Ayuso e Dolores Delgado, il martedì più nero per il procuratore generale: “Deve dimettersi”

Ayuso e Dolores Delgado, il martedì più nero per il procuratore generale: “Deve dimettersi”
Ayuso e Dolores Delgado, il martedì più nero per il procuratore generale: “Deve dimettersi”

Il 24 gennaio 2024, Álvaro Garcia Ortiz È entrato in carica per ricoprire le redini del Pubblico Ministero dopo la movimentata investitura di Pedro Sánchez avvenuta in occasione delle elezioni del 23-J. Da allora fino ad oggi il suo nuovo mandato – iniziato con una vocazione alla permanenza e alla stabilità – è diventato una strada piena di buche e curve. Crisi dopo crisi, mese dopo mese, i problemi del procuratore generale sono arrivati ​​al culmine questa settimana. Voci critiche dalla Procura e dalla magistratura cominciano ad indicare la porta d’uscita e ne considerano la continuità insostenibile. “Deve dimettersi”alcuni lo dicono già apertamente.

Nelle ultime 24 ore, García Ortiz si è scontrata con due sentenze giudiziarie ti influenzano direttamente. Da un lato, la Corte Superiore di Giustizia di Madrid ha ammesso la denuncia del fidanzato di Isabel Diaz AyusoAlberto González Amador, contro il capo della Procura provinciale di Madrid, María Pilar Rodríguez Fernándeze il procuratore della sezione per i crimini economici di questa comunità, Julian Salto Torres, per la presunta commissione del reato di rivelazione di segreti. L’apertura di questa procedura minaccia direttamente il procuratore generale come si può già vedere nell’ordinanza emessa che indica il possibile responsabilità di “altre persone” e si riferisce alla difesa pubblica del comunicato stampa generato dall’indagine condotta dal massimo dirigente della Procura.

Ciò che fa il TSJ è dare il segnale di partenza “un’indagine” in cui si valuterà se la Procura ha violato l’obbligo di riservatezza e si riserva di presiedere il procedimento penale, in questo caso, quello relativo al caso dei reati fiscali presumibilmente commessi dalla compagna del presidente di Madrid. La Procura ha riferito in una nota sulla successione di comunicazioni mantenute dall’avvocato dell’imprenditore con il Pubblico Ministero e che, alla ricerca di un accordo, ha accettato la commissione di reati contro il Pubblico Ministero.

Il sospetto non dichiarato dei denuncianti è che l’ordine di diffondere i chiarimenti alla stampa sia arrivato dalla procura generale. Questa intenzione non è sfuggita a García Ortiz che, infatti, si è assunto la “responsabilità” finale di quella decisione giorni fa. Lo prevedono diverse fonti giuridiche consultate La questione finirà nelle mani della Corte Suprema. Le conseguenze di una futura condanna per rivelazione di segreti sono molto gravi per qualsiasi membro della Procura e possono comportare la perdita dello status di pubblico ministero. Non è servito a nulla tiro alla fune organizzato qualche settimana fa con la Procura che si era opposta sostenendo la chiusura.

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Come se questa crisi non bastasse, quasi contemporaneamente, la Corte Suprema si è pronunciata su un’altra questione molto delicata in cui, inoltre, piove, diluvia. Per la seconda volta, ha annullato l’attribuzione dell’incarico al predecessore di García Ortiz, anche lui ex ministro della Giustizia Dolores Delgado. Lo ha fatto sottolineando che il procuratore generale – che lo ha proposto con la maggioranza del Consiglio fiscale sollevata contro – ha ignorato il dovere di ascoltare l’organo consultivo riguardo alla sua eventuale incompatibilità a dirigere la Procura della Memoria democratica, un’area di ​interesse per il suo partner. ex giudice Baltasar Garzón.

Mesi fa, la ST lo apprezzò la macchina era stata costretta a trovare una sistemazione per Delgado nella massima categoria della Procura con un’altra nomina, la prima che ne ha consacrato la promozione, nella Procura della Camera Militare. Ha poi detto che García Ortiz era incorso in una “deviazione di potere” per aprire la strada al suo ex capo, con il quale sostiene anche una stretta e riconosciuta amicizia.

Le dimissioni

Poche ore dopo la riunione delle due risoluzioni giudiziarie, il Senato metterà in scena il rifiuto della continuità di García Ortiz, promossa dal PP, che prevede di votare alla Camera alta su base proposta di chiederne il licenziamento. Che il PP gli chieda di andarsene non è una novità, succede quasi dall’inizio del suo mandato. È meno comune il disagio che è evidente, nel privato, nei settori della Procura, del Consiglio generale della magistratura e la carriera giudiziaria. C’è anche preoccupazione per il ruolo chiave che dovrà svolgere nell’applicazione della legge sull’amnistia, la cui entrata in vigore è più vicina.

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Coloro che si oppongono alla sua continuazione ricordano che egli fece una difesa “piuttosto moderata” contro il accuse legali che ha colpito anche i procuratori della processi e sottolineano che è stato lui a prendere le redini della posizione della Procura contro l’apertura di un procedimento contro Carles Puigdemont per terrorismo legato alla piattaforma Tsunami. Con questi obiettivi, credono più che probabile che cercherà di aprire la strada alla grazia senza ostacoli per i principali protagonisti del processo di indipendenza della Catalogna.

La seconda fase del procuratore generale è iniziata con il rifiuto. Un CGPJ diviso ha concluso, per la prima volta nella storia, che non era opportuno occupare la posizione. Da allora ad oggi, questi mesi Ricordano molto una stazione di penitenza. Martedì dei dolori. E Isabel.

 
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