Il calo delle vendite al dettaglio nel Paese rallenta

Il calo delle vendite al dettaglio nel Paese rallenta
Il calo delle vendite al dettaglio nel Paese rallenta

Domenica 5.5.2024

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Ultimo aggiornamento 16:44

Secondo l’ultimo rapporto della Confederazione Argentina delle Medie Imprese, le vendite al dettaglio delle PMI sono diminuite del 7,3% annuo in aprile, a prezzi costanti, e hanno accumulato un calo del 18,4% nei primi quattro mesi dell’anno. Nel confronto mensile destagionalizzato crescono dell’1,6%, il che confermerebbe che il punto di svolta della recessione si è registrato nel primo mese di gennaio.

È quanto emerge dall’Indice delle vendite al dettaglio delle PMI della Confederazione argentina delle medie imprese (CAME), elaborato sulla base di un sondaggio mensile tra 1.276 imprese al dettaglio del Paese, realizzato il 2 e 3 maggio.

Credito: VENUTO

“Il commercio al dettaglio continua a risentire della dinamica decrescente del potere d’acquisto dei consumatori, che hanno tagliato le spese in tutti i settori. L’unico settore uscito da questa tendenza è quello dell’abbigliamento e del tessile, favorito per tre ragioni: per la proliferazione delle offerte; per la base di paragone molto bassa, poiché il settore è molto indebolito dopo la pandemia e a causa del rallentamento dei prezzi in questo particolare articolo”, ha osservato Came nel suo rapporto;

Ma ha riconosciuto che nel quarto mese dell’anno in alcuni negozi che vendono soprattutto elettrodomestici e materiali da costruzione si è potuto osservare il ritorno delle rate senza interessi, il che ha contribuito a migliorare le vendite. E questo prima della riduzione delle tariffe di importazione su alcuni articoli sensibili ai mercati vincolati dell’Argentina, come elettrodomestici e pneumatici.

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Con questi gesti l’economia cerca di moderare l’inflazione, che per aprile dovrebbe essere inferiore al 9%. Ma – lontano dall’ortodossia dichiarata – Luis Caputo apre valvole “eterodosse” e rinvia (con più impatto ad Amba che nel resto del Paese) gli aumenti di elettricità e gas.

L’evoluzione dei dati sulle vendite per il consumo interno è uno degli indicatori che il governo nazionale segue maggiormente. Lo stesso Javier Milei ha interrogato coloro che chiedono la svalutazione e ha sottolineato la necessità di guadagnare competitività attraverso riforme strutturali. Ma il processo di “disinflazione” interna è un percorso tanto complesso quanto improbabile fino ad oggi, fatta eccezione per l’inflazione core di alcune delle ultime settimane.

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La macroeconomia è una nave che non ha ancora raddrizzato la rotta. L’ultimo rapporto della società di consulenza Orlando Ferreres y Asociados, registra per il mese di marzo un calo dell’attività del 9,7% su base annua, con un calo del 12,8% nell’industria e quasi il 25% nell’edilizia. Ciò mentre le entrate nazionali sono scese del 10% in termini reali nel primo trimestre (-13% in termini reali su base annua, ad aprile), un record che peggiora se i contributi del Paese su tasse e ritenute, che segnano il commercio estero ma non lo sono direttamente collegati, vengono detratti al “micro” che colpisce la vita quotidiana degli argentini.

E’ il settore che secondo Came si è “salvato” dai ribassi generalizzati. Le vendite sono aumentate dell’8,8% su base annua ad aprile, a prezzi costanti, e hanno accumulato un aumento del 5,9% nei primi quattro mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023. “Nel confronto mese su mese, le vendite sono aumentate dell’1,4%. tutto ciò che è in vendita, che ha quote o sconti. Dai negozi intervistati hanno indicato che continuano a vendere abiti estivi, che hanno prezzi più convenienti. Nel frattempo, hanno sottolineato che le persone si stanno abituando ai valori dei vestiti indumenti stagionali, soprattutto cappotti, maglioni e indumenti caldi in genere, che presentavano valori molto elevati in rapporto al reddito familiare.

Analisi settoriale

Ad aprile sei dei sette articoli analizzati da Came hanno registrato cali di vendita rispetto all’anno precedente. La contrazione annua maggiore si è rilevata nelle Profumerie (-23,3%) e l’unico aumento nel Tessile e abbigliamento (+8,8%).

  • Bazar, decorazione, tessili per la casa e mobili: “Il calo di aprile è stato del 9,4% annuo, a prezzi costanti, portando il calo del trimestre al 17,6%, rispetto allo stesso periodo del 2023. Rispetto al mese scorso, sono diminuiti dell’1,6%. “Le vendite sono state molto lente, con negozi vuoti e acquisti più legati a fare un regalo.”
  • Calzature e pelletteria: “Le vendite hanno avuto un calo del 2,4%, sempre a prezzi costanti, e hanno accumulato nei primi quattro mesi un calo del 12,5% rispetto agli stessi mesi del 2023. Nel confronto mese su mese sono aumentate del 2,6%. il cambio stagione non ha favorito le calzature perché i prezzi sono più alti, ma il prodotto ha ammortizzato il calo con la liquidazione dei capi delle stagioni precedenti e con il programma Simple Fee offerto da alcuni negozi.
  • Profumeria: “Le vendite sono diminuite del 23,3% annuo in aprile, e nei primi quattro mesi hanno accumulato un calo del 31,1% rispetto all’anno scorso. Rispetto a marzo, il calo è stato del 4,8%. È il settore più colpito dalla situazione economica perché sono prodotti più sacrificabili”
  • Hardware, elettricità e materiali da costruzione: “Le vendite sono diminuite dell’11,2% annuo in aprile, a prezzi costanti, e il calo cumulato nel trimestre è del 22,5%, rispetto allo stesso periodo del 2023. Invece, rispetto al mese precedente sono aumentate dell’1,5% “Il settore continua senza riattivarsi, traslocando con piccoli lavori privati, pezzi di ricambio e qualche sostituzione di mobili o illuminazione.”

Meno cibo e medicine

Sono due elementi che fungono da indicatori sociali di tolleranza all’aggiustamento economico portato avanti dal management di Javier Milei. Nel primo caso, “le vendite al dettaglio delle PMI sono diminuite del 7,3% annuo in aprile, a prezzi costanti, e hanno accumulato un calo del 18,4% nei primi quattro mesi dell’anno. Nel confronto mensile destagionalizzato, sono aumentate dell’1,6″. %”.

Per quanto riguarda le vendite in farmacia, il rapporto precisa che “il crollo di aprile è stato del 18% annuo, a prezzi costanti, e si somma a un calo del 31,3% nei primi quattro mesi, sempre rispetto allo stesso periodo del 2023″. Nel confronto mensile sono diminuiti del 4,8%. Le farmacie hanno una base di confronto elevata e ciò accentua il calo rispetto alle altre voci.”

 
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