materia militare e per farlo deve attivare la propria industria militare. Un approccio che si è sovrapposto nel tempo agli annunci di politiche di austerità nel Paese, che ha generato il rifiuto dell’opinione pubblica e una divisione del voto.

La stessa divisione che provocano le politiche sull’immigrazione. La sinistra di Mélenchon vuole abrogare il patto su migrazione e asilo, e sostituirà Frontex, l’agenzia europea per le frontiere. Tuttavia, l’estrema destra insiste sulla sua idea del “doppio confine”, anche se Jordan Bardella non ha saputo spiegare come intende attuarla. In mezzo a entrambi, il Rinascimento, con un progetto basato sul patto sull’immigrazione, sui visti prioritari e sull’aumento delle guardie di frontiera per ridurre l’immigrazione irregolare.

Le elezioni europee sono il preludio alla Elezioni presidenziali francesi del 2027, e se vincesse il Raggruppamento Nazionale, Marine Le Pen accarezzerebbe ancora una volta il sogno di raggiungere l’Eliseo. Questa volta senza il suo eterno rivale, Emmanuel Macron, che non potrà più ricandidarsi.

 
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