La NATO cambia affinché nulla cambi

La NATO cambia affinché nulla cambi
La NATO cambia affinché nulla cambi

Il 20 giugno I 32 membri della NATO hanno deciso che l’ex primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, sarà il prossimo segretario generale dell’organizzazione a partire da ottobre.

La scelta di Rutte pone fine al lungo mandato del norvegese Jens Stoltenberg, la cui amministrazione è stata prolungata quattro volte a causa della mancanza di accordi interni per eleggere un successore concordato da tutti i governi, in un contesto di divergenze interne particolarmente esacerbate dalla guerra contro la Russia sul territorio ucraino.

Per raggiungere quella posizione, l’olandese ha effettuato una vasta campagna di quasi otto mesi, in cui Il suo sostegno principale, naturalmente, venne dal governo degli Stati Uniti. Successivamente, i leader di Regno Unito, Germania e Francia si uniranno al loro sostegno.

Il suo principale concorrente è stato il presidente della Romania, Klaus Iohannis, che ha deciso all’ultimo momento di lanciare la sua candidatura, come una rivendicazione dell’Europa dell’Est, dato il rifiuto storico dei governi occidentali di sostenere una candidatura proveniente da quello spazio politico.

Iohannis ha avuto un solo voto, ma strategico: quello del primo ministro Viktor Orban, che ha usato il suo dissenso per guadagnare influenza e ritirare l’Ungheria da qualsiasi tipo di sostegno all’Ucraina.

Ma Il cambio di leadership non significa un nuovo orientamento per la NATO. In effetti, la sfida principale dell’alleanza continuerà ad essere il sostegno all’Ucraina, in una guerra che finora ha portato pochi vantaggi ai paesi atlantici nel loro insieme, al di là degli ampi benefici ottenuti dalle compagnie di armi europee e americane.

In questo senso, Rutte è stato un sostenitore incondizionato dell’Ucraina fin dall’inizio del conflitto con la Russia, nel febbraio 2022. I Paesi Bassi sono oggi la terza nazione europea più grande.poi il Regno Unito e la Germania, che ha contribuito con maggiori risorse alla guerra contro la Russia: quasi sei miliardi di dollari, fornendo aerei da combattimento F-16, artiglieria, droni e munizioni, e investendo massicciamente nella modernizzazione dell’esercito ucraino.

Il 1° marzo, mentre era ancora primo ministro, Rutte firmò un accordo di sicurezza con l’Ucraina in cui i Paesi Bassi si impegnavano a finanziare la fornitura di 800.000 proiettili. È diventato anche il settimo leader occidentale a firmare un accordo di sicurezza con l’Ucraina che prevedeva una spesa di almeno 2,2 miliardi di dollari in 10 anni. Non in vano Zelenskyj chiama pubblicamente Rutte “il mio amico Mark”.

Al di là della guerra in Ucraina, il nuovo segretario generale della NATO dovrà confrontarsi con una tendenza che minaccia di indebolire il blocco e potrebbe anche motivare nuovi scontri interni. Le elezioni presidenziali di novembre potrebbero segnare il ritorno al potere del Donald Trump Chi Aveva già espresso il suo interesse a ritirare gli Stati Uniti dalla NATO.responsabile di buona parte del suo sostegno finanziario a fronte dei contributi insufficienti degli altri membri dell’organizzazione.

Adesso si aggiungerebbe anche il disaccordo del repubblicano con l’impegno militare ed economico in Ucraina e la sua profonda critica alla figura di Zelenskyj. Ma un eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca sarebbe solo una parte del problema affrontato da un leader con una vasta esperienza e capacità di negoziazione come Mark Rutte.

In effetti, le divisioni interne potrebbero aggravarsi se partiti e organizzazioni di estrema destra riuscissero ad accedere ad altri governi, come è già accaduto in Italia e nei Paesi Bassi, e come si teme potrebbe accadere presto anche in Francia. Decisamente Isolazionismo e ultranazionalismo potrebbero scontrarsi con la volontà dei paesi dell’Europa orientale che, invece, cercano di approfondire l’attuale politica belligerante della NATO contro la Russia.

Uno scenario afflitto da divergenze e, infine, da una crescente frammentazione interna trasformerà l’ex uomo forte della politica olandese nel leader provvidenziale capace di fare appello al consenso per mantenere accordi politici e un nucleo fondamentale di coincidenza programmatica.

Per ogni evenienza, e di fronte a coloro che credono ingenuamente che, a causa del suo passato, Mark Rutte fornirà alla leadership della NATO un profilo più negoziale e ancora più compromettente, tutto ciò che dobbiamo fare è rivedere alcune delle sue recenti dichiarazioni. Ad aprile, durante un dibattito parlamentare, aveva invitato a “non sopravvalutare mentalmente Putin (poiché) non è un uomo forte, non è un ragazzo forte”.

E a conclusione del recente incontro internazionale di pace organizzato dall’Ucraina e con notevoli assenze politiche, Rutte ha affermato che il presidente russo “deve essere stato preso dal panico” di fronte al “successo” dell’incontro di Kiev. Parafrasando Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del celebre Il Leopardocon la nomina di Rutte a capo della NATO, si promuove un cambiamento tale che, in realtà, non cambia nulla…

 
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