L’avvocato di Rosario Porto sostiene che “il vero assassino di Asunta è libero”

L’avvocato di Rosario Porto sostiene che “il vero assassino di Asunta è libero”
L’avvocato di Rosario Porto sostiene che “il vero assassino di Asunta è libero”

È trascorso più di un decennio da quando Alfredo Balsa e il suo amico ritrovarono il corpo senza vita della piccola Asunta, dando inizio, non cronologicamente ma mediaticamente, ad un episodio che sconvolse l’intero Paese e che finì con Rosario Porto e Alfonso Basterra incarcerati per l’omicidio della figlia. Le incognite di un caso in cui non mancavano prove per condannare i genitori, a partire dalle corde con cui il cadavere era stato legato al presenza di lorazepam nel corpo della bambina, facendo sì che la ferita col tempo si rimarginasse male. Cioè, sanguina ancora quando viene menzionato.

La serie Netflix che ricrea quello che è successo, con Candela Pena nei panni della madre e di Tristán Ulloa in quelli del padre, ha registrato numeri eccezionali, aumentando il riconoscimento delle produzioni criminali e, inoltre, risvegliando l’interesse di gran parte della società che si era lasciata alle spalle quanto accaduto. Questa ondata ha portato a José Luis Gutierrez Arangurenex avvocato di Rosario Porto, ad apparire nella diretta Vedremosu Telecinco, per spiegare i dettagli di quel caso, suscitando ancora più polemiche rendendo pubblica la sua convinzione sull’errore che, a suo dire, si è verificato: Sostiene che furono imprigionate persone innocenti.

MAGGIORI INFORMAZIONI SUL CASO ASUNTA

  • Il padre di Asunta, condannato a 18 anni per la morte della ragazza, ha scritto una lettera a Ramón Campos dopo la première di un documentario sul caso.

  • Oggi un altare di fiori e giocattoli adorna l’albero accanto al quale è stato ritrovato il corpo senza vita della bambina, il cui omicidio sconvolse un intero Paese.

“Condivido che il vero assassino di Asunta è ancora libero, non sarebbe la prima volta che due persone innocenti vengono condannate”, dice senza mezze misure, argomentando poi la sua posizione: “Io sostengo di non aver mai visto una persona che trascendesse l’opinione pubblica e non c’è una sola prova contro di lui, è vero che le prove iniziali sono sufficienti”. Quello che è successo, assicura, è che è stata manovrata abilmente. “Credo che ci sia stata una speculazione molto intelligente sul fatto se gli accordi fossero gli stessi oppure no, se lo sporco sulle piste fosse quello dei tappetini dell’auto di Rosario, ci sono molte speculazioni”esprime.

La tua opinione sulla serie

L’identità dei personaggi che nella serie vengono interpretati a partire da una fiction accuratamente realizzata sono individui reali, fatti di carne e ossa, ai quali non è sfuggita la novità del suddetto platform; Hanno la loro opinione, le loro conclusioni. “Ho visto la serie e dal punto di vista tecnico e del cast è una serie molto buona, non sono d’accordo su alcuni aspetti, alcuni addirittura mi hanno dato fastidio”confessa Aranguren.

La loro denuncia si riferisce a come viene mostrata nella serie la squadra legale degli allora accusati. “Si fa esplicito riferimento al fatto che si basa su un caso reale, nominando Rosario, Alfonso e Asunta, mentre noi siamo travestiti”, spiega, passando direttamente al suo caso specifico: “Mi fanno passare per uno che va con un’accusa di superiorità a vedere Belén Hospido e la convinco a dire… diventare famoso con questo processo.” Questo, riflette, lo è “una messa in scena macho” perché “lei era la prima a occuparsi del caso”.

A proposito di Rosario Porto

Proprio lì, nel processo legale, sta la chiave della tua testimonianza. “Io sostengo che, al di là della discussione giuridica, il processo è una messa in scena”precisa, chiarendo che, per quanto riguarda gli avvenimenti del 2013, “si trattava di una questione troppo tesa a causa del carico mediatico dalla stessa apparizione fino ad oggi” e sostenendo, dal suo punto di vista, “Che sia il giudice che l’avvocato in un’indagine cercano ciascuno qualcosa di diverso.”

La sua opinione su Rosario riguarda l’aspetto emotivo. “Mi ha chiesto di non dimenticare di lasciare i necrologi negli anniversari della morte.”ricorda, aggiungendo di aver incontrato «una persona isolata, tutte le persone separate da lui, famiglia compresa» e di aver visto se stesso “un po’ nel ruolo di confidente e amico, entro certi limiti”.

Venne alla luce l’incarico che lei gli aveva chiesto e che lui accettò. “Mi ha detto che voleva riposare con sua figlia, non so se fosse un presentimento di suicidio, ma le ceneri mi chiedevano di essere nello stesso posto”racconta, affermando poi con parole brevi e pesanti: “Mi sono limitato a realizzare il suo desiderio”.

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