Libri a Saragozza | Magalí Etchebarne (presenta ‘La vita davanti a Saragozza’): “Ciò che non viene detto e il passato sono molto presenti in tutte le storie”

Libri a Saragozza | Magalí Etchebarne (presenta ‘La vita davanti a Saragozza’): “Ciò che non viene detto e il passato sono molto presenti in tutte le storie”
Libri a Saragozza | Magalí Etchebarne (presenta ‘La vita davanti a Saragozza’): “Ciò che non viene detto e il passato sono molto presenti in tutte le storie”

La vita davanti a sé. Un cliché? «Mi è piaciuto perché sì, è un luogo comune, e quelli hanno un po’ di verità ma quasi tutti capricci e vuote bugie. Me lo dicevano spesso quando ero giovane: ‘hai tutta la vita davanti’. E mi sembrava una frase che mi lasciasse solo, che non volesse dire nulla. “Ciò che avevo era ciò che soffrivo lì, e il passato.” Ed è così che è nata l’Argentina Magalí Etchebarne ha trovato il titolo della sua opera “La vita davanti a sé” (dà anche il nome al secondo racconto), vincitrice dell’VIII Premio Ribera del Duero, che presenta questo giovedì al Kiosco de las Letras (19:30) nell’ambito della programmazione della Fiera del Libro di Saragozza.

Imparentato

Il libro pluripremiato si compone di quattro racconti in cui ciò che non viene detto, come di solito accade in tutti i racconti, è di vitale importanza: «Ciò che non viene detto… ma anche qui il passato è ben presente in tutti. E in quel passato ci sono cose non dette al momento, ma ricordate poi. Una volta ricordati, compresi, la vita li ravviva e appare con più luminosità e chiarezza. Questi personaggi capiscono qualcosa. In generale, durante la scrittura, il passato ha funzionato come una seconda fase della registrazione che mi ha aiutato a comprendere quel presente oscuro,” spiega l’autore, immerso in un lungo tour di presentazione in Spagna.

Finali inconcludenti

Naturalmente nessuno si aspetta finali chiusi perché seguendo la tradizione della storia tutto rimane lì, dice Etchebarne: «In genere finiscono quando potrebbe ancora succedere qualcos’altro. Penso che potrebbero chiedere più chiarezza, qualche risoluzione,… La terza (Ash Season) è l’unica che ha un finale un po’ più conclusivo o almeno sembra che questa donna tenterà di rimuovere le pietre da se stessa,” spiega.

E il fatto è che le donne sono protagoniste delle trame principali di quest’opera: «Quando ho iniziato a scrivere avevo l’idea che le quattro storie fossero collegate, che ci fossero degli elementi che le univano, lo stesso clima. Ecco perché i personaggi appartengono alla stessa generazione, donne sopra i 40 anni. È un decennio un po’ disperato, con donne disilluse, con un po’ di saggezza ma anche di stanchezza. C’è qualcosa che li attraversa tutti ed è un filo che li collega in questo lavoro”, dice l’argentino.

La vita con umorismo

Altro tratto caratteristico che percorre questa ‘La vita davanti a sé’ è l’umorismo, qualcosa che si comprende nel bisogno vitale che ne ha la scrittrice, come lei stessa chiarisce: «Toglie peso a tutto e lo trovo molto importante nella vita. A volte le storie erano difficili da leggere per me, anche con scene tragicomiche. Per questo motivo c’è qualche parodia che mi aiuta a prendere le distanze dalle emozioni perché se non riescono a prendere il narratore e non voglio scrivere mi commuovo se non è quello che cerco veramente.

Se sta cambiando il modo di vedere la storia della letteratura dal punto di vista di una donna, anche Etchebarne ha una risposta chiara: “Ciò che sta cambiando sono le generazioni più giovani, con idee migliori e un altro modo di leggere. È molto difficile dirvi che la storia della letteratura è fatta solo da gentiluomini. E questo non accade alle generazioni sopra di noi. Le donne hanno sempre scritto sugli stessi argomenti degli uomini”, conclude.

 
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