Di morsi e dentiere | Cuba sì

Ci sono molti vantaggi che ci collocano in un gradino evolutivo più elevato rispetto al resto delle specie che popolano questo pianeta, ma, in termini di denti, abbiamo poco di cui vantarci.

Esistono molte specie animali con denti magnifici, e ci sono specie animali che hanno denti magnifici, e questo senza alcuna cura associata all’igiene orale di cui gli esseri umani necessitano.

Foto: presa da Facebook

Andiamo a braccetto con l’Intelligenza Artificiale, esploriamo lo spazio, la fisica quantistica e parliamo anche di possibili viaggi spazio-temporali, ma nulla di stabilito per far germogliare i nuovi denti quando quelli permanenti si rompono e nessuna innovazione per prevenire definitivamente la carie.


Foto: Freepik

Tuttavia, una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Molecular Biology and Evolutionary Biology dell’Università di Oxford rivela perché i nostri antenati avevano denti relativamente sani.

I resti archeologici dimostrano in indagini molto diverse che la carie era rara presso i nostri lontani parenti e tanto che solo con le prime grandi civiltà si rinvennero le prime testimonianze di pratiche di igiene orale.

Se ne parla, ad esempio, nel 3.000 aC, di certe bacchette sfilacciate che i Babilonesi e gli Egiziani usavano per spazzolare; mentre i cinesi, nel 1.600 aC, utilizzavano un certo dispositivo con rami di alberi aromatici per rinfrescare l’alito.


Uno dei primi spazzolini da denti. Foto: tratta da Quora

La verità è che lo studio sopra citato, condotto da ricercatori del Trinity College di Dublino (Irlanda), è riuscito a recuperare i microbiomi, un insieme di microrganismi, come batteri, virus, funghi e altri, che vivono in un dato ambiente, in questo caso , nei denti. – due denti molto ben conservati appartenenti ad un maschio adulto di 4.000 anni fa e ritrovati in una grotta irlandese.


Scienziati irlandesi sono riusciti a recuperare il microbioma dei denti umani di 4.000 anni fa. Foto: Dott.ssa Lara Cassidy

Tali studi genetici sui microbiomi dentali hanno rivelato importanti cambiamenti nel microambiente orale dall’età del bronzo ad oggi.

In particolare, hanno ottenuto il primo genoma antico di alta qualità dello Streptococcus mutans, un batterio anaerobico Gram-positivo principalmente responsabile della carie, la cui presenza, nonostante fosse comune nelle bocche di questo presente, era eccezionalmente rara nella documentazione genomica antenati.

Uno dei motivi della scarsità di S. mutans nelle bocche antiche potrebbe essere la mancanza di habitat favorevoli per questa specie amante dello zucchero.

L’aumento delle carie dentali può essere osservato negli studi archeologici dopo l’adozione dell’agricoltura cerealicola migliaia di anni fa e, negli ultimi secoli, con l’introduzione di cibi zuccherati nella dieta quotidiana. Quando c’è un aumento molto più significativo di batteri… e carie.


Foto: Shutterstock

Il team ha anche trovato prove a sostegno dell’ipotesi della scomparsa del microbioma, secondo la quale i microbiomi moderni sono meno diversificati rispetto a quelli dei nostri antenati, il che potrebbe influire sulla salute umana.

Insieme a S. mutans, hanno trovato due genomi di un altro batterio che colpisce le gengive, T. forsythia, con ampie differenze tra loro, il che supporta l’ipotesi che gli antichi esseri umani avessero microbiomi orali più diversificati.

“Questi antichi ceppi a bocca singola erano geneticamente più diversi l’uno dall’altro rispetto a qualsiasi coppia di ceppi moderni nel nostro set di dati, anche se i campioni moderni provenivano da Europa, Giappone e Stati Uniti”, afferma l’esperto di genoma antico Iseult Jackson del Trinity College Dublin – e questo rappresenta una significativa perdita di diversità che dobbiamo comprendere meglio.

 
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