Il sindaco di Popayán propone la creazione di un tavolo di dialogo per la pace a Cauca a causa dell’escalation di violenza nel dipartimento

Il sindaco di Popayán propone la creazione di un tavolo di dialogo per la pace a Cauca a causa dell’escalation di violenza nel dipartimento
Il sindaco di Popayán propone la creazione di un tavolo di dialogo per la pace a Cauca a causa dell’escalation di violenza nel dipartimento

Il sindaco di Popayán, Juan Carlos Muñozha parlato con EL TIEMPO dell’escalation di violenza che sta vivendo il dipartimento del Cauca nel contesto della politica “pace totale” da parte del governo nazionale.

(Nel contesto: offrono una ricompensa di 50 milioni di dollari a chiunque fornisca informazioni sugli autori dell’attacco che ha lasciato ferito un agente di polizia a Popayán)

Ha assicurato che è necessario creare un tavolo di dialogo regionale, come quello di Nariño, per cercare la pace nel dipartimento. Proprio questo venerdì c’è stato un attacco contro una stazione di polizia a Popayán, che ha provocato un ferimento.


Autocarro con cassone ribaltabile dell’attacco a Popayán

Foto:Fascicolo privato

Nel Cauca il conflitto si è intensificato negli ultimi mesi, come nel caso del recente attentato. Cosa ne pensa della politica di “pace totale” del presidente Gustavo Petro?

Perché crede che sia importante avere un tavolo regionale e non aspettare quello che succede al tavolo nazionale?

Perché è un dipartimento con un’identità diversa. È un dipartimento molto denso e molto grande. Chiama tutti quegli attori a un tavolo di dialogo proprio come ha fatto Nariño. Perché non farlo con questo dipartimento? Cauca lo apprezzerebbe immensamente perché formalizzerebbe un tavolo di dialogo di pace in un dipartimento convulso come il nostro. Questa è la chiamata, è necessario farlo.

Juan Carlos Muñoz, sindaco di Popayán

Foto:X: @JuanCarlosM_B

Qual è la realtà che la città sta vivendo nel mezzo di questa escalation di violenza nel Cauca?

È un dipartimento costantemente attaccato da gruppi illegali, vittima di violenza. Questa situazione, da anni, colpisce la nostra città a causa del massiccio spostamento di comunità verso la capitale. Si creano così quartieri irregolari intorno alla città, quartieri senza servizi pubblici. Negli ultimi anni a Popayán sono arrivate quasi 80.000 vittime e questo fa sì che la città si senta costretta ad assisterle finanziariamente, ma non abbiamo tutti i soldi per farlo. Abbiamo fatto sforzi per poterli servire. Il primo contratto che abbiamo firmato quest’anno riguardava, appunto, una casa di accoglienza per servire tutte queste famiglie.

(In altre notizie: con chi si siederà il Governo al tavolo delle trattative con la ‘Seconda Marquetalia’?)

È difficile governare così, arrivi con alcuni progetti ma la guerra ti costringe a destinare risorse ad altri programmi…

A Popayán restano circa 100.000 milioni all’anno. Un singolo ponte costa 50.000 milioni di pesos, quindi dobbiamo dedicare metà del budget di un anno per costruire un ponte di cui la città ha bisogno. La città è cresciuta verso nord, ma non con pianificazione. Ecco perché vogliamo realizzarne uno inquadrato in un piano generale.

MATEO GARCÍA – EDITORIALE POLITICO


#Colombia

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

-