“Le cose”, nella sala Teneas a Neuquén

Che cosa sono le cose? si chiese Silvina Mañueco e le sue mani tesero un metro di tessuto molto antico. Antico quanto la fine del XIX secolo, apparteneva ai suoi bisnonni.
Forse è stata quell’appartenenza familiare, riuscita a sopravvivere più di un secolo, a stimolarla a interrogarsi sulle cose e su cosa succede loro nel tempo. E le persone, ovviamente. La vita di quegli oggetti nella vita delle persone che li hanno avuti tra le mani.

Scritto e interpretato da Silvina Mañueco, che ha curato anche la regia e la scenografia, “The Things” propone di guardare agli oggetti che ci circondano, che configurano la realtà in cui ci immergiamo, osservando la nostra identità personale attraverso ciò che viene ricordato attraverso le cose, cose che evocano sensazioni e fanno parte di storie.

Le cose, continua la sinossi, “possono essere una persona. Una sedia è mio nonno seduto a tavola la domenica; un filo, sono le mani di mia nonna sulla macchina da cucire; “Una bambola è il riflesso del gioco vivente in una persona.”

L’opera potrà essere vista questo sabato, alle 21, a Teneas (Leguizamón 1701, Neuquén).
“’The Things’ è un lavoro che nasce da un processo di ricerca di oggetti che avevano a che fare con la mia vita, che appartenevano ai miei nonni, e ai quali, lavorando con loro, ho cominciato a trovare per loro un’identità territoriale,” dice Silvina Mañueco, in un dialogo con Diario di RÍO NEGRO.

Questo lavoro di osservazione di come questi oggetti la riconducessero ad un’identità personale e anche ad un territorio, l’ha spinta alla costruzione drammaturgica di una serie di storie che hanno a che fare con la sua vita e anche con quella di tante persone dell’Alto Valle, “perché sono oggetti che risuonano anche, che sono familiari alla nostra vita”, sottolinea.

La mia intenzione era proprio quella di lavorare su quei limiti tra corpo e oggetto.”

Silvina Manuelco

Nell’ambito di una specializzazione in teatro d’oggetti, interattività e nuovi media insegnata dall’Università Nazionale d’Arte, diretta da Ana Alvarado, le sono arrivati ​​alcuni oggetti appartenuti ai suoi nonni. Tra questi, il metro tessile: “Ho cominciato a indagare quei rapporti tra il metro, tra la misurazione dello scorrere del tempo, il flusso dell’acqua del fiume e così, attraverso quella connessione di un oggetto specifico con una storia, con i segni, con le impronte io l’ho raccontato alla mia storia con il fiume, con la fattoria.”

L’opera è composta da micro-racconti visivi. È un’opera interattiva dove il pubblico ha la sua parte riservata: attraverso www.quésonlascosas.com puoi lasciare il tuo audio rispondendo alla domanda “cosa sono le cose per te” o “quali cose hanno memoria per te”. Quelle voci, quelle del pubblico attraverso quegli audio, sono gli unici testi parlati ascoltati nell’opera. “Si generano queste micro-storie visive dove, sebbene ci sia una narrazione che ha a che fare con la storia familiare, l’invito, ogni spettatore può anche ricostruire la propria storia. È una drammaturgia aperta allo spettatore da completare”, spiega Mañueco.

La partecipazione del pubblico è facoltativa e c’è tempo, per chi decide di farlo, fino a pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Gli audio inviati vengono ascoltati in un momento specifico del lavoro.
“Inizialmente, la produzione è nata come un’installazione teatrale di oggetti che abbiamo presentato in anteprima al Museo Municipale di Belle Arti di Roca”, rivela l’attrice. “Poi lo abbiamo adattato in un gioco di oggetti che mantiene gran parte dell’installazione originale. Quindi la messa in scena ha caratteristiche di installazione e io, come attrice, attivo gli oggetti e le bambole che sono in scena”.

“Sono tutte storie visive, le uniche voci sono quelle registrate dagli spettatori; Ci sono anche cartelli con testi scritti che compaiono nel mezzo dello spettacolo. Ma in nessun momento la mia voce viene ascoltata”, chiarisce.


«Le cose»: scheda tecnica

Direzione Generale: Silvina Manuelco

Assistenza allo sterzo: Amanda Mujica

Direzione dell’azione: Paola Quintana

Assistenza tecnica per la sceneggiatura: Fernando Avila

Sceneggiatura: Silvina Manuelco

Creazione del nido: Sara Kadima

Realizzazione Web e Nuovi Media: Juan Rolon

Graphic design: Juan Manuel Riva

Progettazione del suono digitale: Marcelo Gomez

Attrice: Silvina Manuelco

Produzione e progettazione delle scenografie: Silvina Manuelco

Assistenza tecnica alla produzione e alla scenografia: Juan Rolón – Javier Tura – Pablo

Fotografia: Viviana Portnoy

Progettazione della luce: Walter Marcello

Produzione: Firenze Cadorini

 
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