Di @amatiz12
San Francesco al Campo › Santuario di Oropa (161km)
Essendo solo la seconda giornata di gara, abbiamo il primo piazzamento elevato di questa edizione.
Una giornata semplice, senza alcun incidente geografico nei primi 94 km e che poi presenta un saliscendi senza difficoltà, con due terze salite in cui la fuga cercherà di farsi notare.
È a Biella che si accende la polvere da sparo, attraverso uno sprint bonus che dà inizio ad una salita che ha la storia della corsa.
Oropa è una salita facile da comprendere. I primi 5000 metri sono facili e una volta superata la barriera inizia la vera salita.
Il cambio di pendenza è drastico, quasi del 10%, con 1,6 km per scaldare le gambe, prima del breve e ultimo riposo di 200 metri.
Questo è il momento in cui la salita diventa meno irregolare e quella zona compresa tra 5-3 km per la chiusura è dove solitamente si verificano gli attacchi proprio perché contiene una durezza notevole e costante.
Se un corridore non è riuscito a fare danni su quel terreno, praticamente deve aspettare il tratto finale. Dopo aver attraversato la fiamma rossa, bisogna superare diverse curve, dove nella penultima – a 250 metri – si gira a destra entrando in un ciottolato che porta al traguardo. Ultima curva a sinistra, entrando nel rettilineo d’arrivo di 125 metri e al 9%, componendo un arrivo esplosivo in cui solitamente arrivano uno dopo l’altro i favoriti.
Clima
Temperature piacevoli e cielo nuvoloso nel pomeriggio con minima possibilità di diluvi.
Scenario
Gli Emirati Arabi Uniti hanno rivelato i propri difetti a livello fisico e tattico, il che non rende le cose così facili per il suo leader, che tuttavia è così bravo che con le sue sole forze può correggere il disastro collettivo. Per loro fortuna, questa fase è meno strategica e in teoria possono lasciare il controllo a INEOS, quindi dipendono sostanzialmente dai watt del loro gioiello sloveno. Lo svantaggio sarebbe che gli inglesi chiudessero la fuga, il che li costringerebbe a mettere al lavoro il loro blocco ancora debole, ovviamente se lo vogliono è il trionfo della giornata.
Detto questo, sarebbe saggio per il resto del gruppo non concedersi una leggera fuga e provare piuttosto con uomini con maggior prestigio, che possano sfruttare il vuoto di comando del gruppo che ancora esiste in gara. Allo stesso tempo, è difficile che ciò accada, poiché questo tipo di corridori si stanno riservando per le prossime settimane.
Quindi, è probabile che la disputa sia nel lotto, dove, essendo una promozione più compiuta e importante, premierà chi avrà le gambe migliori. Viste le sorprese di Torino (Bardet e Arensman), non è escluso che si possa assistere ad un’altra esplosione.
Preferiti
Tadej Pogacar – Meglio se la battaglia è tra i candidati generali.
Geraint Thomas – Ha fatto bella figura nelle prime prove ed è un esperto nel trovare il suo apice nei momenti importanti.
Antonio Tiberi – Un altro degli scalatori in forma.
Daniel Martinez – Ha iniziato con buone sensazioni che dovranno essere mantenute in un arrivo che gli si addice ancora di più.
Ben O’Connor – Ha seminato dubbi soffrendo sull’ultima salita.
Giulio Pellizzari – E’ entrato con i migliori e non essere referenziato può dargli un vantaggio se saprà lottare.
Un Rubio – Avrà più marcatura, ma non è la strada che le grandi si spremeranno per perseguire.
Predizione
Ora deve essere per Pogacar.
Alessandro Matiz
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