Guerra tra Israele e Gaza, in diretta | La Spagna chiede formalmente alla Corte delle Nazioni Unite di intervenire nel caso del Sudafrica contro Israele per genocidio | Internazionale

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Guerra tra Israele e Gaza, in diretta | La Spagna chiede formalmente alla Corte delle Nazioni Unite di intervenire nel caso del Sudafrica contro Israele per genocidio | Internazionale

L’OMS avverte del possibile aumento delle malattie trasmissibili con l’arrivo dell’estate a Gaza

Le alte temperature registrate a Gaza, sommate alla mancanza di acqua potabile dovuta alla scarsità di carburante per depurarla, possono provocare, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un aumento delle malattie trasmissibili. “Quando fa caldo e non ci sono servizi igienico-sanitari, le fonti d’acqua sono più facilmente contaminabili, il che provoca malattie come la diarrea”, ha detto il portavoce dell’OMS Tarik Jasarevic, in una conferenza stampa ai media accreditati all’ONU a Ginevra.

I casi di diarrea sono già in aumento a Gaza, aggiungendosi agli oltre 470.000 segnalati dall’OMS dall’inizio del conflitto, di cui oltre 110.000 corrispondono a bambini sotto i 5 anni di età. Secondo il portavoce, questi bambini affrontano una combinazione “potenzialmente mortale”, poiché molti soffrono anche di malnutrizione e incontrano gravi difficoltà nell’accesso alle cure sanitarie necessarie.

Jasarevic ha inoltre messo in guardia contro un aumento delle malattie della pelle e un’epidemia di epatite A tra la popolazione di Gaza, causata principalmente dal consumo di acqua contaminata proveniente da fonti “inaffidabili” e con contenitori “inadeguati e antigienici”.

Tuttavia, l’esperto ha assicurato che queste malattie possono essere trasmesse non solo attraverso l’acqua contaminata, ma anche attraverso il cibo, che corre il rischio di deteriorarsi più rapidamente a causa delle alte temperature.

Un altro vettore di contagio sono le mosche e le zanzare, responsabili di malattie come la dengue o la malaria e che tendono a proliferare con il caldo e con una gestione inadeguata dei rifiuti solidi. In questo senso, la responsabile delle comunicazioni dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), Louise Wateridge, ha assicurato che molti palestinesi vivono in campi circondati dai propri rifiuti, una situazione che rende le condizioni di vita “estremamente terribili”. (Efe)

 
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