Corretto ma senza stridore

Corretto ma senza stridore
Corretto ma senza stridore

Il panorama espositivo del capoluogo di provincia è, in questo momento, molto ben coperto, con tutti gli spazi non solo prestazionali che non possono mancare ma con campioni di un certo interesse artistico. Tuttavia, il patrimonio artistico esistente, la massima qualità degli artisti di Cadice, il dinamismo creativo e la realtà assoluta di un’arte in avanti come quella che esiste a Cadice e la sua zona di influenza, fanno sì che, probabilmente, la città dovrebbe dare molto di più e non restare, come è il caso, a vederli arrivare e adattarsi a una formula che, credo, è a metà gas quando tutto, ma proprio tutto , nel momento artistico esistente, dà molto di più. Ma è quello che è e noi ci atteniamo a quello. Analizziamo alcuni dei campioni attualmente esistenti negli spazi espositivi della capitale.

Galleria Benot: LA LUCE CHE VIBRA. L’eredità fedele che mette in risalto il reale

Il festival assoluto della pittura. L’esercizio totale della rappresentanza. Il colore esercita la sua massima funzione. Tutto è subordinato al magico gioco dell’espressione, allo sviluppo supremo del senso artistico. ‘La luce che vibra’, una mostra recentemente chiusa, ci porta in quella dimensione aperta della pittura. In esso tutto è possibile all’interno di una figurazione dove il reale illustra la sua posizione definitiva. La pittura fa vibrare la luce, dà ritmo agli oggetti, esalta il significato delle cose, magnifica i sentimenti e pizzica lo spirito. Il dipinto apre le prospettive dell’orizzonte che rappresenta; eterna la realtà; provoca lo sguardo di chi guarda.

‘La luce che vibra’ dà senso ai supremi postulati della pittura figurativa, agli schemi imperituri della realtà descritta nei suoi postulati più aperti. Gesti supremi che dimensionano ciò che l’occhio cattura; la lucida interpretazione della realtà; la descrizione esatta di un momento meravigliosamente composto. María Teresa Martín-Vivaldi genera l’assolutezza dell’espressione colorata. Pedro Escalona Ferma il momento più intimo. Javier Banegas profuma con la realtà la visione di ciò che ci circonda. Teresa Lapayese scolpisce il ritmo delle cose vicine. Carlo Monago Circonda la luce vibrante con un’atmosfera sottile.

Esposizione soggetta ai valori che Fali Benot piacciono e che sono rimaste intatte nel tempo in una gallery con le idee tremendamente chiare.

CASTELLO DI SANTA CATERINA. Il discorso instaurato nella pittura figurativa di FERNANDO DEVESA

Non è facile nel panorama pittorico della figurazione cadicese postulare sviluppi ed esiti in linea con il potente establishment artistico esistente. C’è molto e, forse, il migliore nel segmento. Fernando Devesa Lo fa con argomentazioni astute e credibili. L’esposizione nella sala principale del Castillo de Santa Catalina ci pone davanti a un pittore con le basi ben assimilate e i rigorosi postulati del realismo recitativo, permettendo che tutto sia perfettamente adeguato nella sostanza e nella forma. Ecco perché troviamo un dipinto con strutture figurative ampie, con modelli adeguati agli schemi di una rappresentazione ben coniugati. Paesaggi urbani vagamente definiti che sono sviluppi illustrativi di un’attraente mappa stradale cittadina, amplificando una figurazione attenta che cattura lo sguardo e convince senza un eccessivo posizionamento dialettico. Allo stesso modo, troviamo nature morte che sorreggono un’estetica statica ben composta con le inequivocabili testimonianze di una rappresentazione rigorosamente pianificata dalla convinzione di una pittura che si apre dalla solidità dei consueti postulati pittorici.

ECCO. Gli argomenti convincenti del potente disegno di PACO MÁRMOL

A questo punto, il lavoro di Paco Marmo Non offre il minimo dubbio a nessuno. È un disegnatore nato, di assoluta sobrietà e di squisito rigore, di coscienza artistica accettabile da tutte le posizioni, sapendo che la realtà si manifesta quando i suoi sviluppi formali sono supportati da parametri solidamente formulati come quelli proposti da un pittore convinto dall’inizio alla fine FINE. Inoltre, l’opera spettacolare di Paco Mármol contiene uno sfondo di denuncia sociale; È come un grido potente che grida contro le ingiustizie esistenziali, contro la natura, l’ambiente e la pressante disumanizzazione di una società in evidente processo di messa in discussione. I disegni di Paco Mármol non rimangono semplici sviluppi di un virtuosismo che apre le più grandi prospettive; Non è nemmeno una realtà vuota; Ha un concetto plastico ben argomentato, ben assunto e reso possibile con infinito senso artistico. Paco Mármol è un pittore necessario, che conosce i dettagli della professione e che, inoltre, lotta per essa e per i suoi protagonisti. È un artista che dipinge molto bene, che disegna con magnificenza e che, allo stesso modo, solleva i postulati necessari che devono confluire in un’arte che, purtroppo, non è sempre alla fine della strada. Pertanto, il suo lavoro è edificante e vale la pena tenere conto del suo zelo artistico.

Prima puntata di un programma espositivo che forse non è all’altezza delle potenzialità artistiche di una città che meriterebbe molto di più. Continueremo a farlo.

 
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