“Ho imparato a conviverci. Non sapevo nemmeno che questo potesse essere denunciato, erano gli anni ’80. “Chi mi avrebbe creduto?” È così dura la storia di uno dei due ex atleti che, a El País, hanno rivelato i presunti abusi subiti, da minorenne, da parte di Carlos Gil Pérez, un’eminenza dell’atletica spagnola che è stato direttore tecnico della RFEA tra il 1978 e il 1988.
Uno degli atleti, sigla FJBJ, ha firmato una dichiarazione giurata con il resoconto delle sue accuse ma preferisce rimanere anonimo poiché non ha mai detto nulla ai suoi familiari e vuole tutelarli. L’altra presunta vittima preferisce non fare il suo nome ma conferma quanto detto dalla prima: non faceva parte del gruppo di Gil Pérez, ma frequentava regolarmente la sua casa e conferma che guardavano film porno e lui li toccava.. Altri due atleti dell’epoca confermano che la casa di Gil Pérez era un punto d’incontro abituale, uno di loro fa riferimento anche a film porno, ma nessuno dei due ha assistito ad abusi.
FJBJ, che oggi ha 57 anni, rivela le ragioni che lo hanno portato a denunciare l’abuso adesso, a distanza di tanti anni e con l’imputato deceduto. Il primo è che ora ha la maturità necessaria che non aveva da adolescente; la seconda, gli omaggi che gli ricordano continuamente quanto accaduto. A Salamanca, dove viveva, si tiene ogni anno un torneo che porta il suo nome, il Memorial Carlos Gil Pérez, giunto alla sua 25a edizione. Tutto questo commuove FJBJ: “Quel dipinto tributo mi fa male. Non voglio trovare un padiglione con il suo nome, né una targa sulla sua strada. Perché è il nome di un pedofilo che ha abusato di me. Mi fa schifo ogni volta che ci passo davanti. Ecco perché avevo bisogno di raccontarlo.”
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