Roemmers, tra letteratura e cinema

Roemmers, tra letteratura e cinema
Roemmers, tra letteratura e cinema

“Siamo riconosciuti all’estero per i nostri artisti, scrittori e scienziati, mi piacerebbe che questo continuasse ad accadere” dice Alessandro Roemmers, uomo d’affari, filantropo e scrittore che ha presentato il suo libro “Il Giovane Principe indica la via”, un nuovo capitolo del suo personaggio ispirato alla classica storia di Antoine de Saint-Exupéry. Il suo libro precedente, “Il ritorno del giovane principe”, ha venduto più di 3 milioni di copie in 30 paesi ed è stato tradotto in diverse lingue. Il nipote del fondatore della Laboratori Roemmers All’età di 45 anni decide di cedere le sue quote nella società per dedicarsi completamente alla scrittura, ma si cimenta anche nel settore audiovisivo, realizzando documentari. Parliamo con Roemers.

Giornalista: Da dove viene quel gusto per la letteratura, la cultura e l’arte che ti ha reso un attore piuttosto che un semplice spettatore?

Alessandro Roemmers: Fin da piccoli e insieme ai miei fratelli, siamo cresciuti in un ambiente circondato da cultura e arte. I miei genitori sono sempre stati legati all’arte e impegnati nei diversi aspetti della cultura. Per quanto riguarda la letteratura, ho iniziato a scrivere fin da piccolissima, fin da piccola ho trovato nella poesia un modo per esprimermi e catturare le mie emozioni, il modo in cui mi sentivo e come attraversavo le diverse fasi che ho vissuto anche durante l’adolescenza.

D: Sei riuscito a rimanere circondato da riferimenti, premi Nobel e perfino il Papa, come ci si riesce e perché questo desiderio di essere tra accademici e leader?

RA: Penso che il destino e forse il mio modo di agire o i diversi atti di filantropia che ho accompagnato in questi anni mi abbiano portato in luoghi e traguardi diversi, che senza dubbio sono stati molto importanti. Da ogni incontro o incontro, è sempre una grande esperienza scambiare opinioni o punti di vista con personalità così importanti, e poterli ascoltare è nutriente.

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D: Come pianificate la produzione audiovisiva?

RA: Quest’anno, fortunatamente, ci sono un paio di progetti audiovisivi in ​​corso. Da un lato uscirà la seconda parte di “Giovani dipendenze”, che era la produzione che abbiamo lanciato l’anno scorso insieme a Onza. Con il titolo “Vulnerables” questa nuova serie di documentari si concentra sui problemi di salute mentale dei giovani tra i 12 e i 29 anni, concentrandosi sul suicidio degli adolescenti, sugli abusi sessuali sui minori e sull’ossessione degli adolescenti per l’aspetto fisico. Sto invece lavorando a un film basato su fatti realmente accaduti, che racconta la storia di un gruppo di giovani che hanno deciso di togliersi la vita su un ponte. Il focus principale della storia è il suicidio degli adolescenti, ma affronta anche temi come il bullismo, la mancanza di sostegno da parte di familiari e amici, la solitudine, i rapporti familiari, l’amore, l’amicizia tra giovani, la speranza e la fede, tra gli altri.

D: Quali spettacoli hai in programma?

RA: A breve termine non sono previsti progetti teatrali, ma è senza dubbio un ambito che mi piace molto. Mi è davvero piaciuto lavorare per il musical Franciscus, che ha debuttato nel 2016, così come per Regreso en Patagonia, nel 2022.

Q: Com’è il tuo nuovo libro?

RA: Il giovane principe indica la strada è un libro a cui stavo lavorando da molto tempo. Dopo aver fatto il giro del mondo con Il ritorno del giovane principe, ho voluto dare un secondo capitolo a questa storia, che ha conquistato persone di tutte le età. La prima parte raccontava il ritorno sulla Terra del Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry, con la stessa visione umanistica e spirituale del mondo; con un messaggio di speranza e l’asse nella trasmissione dei valori umani. Questa seconda parte racconta già il Principe in età adolescenziale, che attraversa le stesse situazioni che può vivere un giovane al liceo, il suo rapporto con i compagni di classe e i diversi problemi che attraversano i giovani di oggi: dipendenza dalla tecnologia e social networks; il loro rapporto con gli adulti; ma con un finale che, come il libro precedente, lascia il lettore a pensare e riconsiderare diverse questioni della vita.

Q: Come vedi la cultura in questo momento di forti tagli? L’Incaa, il Proteatro, la FNA, l’INT, i tagli all’istruzione e alla scienza…..

RA: Credo che la cultura e l’istruzione siano una delle cose più importanti che un Paese possa avere e contribuiscano all’identità di una Nazione. L’Argentina è un Paese che ha saputo e sa posizionarsi in questi ambiti a livello mondiale.

 
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