Wenance: il giudice civile dice che c’è stato un reato

Wenance: il giudice civile dice che c’è stato un reato
Wenance: il giudice civile dice che c’è stato un reato

In una lettera devastante, la presidente del Tribunale Civile e Commerciale N° 9 di San Isidro, Gabriela Paladín, responsabile della procedura fallimentare della fintech, proprietà di Alejandro Muszak, è intervenuto l’accusa, per la possibile commissione di reati di azione pubblica.

Nel frattempo, Muszak continua ad essere detenuto a Magdalena, nonostante una controversa sentenza del tribunale, firmata dal giudice Luis Cayuela, abbia recentemente concesso il rilascio sia di lui che dei suoi complici. I suoi avvocati stanno cercando un modo per coprire l’importo della cauzione, fissata in 980 milioni di pesos, senza autoincriminazione.

I truffati seguono da vicino come Muszak risolve questa procedura, il che potrebbe dare un indizio sulla destinazione dei loro soldi. L’ultima mossa della difesa è stata quella di offrire uno dei due appartamenti che il finanziere possiede a Miami.

Wenance è la fintech che presta denaro online a settori della popolazione non bancarizzati. Dal 2016 è stata denunciata più volte per usura e accuse abusive a mutuatari. Nel luglio 2023 ha smesso di adempiere ai propri obblighi nei confronti degli investitori, che sono circa 8mila, distribuiti tra Argentina, Uruguay e Spagna.

L’indagine penale ha confermato che Muszak ha svolto attività di intermediazione finanziaria illegale, senza la licenza della Banca Centrale (BCRA). La sua operazione consisteva nell’emettere titoli di debito per questi prestiti e nel collocarli, esternalizzando così il rischio. Ha venduto lo stesso prestito fino a sei volte, il che costituisce un comportamento tipico dello schema Ponzi, in cui i nuovi investitori pagano i profitti dei precedenti.

Storia di un concorso

Paladín è il giudice di primo grado che, poco dopo il fallimento della società, ha respinto la richiesta di fallimento presentata dagli avvocati di Muszak. La decisione si basava su due ragioni: che le operazioni erano state effettuate nella città di Buenos Aires, nonostante il recente cambio di indirizzo della società, e che, nonostante lo negasse, si trattava di un’entità finanziaria, quindi era appropriato l’operato della BCRA.

Ma gli avvocati di Muszak hanno presentato ricorso e la Sezione 2 della Corte d’Appello, presieduta dalla Dott.ssa Fernanda Nuevo, ha annullato la decisione di Paladín. Ora, dopo otto mesi di procedimento, in un documento di 21 pagine, Paladín ritiene che non meno di otto mandati di comparizione, presentati tra lo scorso novembre e maggio, non siano stati adempiuti da Wenance, e decide infine di rimuovere la società dall’amministrazione della beni fiduciari e, infine, inviare una copia del fascicolo alla Procura Generale di San Isidro, per l’eventuale commissione di un reato di azione pubblica.

L’argomentazione principale di Paladín coincide con le prove esistenti nel caso della Corte 43 della CABA: che si trattava di una bancarotta fraudolenta. “Qui va notato che è la stessa Legge a stabilire, quale requisito per l’esistenza del fallimento, lo stato di cessazione dei pagamenti, che deve essere dimostrato, non presunto, attraverso le informazioni richieste dall’art. 11. Se se le informazioni fossero state distorte o falsificate, il requisito oggettivo non sarebbe stato soddisfatto, ma inoltre sarebbe stata eventualmente commessa una frode agli investitori, oltre a una frode procedurale con l’obiettivo di approfittare dei creditori e arricchirsi senza motivo a loro spese .”

Inoltre, il giudice sostiene nel suo scritto, con logica implacabile, che tale situazione non può essere dimostrata se non vengono presentati i libri e le situazioni contabili: “Colpisce che si rifiutino, con scuse infantili, di spiegare la composizione del bilancio di una quantitativamente dei loro Passivi più importanti, quando potrebbero farlo semplicemente basandosi sulle registrazioni nel loro Registro Generale, su quelle nel loro Libro Giornaliero e sugli estratti dei conti di incasso e della loro Tesoreria, se incassassero essi stessi”.

Il ruolo del Promotore Fiduciario

Per Paladín, il ruolo della compagnia dei fratelli Abancens è quantomeno dubbio. Uno dei requisiti centrali della figura del trust finanziario è la rigida separazione dei ruoli tra fiduciante e fiduciario, dove il primo opera come supervisore o controllore del secondo. Tuttavia, nell’accordo tra Wenance e Promotora Fiduciaria, Wenance stessa è designata come mandataria della riscossione e della gestione.

“Se cedente e fiduciante del credito è Wenance, e il vero amministratore “Agente di Incasso e Amministrazione” con “ampi poteri per compiere tutti gli atti relativi all’ordinaria amministrazione dei Crediti e al loro recupero” è anche Wenance: a) Cosa fa Promotora I Fiduciaria fanno/fanno? Non escono mai – se non sulla carta – dalla sfera decisionale di Wenance”, si chiede Paladin.

“Di conseguenza, se la cattura dei risparmiatori fosse dovuta ad un’astuzia o ad un inganno circa l’esistenza di un trust atto a tutelare gli investimenti, ma non fosse reale a causa della confusione patrimoniale derivante da un atto giuridico (procura) compiuto espressamente mantenere il controllo e la disposizione dei beni in trust, constatando la probabile esistenza di delitti di azione pubblica e l’obbligo che ho in qualità di pubblico ufficiale, di inviare copie della presente delibera, documentazione del caso e consentire l’accesso al procedimento alla Procura Ufficio Generale di San Isidro, tramite l’ufficio stile”, conclude.

 
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