Alcune domande sui piani di sviluppo del Chocó

Alcune domande sui piani di sviluppo del Chocó
Alcune domande sui piani di sviluppo del Chocó

Julio César Uribe Hermocillo

Di Julio César Uribe Hermocillo. Tratto da El Guarengue. https://miguarengue.blogspot.com/2024/04/unas-cuantas-preguntas-sobre-los-planes.html

Perché non limitare i piani di sviluppo del Chocó e dei suoi comuni, indirizzandoli verso la soluzione reale dei problemi storici di qualità della vita e di garanzia dei diritti della popolazione; E dopo, proprio lì, pensate a quante cose iperboliche possiamo pensare?

E se, invece di fare il gioco della megalomania dello sviluppo, che è più un errore ed un’entelechia che una realtà; I piani di sviluppo municipali e dipartimentali del Chocó, e le loro equivalenze nel Piano di Sviluppo Nazionale, sono diventati un impegno di governo collettivo e semplice, serio e sistematico, mirato alla creazione di condizioni fondamentali di dignità umana per la vita quotidiana delle persone. iniziando risolvendo i loro bisogni primari insoddisfatti…?

Non dovrebbe essere un obiettivo dei piani di sviluppo del dipartimento e di tutti i suoi comuni che, anche nell’ultimo comune di Chocó, quello che non compare nemmeno sulle mappe comunali, si smetta di illuminare e cucinare con lampade a cherosene? o con le candele, non berresti più acqua non potabile o non dovresti usare il fiume, il ruscello o il patio di casa come toilette e discarica, e che nessuno andrebbe a letto affamato…?

Non dovrebbe essere un impegno sacro della Presidenza, del Governo e dei sindaci garantire l’accesso universale e gratuito a un’istruzione adeguata e di qualità e a servizi sanitari rapidi e tempestivi, a tutti i livelli; si tradurrebbe in realtà quali la scomparsa dell’analfabetismo nel Chocó, l’aumento della quantità e della qualità di talenti autoctoni idonei che prestano i loro servizi professionali nella terra in cui sono nati e l’effettiva riduzione delle morti causate da malattie che possono essere prevenute o trattati in modo tempestivo ed efficace?

Sicurezza alimentare, produzione agricola basata su sistemi di produzione ancestrali, reddito derivante da un lavoro dignitoso e disponibilità di tempo libero creativo per la coltivazione della tradizione culturale in tutte le sue espressioni; Non dovrebbero far parte, in modo certo e concreto, dei pilastri della pianificazione dello sviluppo locale e regionale del Chocó e dei suoi comuni?

Nei piani governativi non si dovrebbe dare priorità alla costruzione di strade locali, comunali e regionali, strade e viali urbani; e alla cura permanente dei fiumi, come vie principali del sistema circolatorio della vita e degli abitanti del Chocó; sopra i corsi d’acqua interoceanici e altre antiche chimere?

Il governo nazionale, i sindaci comunali e il governo di Chocó non dovrebbero fare ogni sforzo per porre fine una volta per tutte alla sovranità fraudolenta e disumana esercitata da criminali di ogni tipo e condizione e da gruppi armati fuori legge? che creano e distruggono con la vita delle persone nei quartieri e nelle strade di città come Quibdó, e nei fiumi e mari, delta ed estuari, delle comunità rurali delle sottoregioni del Chocó, violando con la loro presenza, con le sue armi e le sue azioni, tutti i diritti umani, i diritti economici, sociali, culturali e ambientali e i diritti delle persone?

Garantire la vita e i diritti delle persone non dovrebbe essere una condizione sine qua non di qualsiasi proposta di sviluppo, e questa premessa non dovrebbe includere – senza alcun pregiudizio – il possesso effettivo e l’usufrutto integrale dei loro territori di proprietà collettiva da parte dei popoli indigeni e delle comunità nere?

I pianificatori statali dello sviluppo locale e regionale del Chocó non dovrebbero essere pienamente coscienti e consapevoli che le riserve indigene e i territori collettivi delle comunità nere non hanno come scopo principale la realizzazione di megaprogetti di presunta utilità nazionale e internazionale, ma piuttosto la sostegno della vita e del benessere di queste comunità e popoli, dal loro punto di vista e nel quadro delle loro realtà e della loro storia sociale, culturale e ambientale…?

È così difficile accettare che nessuno sviluppo è umano se non include le persone, che nessuno sviluppo è sostenibile se non preserva la natura; Che umano e sostenibile non sono semplici aggettivi jolly per decorare la verbosità dietro la quale si nasconde l’avidità del grande capitale, che porta inevitabilmente a ecocidi ed etnocidi irreparabili…?

 
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