quel sentimento per i Beatles che ritornò 54 anni dopo

quel sentimento per i Beatles che ritornò 54 anni dopo
quel sentimento per i Beatles che ritornò 54 anni dopo

“Grazie a nome del gruppo e di noi stessi, spero che abbiamo superato l’audizione”, afferma John Lennon mentre si smonta la chitarra e si sente qualche risata da parte dei presenti o di quel pugno di testimoni che hanno segnato una delle pietre miliari della carriera di Gli scarafaggi. È la fine del recital sul tetto dell’edificio della Apple Corp, l’ultima volta che il quartetto di Liverpool suonerà davanti a un pubblico quello non era quello di uno studio di registrazione.

Il saluto di Lennon è pieno di ironia, perché con il suo senso dell’umorismo mette lui e i suoi compagni al livello degli esordienti. dopo la rivoluzione che avevano provocato sia perché non suonavano dal vivo da quasi tre anni, sia perché le tensioni interne alla band più famosa del mondo erano già prossime a mettere le cose a un punto di non ritorno. John sapeva che ai Beatles era rimasta poca vita? Inoltre, quelle ultime parole pronunciate sotto un cielo color piombo nella gelida Londra sono il tocco finale o la chiusura di tutto “Let It Be”, il film uscito nel 1970, due mesi dopo la separazione ufficiale del gruppo.

Il film diretto da Michael Lindsay-Hogg torna a vivere dopo molti anni praticamente fuori catalogosenza essere ufficialmente ripubblicato o ristampato in alcun formato. Questo 8 maggio, la piattaforma di streaming Disney+ mette a disposizione dei suoi abbonati la versione restaurata del film nel 2024 che portava, forse ingiustamente, lo stigma di essere il documento audio e di immagini che mostra i Beatles comporre e creare musica, ma mostrava anche differenze e tensioni che ebbero il loro punto di forza quando George Harrison decise di lasciare la band, qualcosa su ciò che Lennon e Paul McCartney dovette intervenire per gestire la crisi.

La domanda che bisogna porsi è se la ristampa di “Let It Be” possa essere un atto di giustizia o si tratti semplicemente dell’uscita di un pezzo da collezione, migliorato grazie alla stessa tecnologia utilizzata nel la docuserie “Get Back” (dal 2021), che amplierà gli archivi dei fan di tutto il mondo. E la prima impressione è che il film diretto da Lindsay-Hoog, nel contesto di 2024, salga chiaramente diversi gradini e meriti di lasciare quel posto che alcuni gli hanno assegnato come lapide sulla tomba del gruppo più famoso della storia: The l’ideale sarebbe goderselo come materiale associato a “Get Back”.

Incorpora – Lascia che sia | Trailer ufficiale | Disney+

>> Per saperne di più: 60 anni fa i Beatles iniziarono l’invasione britannica degli Stati Uniti

La versione del 2024 di “Let It Be” non apporta nulla di nuovo a quanto visto dopo la prima del 1970, al di là delle questioni tecniche di suono e immagine che ovviamente la migliorano. I Beatles provano e compongono le canzoni che poi costituiranno gli album “Strada dell’abbazia” e l’omonimo film, jam tratte da classici del rock and roll, la bravura e il contributo fondamentale del tastierista Billy Preston (in questo capitolo della storia della band “un quinto Beatle”); John e Yoko ballano un valzer al ritmo di “I, Me, Mine”; George e Ringo si stanno adattando “Il giardino del polpo” e filmati della band che esegue classici come “Long and Winding Road”, “Two of Us” e “I’ve Got a Felling”.

Incorpora – The Beatles – Let It Be (video ufficiale 4K)

Ma grazie a sua “figlia” nata nel 2021, e al monumentale lavoro di montaggio realizzato dal regista Peter Jackson, “Let It Be” acquista ora un altro peso tra le testimonianze rimaste registrate sui Beatles. Si posiziona come una storia non così oscura o triste di quelli che sarebbero i prolegomeni alla fine della storia del gruppo. L’ideale, almeno per chi scrive, sarebbe far tesoro di entrambe le produzioni in formato fisico.

Un rilancio di Disney+

Questa nuova uscita Disney+, alla cui prima La Capital ha avuto accesso, prevede nei minuti precedenti la visione del film un interessante scambio di opinioni o meglio un resoconto di Peter Jackson e Michael Lindsay-Hoog. Due generazioni. Il primo ha dovuto affrontare la sfida di utilizzare le centinaia di ore di riprese che il secondo aveva scartato per la versione originale. E Lindsay fu una testimone privilegiata di quel tempo, di quei laboratori che furono gli studi di Twickenham prima e quelli di Apple in Savile Row poi. Anche se può essere breve, il dialogo tra Jackson e Lindsay-Hoog offre una panoramica del compito che ciascuno doveva affrontare in quel momento.

“Sono rimasto stupefatto da ciò che sei riuscito a fare, utilizzando tutte le riprese che avevo girato 50 anni prima. Quindi, in un modo divertente, vedo ‘Let It Be’ come il padre di ‘Get Back'”, dice Lindsay a Jackson, al che il regista, sceneggiatore e produttore neozelandese risponde: “Considero tutto quello che avete girato nel gennaio 1969 uno dei periodi più produttivi dei Beatles. Fu un mese in cui le telecamere li ripresero mentre registravano le canzoni apparse su ‘Let It Be’ stavano anche componendo e provando le canzoni di ‘Abbey Road’.”

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I Beatles componevano nei loro ultimi anni come band: il disco di quell’inizio della fine che è il film “Let It Be”

Lindsay descrive anche la trasformazione che ebbe il progetto originale nel 1969, l’esibizione dal vivo della band dopo tre anni di assenza dal palco. “Avrebbero tenuto un recital davanti a un immenso anfiteatro e volevo fare un documentario del concerto; era dal 1966 che non suonavano davanti al pubblico. E la verità è che dopo dieci giorni di riprese decisero che non avrebbero più fatto il concerto, e stavamo facendo un documentario che si è rivelato abbastanza buono per tutti, ed è diventato un film.”

“Let It Be” è tornato nel 2024 con quella sensazione che la musica ci accompagnerà sempre e che i Beatles continuavano a irradiare luce anche quando erano vicini alla fine della strada.

 
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