Catamarca come musa 1a Sala delle Arti Visive

Catamarca come musa 1a Sala delle Arti Visive
Catamarca come musa 1a Sala delle Arti Visive

“Sono state quelle le forze motrici che hanno spinto gli artisti – prosegue il testo – ad appropriarsi del nostro territorio e a concentrarsi sulla ricerca, sullo studio, sulla pratica e sulla produzione artistica che si è rivelata una grande tela espressiva, echeggiante attraverso le diverse discipline, il disegno, la pittura , incisione, fotografia, tessile e scultura, riflettendo l’impegno che l’arte ha con la società e la sua importanza al suo interno”.

Chi sono i vincitori?

Il 24 aprile, la Segreteria di Gestione Culturale, attraverso la Direzione Provinciale del Patrimonio e dei Musei, ha annunciato presso la Casa Storica del Governo le opere vincitrici del I° Bicentenario della Sala Provinciale delle Arti Visive dell’Autonomia di Catamarca, che recentemente saranno ora esposte al pubblico.

Il 1° Il Premio Acquisizione è stato assegnato a Claudia Pucheta per la sua opera tessile “Camminare senza fare un sentiero”. Il 2°. posto è stato ottenuto da María Estela Moreno con la scultura “Devi bere quest’acqua”, e il 3°. Il premio è andato alla fotografia “On the West Side of the Valley” di Karim Zaid Ayame. E le menzioni d’onore sono andate a Giselle Issetta con il dipinto “Tardecita” e Ada del Valle Cigno con l’incisione “Gi’s Garden”.

In quell’occasione gli artisti premiati hanno ringraziato per il riconoscimento e hanno sottolineato l’importanza della mostra: “Di questi tempi è ancora più prezioso che si svolgano concorsi che riconoscano il lavoro degli artisti visivi. Ringraziamo il Governo e la Cultura per aver sostenuto questa Sala e aver dato spazio all’arte locale”, hanno osservato.

“Questa prima mostra aveva come tema il Bicentenario dell’Autonomia di Catamarca, che ha permesso agli artisti di lavorare, ricercare e produrre attorno al nostro territorio, alle nostre realtà, alla nostra diversità culturale. Le opere che sono state costruite partendo da questa premessa sono state molto interessanti”, ha sottolineato la Segretaria della Gestione Culturale, Laura Maubecín, che ha anche sottolineato che è intenzione della sua direzione mantenere questa sala come una politica culturale che incoraggia la produzione artistica locale.

“È stata una gioia, al momento della chiusura del bando, che abbiano partecipato tanti artisti dell’interno della provincia, mostrandoci anche la diversità delle espressioni, dal tessile, alla ceramica, alla pittura, all’incisione. Ci ha permesso di valorizzare la qualità degli artisti che abbiamo ed è un impegno affinché negli anni a venire la sala continui a essere mantenuta e consenta ai nostri artisti di crescere e proiettarsi”, ha aggiunto.

I vincitori

1° Premio Acquisizione: Claudia Andrea Pucheta. La sua opera tessile “Camminare senza fare un sentiero” è una metafora per la preservazione del territorio di Catamarca. L’opera si interroga su come possiamo vivere e viaggiare sulla terra senza danneggiarla irrimediabilmente, sottolineando l’importanza di godersi la vita senza danneggiare l’ambiente. Ispirandosi ad Ailton Krenak, Pucheta enfatizza l’interdipendenza con la natura e come ogni azione abbia un impatto. La sua arte è un richiamo alla consapevolezza ambientale, che ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità e sull’impatto delle nostre scelte sul tessuto della vita.

Fin da piccola Claudia Pucheta si forma con la madre nei laboratori di pittura e nel mestiere di sarta, integrando entrambe le conoscenze nella sua produzione artistica. Si è laureato in Pittura presso l’Università Nazionale di Córdoba (UNC) e il suo lavoro copre vari formati e generi come pittura, video arte, performance, installazioni, fotografia e principalmente tessuti. Dagli anni ’90 ha partecipato a numerose mostre collettive, individuali e a Saloni Nazionali.

2°. Premio di acquisizione: María Estela Moreno. L’opera in ceramica “Dovresti bere quest’acqua?” è un’allegoria dell’antico filtro rurale di Catamarca, realizzato in argilla rossa locale. A forma di chakana o croce andina, simboleggia i quattro punti cardinali e le stagioni dell’anno, evocando il passato Inca della regione. La cavità interna del pezzo può essere interpretata come i terrazzamenti di coltivazione degli Inca o, con una lettura più attuale, come alcune forme di estrazione mineraria. Una linea azzurra simboleggia l’acqua e pone la domanda: “Berrai quest’acqua?”

María Estela Moreno è una ceramista laureata presso l’Università Nazionale di Cuyo, docente presso la Segreteria Estensione Universitaria dell’UNCa. e docente presso l’Istituto Superiore d’Arte e Comunicazione dal 2012. Le sue sculture in ceramica sono state esposte in diversi musei e selezionate in importanti mostre come il Fondo Nazionale della Scultura.

Acquisizione del 3° premio: Karim Zaid Ayame. La fotografia “Sul versante ovest della valle” cattura l’essenza del paesaggio vallivo, dove il sale trasportato dal vento Zonda dal mare si deposita sulla sabbia. In cima alla duna, il vento sussurra una canzone che l’autore cerca di decifrare ad occhi chiusi, mentre la sua bocca si secca come se la cantasse lui stesso. Il vento ammorbidisce la pelle e un turbinio di sabbia la circonda nel momento in cui esprime un desiderio.

Nato nel 1987 a Tinogasta, Catamarca, Karim Zaid Ayame ha iniziato nel mondo della fotografia con una fotocamera analogica di famiglia. La sua passione per le arti visive lo ha portato a studiare fotografia da autodidatta. Grazie ad una borsa di studio ottiene la sua prima macchina fotografica digitale. Ha partecipato a numerose mostre e saloni nazionali e regionali.

Attualmente Karim lavora alla sua rivista digitale “Plutón”.

1a Menzione: Giselle Issetta. Nel suo dipinto “Pomeriggio”, Issetta fonde la pittura tradizionale con elementi contemporanei per ritrarre una strada calda nel nord della città. L’opera mostra minuscoli personaggi in inchiostro di Cina che camminano attraverso un paesaggio dove il verde secco della campagna si mescola a staccionate, terra e alberi come lapachos e bastoni ubriachi. Rappresenta scene quotidiane tra ocra e gialli terrosi, con viti intrecciate in costruzioni precarie. La mancanza d’acqua si unisce al caldo e al vento per creare un’atmosfera dove il tempo sembra fermarsi.

Giselle Issetta è nata a Buenos Aires nel 1973 e vive a Catamarca da 21 anni. Ha una Laurea in Lettere con specializzazione in Pittura e Professore Superiore di Arti Plastiche presso l’Università Nazionale di Córdoba. Ha completato i diplomi post-laurea in Management Socioculturale (UNC) e in Estetica e Teoria della Cultura (Università Nazionale di Cuyo). Attualmente lavora come docente presso l’Istituto Superiore d’Arte e Comunicazione della provincia e sta sviluppando il Progetto Finale della Laurea in Architettura.

Il suo lavoro è stato esposto in mostre e saloni individuali e collettivi sia in Argentina che all’estero, inclusi spazi importanti come il Palais de Glace, il Centro Cultural Recoleta e il Museo Emilio Caraffa, tra gli altri. Ha ricevuto premi e menzioni in prestigiosi saloni a livello nazionale e regionale.

2° Menzione: Ada Cigno. L’incisione intitolata “Gi’s Garden” racchiude la storia di una donna di nome Gi, il cui giardino diventa un simbolo di vita e resistenza di fronte alla morte. Per 19 anni Gi si è presa cura di sua figlia Paloma, affrontando la morte come una minaccia costante. Il giardino, pieno di vita e di colore, diventa un rifugio dove la morte non osa entrare, e Paloma ritrova sicurezza e gioia. Questo giardino diventa un paesaggio che riflette la forza delle madri single che, come Gi, coltivano la speranza e resistono di fronte alle avversità.

Ada Cigno è docente di Scultura (Scuola Superiore di Arti Visive Martín A. Malharro di Mar del Plata). È stato insegnante nei livelli primario, secondario e terziario. Assunta dalla Segreteria Nazionale della Cultura, ha tenuto corsi di scultura a Tinogasta e Belén (1980-1981). È stata direttrice del Museo Provinciale di Belle Arti “Laureano Brizuela” (1978-1980).

Ha partecipato a mostre collettive e individuali in Italia e all’estero. È stato giurato in concorsi provinciali e nazionali di arti visive. Dal 2008 si dedica all’incisione e al disegno.

Un nuovo spazio espositivo per l’arte locale

Con la creazione di questo spazio espositivo, lanciato nell’agosto 2023, il Ministero della Cultura, del Turismo e dello Sport, attraverso la Direzione Provinciale del Patrimonio e dei Musei, introduce una nuova alternativa culturale nel quadro della commemorazione del Bicentenario dell’Autonomia di Catamarca.

In questa prima edizione il tema centrale è stato “Catamarca: dalle radici storiche costruiamo il futuro”, suddiviso in due assi proposti per il bando 2023-2024. Il primo, “Una storia comune per una Provincia diversa”, cerca di riconoscere le nostre differenze come un potenziale che ci permette di crescere con maggiore libertà ed equità. La seconda, “Le nostre radici, espressioni dell’interiorità”, mette in luce la grande ricchezza culturale del nostro territorio, promuovendo infinite espressioni, riflessioni e interpretazioni artistiche.

Dopo una proroga del termine, il bando si è chiuso il 15 marzo. Il 17 aprile la giuria composta da Cecilia Quinteros, Juan Canavesi e Hugo Albrieu si è riunita per valutare i lavori pervenuti da vari punti della provincia.

Delle opere presentate, 22 sono state selezionate per il concorso finale. Cecilia Quinteros, membro della giuria, ha commentato la delibera: “È stata un’esperienza molto interessante. Notevole era la grande potenza degli artisti locali. Troviamo opere molto ben realizzate in diverse discipline, sia di artisti più nuovi che di artisti con maggiore esperienza”.

Quinteros ha assicurato che la selezione è stata “un duro lavoro, abbiamo avuto i nostri dibattiti, ma siamo riusciti a raggiungere un accordo tra tutti i giurati”. Sottolinea inoltre che l’importanza di questa sala risiede nel fatto che, con la loro acquisizione, le opere entrano a far parte del patrimonio artistico della provincia. “Questo è molto importante perché le opere d’arte che una provincia acquisisce parlano anche della sua storia. Per questo la ritengo una scommessa molto rilevante, che permetterà alla scena locale di crescere ancora”.

Testo: Stampa Ministero della Cultura, del Turismo e dello Sport – Speciale per Express Magazine

Foto: Ariel Pacheco

Il giudice

Cecilia Quinteros Macció è di Tucuman, con una laurea in Belle Arti presso l’UNT e in Curation and Art Management. Attualmente è direttrice del Museo Timoteo Navarro di Tucumán.

Juan Canavesi, artista cordobese, vanta una lunga carriera a livello artistico e di insegnamento nei corsi d’arte delle università cordobane. Inoltre, è stato curatore di oltre 150 mostre.

Hugo Albrieu, di La Rioja, è un artista, manager culturale e collezionista d’arte. La sua casa funziona anche come spazio artistico, incoraggiando la circolazione di artisti, principalmente della NOA.

 
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