I dettagli scioccanti rivelati dalla denuncia dell’INDH per la morte di un coscritto a Putre

I dettagli scioccanti rivelati dalla denuncia dell’INDH per la morte di un coscritto a Putre
I dettagli scioccanti rivelati dalla denuncia dell’INDH per la morte di un coscritto a Putre

Dettagli scioccanti e sconosciuti contenuti la denuncia penale presentata dall’Istituto Nazionale dei Diritti Umani (INDH) contro i responsabili di quanto accaduto ai coscritti della Brigata Motorizzata N. 24 “Huamachuco”, con sede nella città settentrionale di Putre e culminato con la morte del soldato Franco Vargas, 19 anni.

Nel ricorso giurisdizionale presentato da il reato di “coercizione illegittima”, Si precisa che “dal 21 aprile di quest’anno, circa 250 giovani soldati di leva appartenenti al Reggimento Motorizzato N° 24 ‘Huamachuco’ di Putre, facevano parte di un addestramento militare che li portava nel settore denominato “Pacollo”‘.

Aggiunge che i membri del gruppo erano 45 soldati arruolati “Sono stati sottoposti a percosse con i piedi e con i pugni da parte dei loro superiori in carica, in qualsiasi contesto e tempo: mentre si svolgeva l’istruzione, mentre dormivano, mangiavano o durante le passeggiate. E aggiunge che “queste passeggiate potrebbero avvenire di notte con temperature sotto lo zero, senza indumenti adeguati, oppure di giorno senza una minima protezione solare”.

Viene poi indicato che i soldati furono privati ​​del sonno per diverse notti, che in gergo militare si chiama “immaginario”, nelle quali veniva loro concesso di dormire solo un’ora per notte, per poi proseguire con l’istruzione. Inoltre, i coscritti furono smascherati “agli escrementi di topo negli spazi di preparazione e consumo del cibo, oltre a costringerli a mangiare con le mani dallo stesso vassoio del gruppo non dando loro elementi basilari come i cucchiai”.

In un’altra parte del suo contenuto, la denuncia indica che i coscritti “Sono stati costretti a utilizzare le latrine senza accesso a misure igieniche di igiene personale, spazi saturi di escrementi umani, senza acqua corrente, sapone o carta igienica, in gruppi fino a 15 persone che defecano contemporaneamente.

Viene inoltre indicato che “tutte queste situazioni sono avvenute a 4.600 metri sul livello del mare, con temperature notturne di -15 gradi e con tassi di radiazione solare estremamente elevati durante il giorno.”

Uno dei militari ha riferito che le condizioni strutturali ed igieniche nel complesso di Pacollo erano “deplorevoli”. “Il tetto aveva dei buchi che lasciavano entrare l’aria fredda, non c’erano finestre, il posto era sempre esposto al freddo. Sono stati forniti loro indumenti caldi adatti alle basse temperature, ma è stato loro permesso di indossarli raramente”, si legge nella denuncia.

Nel documento si precisa inoltre che tutte queste situazioni si sono verificate nell’arco di a contesto di abuso verbale permanente, con frasi a connotazione omofobica o sessuale.

Anche alcuni istruttori, si legge nel testo, ripetevano la frase “un po’ meno è meglio”anche dopo la morte del coscritto Franco Vargas, situazione di cui alcuni soldati furono testimoni diretti.

Lo afferma la denuncia “nei fatti si denunciano gli atti illeciti dei pubblici ufficiali, corrispondenti ad ufficiali dell’Esercito cileno.”

In questo contesto, l’azione legale dell’INDH richiede che, in conformità con le disposizioni dell’articolo 113 lettera e del Codice di procedura penale, si chieda al Pubblico Ministero di “svolgere tutte quelle procedure per l’indagine dei reati di coercizione illegittima e di “Un ampio ordine di indagare è stato emesso alla polizia investigativa cilena.”

Nel procedimento investigativo si chiede di identificare i (ex) soldati di leva dell’“ultimo gruppo di 45” dei 250 soldati che erano in addestramento nella Brigata Motorizzata N° 24 “Huamachuco” di Putre, e viene raccolta una dichiarazione su di loro sono stati identificati gli ufficiali dell’esercito cileno incaricati dell’istruzione.

Il ricorso chiede inoltre che venga interpellato l’Ospedale Regionale Dott. Juan Noé, di Arica cartelle cliniche dei soldati che sono stati trasferiti nelle loro strutture e viene informato il Servizio Medico Legale (SML) affinché possano essere effettuati esami psicologici e fisici sulle vittime.

Nella denuncia si precisa che l’elenco di tutti i coscritti che prestavano servizio militare a quella data (maggio 2024) viene richiesto anche attraverso una richiesta di informazioni ai sensi dell’articolo 19 del codice di procedura penale, al Comando della VI Divisione di all’Esercito in quel reggimento di Putre, che siano trasmessi i protocolli esistenti nell’Esercito relativi alle missioni di leva e all’addestramento in quota, e che informazioni dettagliate e documentate sulla catena di comando dell’unità militare con sede nella regione di Arica e Parinacota.

Dopo la presentazione dell’azione giudiziaria, l’INDH ha riferito che il Tribunale di Garanzia di Arica ha dichiarato ammissibile la denuncia presentata per coercizione illegittima, dopo la morte del coscritto Franco Vargas, di 19 anni.

Secondo quanto affermato, la giudice Paulina Zúñiga ha fissato un’udienza per il prossimo 30 maggio per stabilire se i tribunali civili fossero appropriati in questo caso, come richiesto dall’organizzazione per i diritti umani, che ha chiesto fin dall’inizio la definizione di quale tribunale deciderà, se dovrebbe essere giustizia militare o civile.

L’INDH ha indicato nella sua denuncia che l’esercito, attraverso diversi media, ha riferito di aver presentato i retroscena del caso Putre davanti alla giustizia militare. Secondo l’agenzia, però, i fatti corrispondono a pressioni illegittime. Questo reato è previsto dal codice penale. Si tratta cioè, sostiene l’istituto, di un reato straniero che non lede fini o beni giuridici strettamente militari.

 
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