Cade il secondo in comando della struttura Dagoberto Ramos a Toribío (Cauca).

Cade il secondo in comando della struttura Dagoberto Ramos a Toribío (Cauca).
Cade il secondo in comando della struttura Dagoberto Ramos a Toribío (Cauca).

Rodolfo Betancourt Herrera, alias Fito, noto leader dei dissidenti delle FARC ucciso in combattimento.

Foto: Forze Armate

Funzionari della polizia e delle forze militari hanno denunciato la morte di Rodolfo Betancourt Herrera, alias Fito, considerato il secondo in comando della struttura Dagoberto Ramos dei dissidenti delle FARC di Ivan Mordisco. L’operazione è avvenuta nel villaggio di Potosí, nella zona rurale di Toribío (Cauca).

Secondo le forze militari, le truppe sono arrivate al villaggio dove si trovava una commissione del gruppo chiamato Stato Maggiore Centrale. Lì ebbe luogo un combattimento che provocò la morte di questo cosiddetto capobanda. Il suo curriculum comprende reclutamento forzato di minorenni, estorsioni, rapimenti, omicidi selettivi e traffico di droga.

“Secondo le informazioni in possesso delle autorità, tale soggetto, di 31 anni, di cui otto commessi reati, avrebbe partecipato alla pianificazione ed esecuzione di diverse azioni terroristiche contro la popolazione civile e la Forza Pubblica, tra le quali spiccano le seguenti: l’omicidio di due indigeni in una zona rurale del comune di Toribío, il 18 ottobre 2020”, hanno spiegato le Forze Militari.

Allo stesso modo, alias Fito è accusato di essere responsabile dell’autobomba esplosa nel marzo 2021 davanti al municipio di Corinto (Cauca), in cui sono rimaste ferite 43 persone. Le autorità denunciano anche l’omicidio di due agenti di polizia, tra cui una donna, nel villaggio di Quilichao, San Pedro de Santander, e il duplice omicidio dei leader dell’Associazione dei Consigli indigeni del Cauca settentrionale.

Le autorità hanno segnalato questo risultato come un progresso nella persecuzione delle fazioni dissidenti delle FARC che non hanno avviato un cessate il fuoco con il governo di Gustavo Petro. Hanno assicurato che, con la morte di Fito, le reti logistiche e criminali di questo gruppo sono state colpite in modo significativo, “neutralizzando” un uomo che ha rafforzato le “condizioni mentali” dei “capofila” della zona.

Per saperne di più su giustizia, sicurezza e diritti umani, visita la sezione giudiziaria di Lo spettatore.

 
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