L’arte dell’illustrazione si vive a Casa Tinta | Novità di oggi

L’arte dell’illustrazione si vive a Casa Tinta | Novità di oggi
L’arte dell’illustrazione si vive a Casa Tinta | Novità di oggi

Diana Arias è stata coordinatrice editoriale dei libri “From Inside Out” (2018), “The Strangest Alphabet” (2020), “Gravity and Other Substances” (2020), tra gli altri.

Foto: Lina Gonzalez

Cos’è Casa Tinta e cosa si può trovare lì?

José Rosero e io abbiamo aperto Casa Tinta nel 2012. Si tratta di uno spazio culturale che offre corsi di formazione di illustrazione, animazione, disegno e pittura, oltre a mostre annuali, club di disegno settimanali e conferenze. Il nostro obiettivo è creare uno spazio favorevole a coloro che sono interessati all’illustrazione. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto concerti illustrati e attività mensili legate alla musica.

Ad esempio, questo mese, a cosa ti rivolgi?

Questo mese c’è un evento che Casa Tinta ospita da due anni: La peña. È uno spazio per celebrare la musica latinoamericana, i suoni e il folklore andino, che vedrà la partecipazione del gruppo Las mijas come ospiti speciali. Ciò avverrà sabato prossimo, 11 maggio, presso la Sala Boro. Sarà una festa per toccare i piedi e imparare qualcosa in più su ciò che sta accadendo con i cantautori e le canzoni.

Raccontaci della mostra Isidro Ferrer.

Alla fine del mese scorso abbiamo inaugurato la mostra Grafico stupito, presentando il lavoro di Isidro Ferrer, noto designer e illustratore spagnolo. Ferrer è stato una figura centrale nel Festival Ilustropía, organizzato da Casa Tinta, che prevedeva la partecipazione di ospiti nazionali e internazionali. La mostra resterà aperta per un altro mese e presenterà i suoi manifesti più famosi, i suoi esperimenti, una sezione di maschere in legno da lui disegnate e parti dei suoi lavori Libro dell’Altro.

Raccontaci il percorso di Casa Tinta, le sfide che hai dovuto affrontare in questo settore…

A Casa Tinta abbiamo deciso di concentrarci sull’illustrazione qualche anno fa perché ritenevamo che fosse un settore in forte espansione e ben accolto, ma ci siamo anche resi conto che aveva bisogno di più spazi e reti di supporto. Durante i 12 anni di esistenza ci siamo dedicati alla gestione di progetti culturali. Recentemente un cantautore si è espresso durante un concerto: “Tutti noi che lavoriamo nella cultura abbiamo la responsabilità di prenderci cura di lei, lei, a sua volta, si prenderà cura di noi”. Questa premessa è stata il pilastro fondamentale del nostro lavoro. Dalla mia esperienza di manager culturale, so che questo percorso è pieno di sfide, poiché è un campo che spesso manca di professionalizzazione e riconoscimento nel nostro Paese. Ma ho sempre mantenuto la convinzione che, comprendendo e assumendo il lavoro di cura nell’esercizio culturale, possiamo mantenere vivo quello spazio comune.

Parliamo dei grandi momenti di Casa Tinta…

Ci sono stati diversi punti salienti per Casa Tinta. Il Congresso Internazionale di Illustrazione ci ha permesso di riunire più di 150 illustratori da tutto il mondo, segnando un capitolo lungo 10 anni in cui abbiamo visto il progetto crescere insieme a noi. Abbiamo iniziato il Congresso sull’Illustrazione quando avevamo 21 o 22 anni, quindi è stato come vivere gli anni ’20 con questo progetto, vedendo come le persone crescevano, pubblicavano e realizzavano i propri sogni. Un altro momento significativo è stato durante la pandemia, quando ci siamo reinventati e abbiamo lanciato i primi libri Casa Tinta Editorial. Infine, abbiamo realizzato dei concerti illustrati, che ci hanno permesso di connettere la musica con l’illustrazione.

Cosa ti ha portato a questo punto? Raccontaci un po’ del tuo percorso…

Ho studiato comunicazione sociale con enfasi editoriale alla Javeriana e mi sono sempre sentito attratto dalle arti; Era come una divoratrice compulsiva di esperienze. Ho trascorso molto tempo in biblioteca, non tanto per i libri, ma per l’atmosfera che offriva. Un giorno ho incontrato un insegnante di arti visive e mi ha mostrato due libri che avrebbero cambiato la mia prospettiva: testa nel sacco E Macchine. Questi lavori mi hanno aperto la mente al mondo dell’illustrazione e hanno scatenato in me l’ossessione per il libro-album. Con il tempo ho sentito il bisogno di creare un mio progetto. È stato un percorso ricco di fatica e sacrificio, ma anche di soddisfazioni.

Credi che l’illustrazione salvi?

La pandemia ci ha fatto capire che l’arte e la cultura sono rifugi per tutti. Per me l’illustrazione è stata un’ancora di salvezza costante, fonte di ispirazione e calma nella mia vita quotidiana. Fin da piccola mi sono immersa in questo mondo e la cultura, l’illustrazione, il teatro e la musica sono parte integrante della mia vita. Guardare i miei amici, mostrare il loro talento sul palco o scoprire nuovi artisti è un atto di generosità che arricchisce tutti noi. L’arte ci dà l’opportunità di condividere, di donarci l’uno all’altro in un gesto di solidarietà e di arricchimento reciproco.

Quali insegnamenti ti ha portato questa esperienza nella tua vita professionale?

Penso che stiamo ancora imparando l’importanza del lavoro collettivo nella cultura. Uno spettacolo teatrale o una coreografia non possono essere sostenuti senza uno sforzo congiunto. La cultura ci insegna che siamo più forti quando lavoriamo insieme, quando comprendiamo il valore di ogni persona nella rete creativa. Dietro ogni artista c’è una squadra, una rete di creatori che lo supportano. Amo guardare le foto del passato e vedere come continuiamo a coincidere, come la collaborazione e lo sforzo congiunto continuano ad essere il motore della nostra evoluzione.

Quali insegnamenti ti ha portato questa esperienza nella tua vita personale?

Nella mia vita personale, l’arte e la cultura sono il mio rifugio quotidiano. In un mondo pieno di notizie oscure e ostili, l’arte e la cultura mi danno speranza e mi permettono di respirare. Mi ispirano ad agire in modo amorevole, premuroso e generoso. Contemplare un’opera d’arte in silenzio o ascoltare le voci di scrittrici e giornaliste mi dà uno sguardo critico, qualcosa che considero essenziale per tutti noi. L’arte e la cultura sono le prime risorse a cui ci rivolgiamo per coltivare il nostro pensiero critico e costruire un mondo migliore.

 
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