Anton Reisenegger (Pentagram Chile) racconta il suo incontro con Max Cavalera (Sepultura, Soulfly) nella sua casa di Belo Horizonte: “In qualche modo pensava che stessimo mettendo in ombra la sua band”

3 maggio 2024 16:17 Inserito da Editoriale –

Max Cavalera e Anton Reisenegger oggi. Foto: Reti Anton Reisenegger

È vero che molte volte ha dato l’impressione di ciò Grave ha eclissato altre band del continente, perché alla fine, non tutti, nonostante abbiano talento e dedizione intrepida, raggiungono la vetta, e tanto meno in un mondo underground come il thrash metal nella sua sfaccettatura più estrema. Uno dei nomi che fanno parte di questa eredità nel cono sud sono i cileni Pentagrammae il cervello dietro la combo, Anton Reiseneggerha ricordato durante l’intervista per il numero 460 di La Heavy Com’è andato il tuo incontro con Max Cavaleramembro fondatore dei Sepultura, a casa del brasiliano: “In qualche modo pensava che stessimo mettendo in ombra la sua band.”

Fede DeMarko ha potuto chiacchierare con il cileno di origini tedesche in occasione della sua ultima uscita, l’album “La vita eterna della follia”, firmato da alcuni Pentagrammi che da qualche anno e per motivi legali hanno dovuto aggiungere al proprio nome il cognome “Chili”poiché, evidentemente, non erano a conoscenza dell’esistenza dei loro omonimi americani, dei quali vennero a conoscenza grazie ad Anton che vide un disco nella vetrina del negozio di dischi di Santiago qualche tempo dopo aver iniziato a suonare rock con la sua band.

Tornando all’aneddoto finalmente tralasciato dall’intervista catturata tra le pagine di La Heavy e che abbiamo recuperato per i lettori di MariskalRock, da qualche tempo, nel vasto oceano che è Internet, è uscita la fotografia dell’anno 1987 in cui Anton viene visto posare in una stanza disordinata con un altro ragazzo, nientemeno che Max Cavalera, nella sua casa di Belo Horizonte, quando i Sepultura erano ancora un seme in fase di germinazione.

Max e Anton nel 1987. Foto: DistruzioneMac

Così Reisenegger ha raccontato come si è svolto questo tenero incontro: “Prima di iniziare Pentagram ho realizzato una fanzine, e attraverso di essa qualcuno mi ha inviato la rivista brasiliana intitolata Brigata Rock, dove c’era un articolo sui Sepultura, dove c’era un indirizzo dove potevi contattare la band. Cominciammo a scambiarci lettere e, inoltre, feci un’intervista a Max Cavalera. Stavo per finire la scuola e gli ho detto che volevo andare in vacanza in Brasile, così mi ha detto di andare lì per passare qualche giorno a casa sua. Ciò che non credevano era che mi sarei presentato davvero lì! (ride)”

Il nostro protagonista ha preparato lo zaino e si è diretto a Belo Horizonte senza pensarci due volte, in un momento in cui l’influente scena thrash metal di quella città era in pieno svolgimento: “Ho trascorso tre notti e tre giorni su un autobus per arrivare a Rio de Janeiro! Poi siamo andati direttamente a Belo Horizonte,” Anton ha raccontato, ridendo, dell’odissea.

Giunto a casa Cavalera, i suoi ospiti lo portarono con sé a vedere le prove, oltre ad incontrare la gente del Mutilatore, Olocausto o Sciacallo: “Sono andato a molti spettacoli e ho assorbito molto di quello che succedeva lì, che era molto di più di quello che succedeva in Cile”, ha continuato il musicista, “ma avevo l’impressione che i Pentagram fossero un passo avanti rispetto a cosa hanno fatto le band brasiliane. Era super grezzo e molto poco elaborato, e avevamo già alcune cose “progressiste”. Infatti, era successo che eravamo a casa di Max con alcuni suoi amici che erano passati di lì e stavamo ascoltando il nastro del Pentagramma, quando all’improvviso è apparso Max e ha detto: “Lo stai ascoltando di nuovo!” In qualche modo, si pensava che stessimo mettendo un po’ in ombra la sua band (ride).

Il punto è che negli anni si è creata una forte amicizia che è durata negli anni. Infatti qualche anno fa, quando i fratelli Cavalera vennero a suonare a Santiago, mi alzai e giocai “Truppe della sventura” con loro. Si è creata una grande amicizia, ma non credo che ci sia stata una “contaminazione incrociata” in termini di musica. Alla fine Pentagram ha fatto pochi progressi, ma come sapete, manteniamo ancora l’essenza di ciò che abbiamo fatto allora”.

Conoscere storie sugli inizi del metal estremo è senza dubbio un privilegio, le storie di ragazzi che, con risorse limitate, hanno creato un’eredità nella cultura popolare che trascende fino ai giorni nostri.

In Il Pesante 460 Hai un’intervista completa con Anton Reisenegger, dove esaminiamo altre curiosità della sua lunga carriera, con particolare attenzione alla sua ultima uscita. Ultimi giorni per prendere in edicola il numero 460, con intervista esclusiva a Ian Gillan (Profondo Viola) e contenuti in primo piano da Judas Priest, Ace Frehley, Rage o Kerry King! Ricorda che puoi sempre recuperare i numeri il nostro negozio online.

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