La giustizia uruguaiana costringe Uber a riconoscere un autista come “lavoratore dipendente”

La giustizia uruguaiana costringe Uber a riconoscere un autista come “lavoratore dipendente”
La giustizia uruguaiana costringe Uber a riconoscere un autista come “lavoratore dipendente”

Quello che è successo?

IL La giustizia uruguaiana ha costretto la società americana di servizi di trasporto Uber a riconoscere il rapporto di lavoro dipendente con uno dei suoi autisti, cosa che fino ad ora non era accaduta nel Paese sudamericano.

La Corte d’appello del lavoro di primo grado ha confermato la sentenza di primo grado emessa a marzo e in favore dell’autista ricorrente ha ordinato a Uber di registrarlo come “lavoratore dipendente” presso l’ente di previdenza sociale uruguaiano BPS, secondo la sentenza deliberata martedì a cui ha avuto accesso l’agenzia AFP.

L’ULTIMO

La sentenza ha condannato Uber a stipulare un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e regolarizzare tutta la documentazione lavorativa in merito allo stato di dipendenza del conducente, nonché al pagamento delle pretese differenze retributive.

Sebbene Uber «si presenti e si definisca come un’azienda tecnologica che fornisce esclusivamente un servizio che consente l’utilizzo di una piattaforma informatica denominata ‘driver app’, la realtà che emerge dal modo in cui è stato eseguito il contratto tra le parti rivela che Uber l’attività non si è limitata a combinare domanda e offerta”, indica la corte.

Secondo i magistrati “c’è stato un coinvolgimento nella fase di esecuzione del servizio di trasporto ed una preponderante ingerenza e partecipazione di Uber nelle modalità di erogazione di detto servizio, essendo l’attore come un motore ad essa legato, un ingranaggio della sua organizzazione in vista del raggiungimento dell’obiettivo dell’azienda”.

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L’autista in questione lavora con la piattaforma Uber dal 2015.

Il servizio Uber, società con sede negli Stati Uniti, è disponibile in circa 70 paesi in America, Europa (Russia esclusa), Medio Oriente, Africa e Asia (Cina e Sud-Est asiatico esclusi).

La piattaforma di trasporto, creata nel 2010, difende vigorosamente l’uso dello status di lavoratore indipendente, ma le sentenze dei tribunali di diversi paesi l’hanno costretta a concedere lo status di lavoratore dipendente ai suoi autisti.

Tutto su Uber

 
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