Fecode ha indetto uno sciopero a tempo indeterminato per respingere il progetto di legge

Fecode ha indetto uno sciopero a tempo indeterminato per respingere il progetto di legge
Fecode ha indetto uno sciopero a tempo indeterminato per respingere il progetto di legge

La Federazione colombiana degli educatori (Fecode) ha indetto uno sciopero a tempo indeterminato a partire dal 12 giugno, respingendo il progetto di modifica della legge statutaria pendente al Congresso. Con varie attività in tutto il paese, inclusa una grande marcia a Bogotà, gli insegnanti stanno cercando di far ritirare il progetto.

A Yopal, ieri, 12 giugno, si è tenuta un’assemblea generale e oggi si svolgerà una marcia per le strade della capitale del dipartimento. Durante questa giornata verrà presentato il programma delle manifestazioni. Secondo Fecode, la decisione di scioperare si basa sulla percezione che venga violata la sostanza del diritto all’istruzione, precedentemente concordato tra diversi settori rispetto alla legge statutaria.

I sindacati degli insegnanti hanno affermato che il giorno del licenziamento non toccherà gli studenti, dato che mancano tre giorni alle vacanze.

Juvenal Carrillo, presidente del Sindacato insegnanti Casanare (Simac), ha spiegato le ragioni che hanno portato gli educatori del dipartimento a marciare lungo le strade principali della città in segno di rifiuto delle modifiche proposte alla riforma educativa. Ha confermato che lo sciopero a tempo indeterminato indetto da Fecode continuerà.

Il leader sindacale ha illustrato tre punti importanti della manifestazione degli insegnanti. Il primo punto è la trasformazione dell’istruzione da un diritto fondamentale frequentato al 100% dallo Stato a un’istruzione mista frequentata dallo Stato e dai singoli individui. Secondo il sindacato, questa modifica toglie fondi all’istruzione pubblica, riduce le risorse necessarie a coprire tutti i bisogni e crea problemi nell’assunzione del personale amministrativo e di sicurezza negli istituti scolastici.

Il secondo punto è la riduzione dell’obbligo prescolastico per i bambini di 3 e 4 anni, cosa che influenzerebbe il loro sviluppo pedagogico. Il disegno di legge propone che la scuola materna non sia più obbligatoria, limitando l’istruzione pubblica alla transizione. Secondo gli studi pedagogici, gli anni 3, 4 e 5 sono cruciali per lo sviluppo delle conoscenze nei bambini e la loro inclusione nell’istruzione pubblica è essenziale.

Il terzo punto è la perdita dell’autonomia istituzionale. I sindacalisti degli insegnanti assicurano che ciò implicherebbe l’imposizione di linee guida ministeriali senza considerare le caratteristiche regionali e le consuetudini della comunità educativa. Inoltre, la libertà accademica verrebbe limitata, limitando la capacità degli istituti di decidere il proprio orientamento educativo.

Il disegno di legge introduce anche la possibilità di utilizzare voucher scolastici o voucher che, secondo gli insegnanti, potrebbero sostituire il finanziamento diretto agli istituti con voucher dati alle famiglie in modo che sia il genitore a decidere dove far studiare i propri figli.

La controversia si risolverà al Congresso della Repubblica, dove il progetto è a un solo dibattito dall’approvazione. Ogni punto ha i suoi difensori e detrattori e fa parte di un insieme di regole che sono state per lo più approvate con il consenso di tutti i partiti.

Si prevede che nei prossimi giorni si arrivi a una soluzione che vada a vantaggio dei bambini e dei giovani, dando priorità alla tutela del diritto all’istruzione, al di sopra delle pretese politiche o sindacali.

 
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