‘Kick-Ass’, recensione. Mark Millar capovolge il genere dei supereroi

Fino alla comparsa in 1986 da “Watchmen” di Alan Moore La maggior parte dei supereroi, sia Marvel che DC, erano piuttosto piatti e avevano una moralità eccessivamente puritana. Lo sceneggiatore di Northamptom demolì le basi del genere presentando personaggi umanizzati, alcuni dei quali con un’anima oscura quanto quella dei cattivi che stavano inseguendo e con un grado di violenza superiore a quello a cui il lettore era abituato. Il successo e la qualità della serie furono tali da cambiare per sempre il paradigma dei supereroi.

Due decenni dopo, un altro sceneggiatore delle isole britanniche ripeté l’operazione con The Avengers; Con ‘Ultimates’, Millar ha costruito un nuovo universo Marvel in cui i suoi protagonisti non erano più il canone della perfezione: bevevano, erano violenti anche con i loro partner, erano al di sopra della società… Un approccio che aveva già tentato prima con ‘Authority’ anni fa in precedenza su Wildstorm, un marchio DC per adulti.

Ma tutti avevano un punto in comune: la presenza di esseri dotati di superpoteri, appunto, alcuni di livello sconosciuto fino a quel momento (Dr. Manhattan). COSÌ Millar dà una nuova svolta a questa decostruzione del genere dei supereroi mettendo al centro dello spettacolo un giovane adolescente che, influenzato dalla lettura dei fumetti e senza avere alcun tipo di potere o capacità personale, intraprende una crociata contro i criminali della sua città.

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Realistico e violento

Attraverso gli occhi di questo moderno Don Chisciotte passa in rassegna le motivazioni che spingono una persona a indossare una muta e a picchiare qualsiasi criminale che incrocia il tuo cammino. Ma a differenza dei grandi ideali dei personaggi DC o Marvel, qui la forza trainante è più banale: avventura e riconoscimento. E anche il risultato degli scontri: la prima missione si conclude con David accoltellato e picchiato in ospedale e una convalescenza di sei mesi.

Millar usa i cliché e introduce nella storia nuovi compagni per il supereroe, alcuni sono un disastro e altri sono macchine assassine, così a poco a poco la storia diventa più oscura e quella che sembrava una storia per bambini diventa una trama violenta in cui gangster e personaggi di alto livello gli assassini si intersecano. Le pagine sono costellate di cenni a collezioni famose e momenti della storia del fumetto. Esiste un secondo livello di lettura per gli amanti della nona arte.

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Un disegnatore di garanzia

Se Millar è uno dei cinque migliori sceneggiatori del genere degli ultimi 25 anni, Nella stessa categoria di superstar può essere classificato John Romita Jr., uno degli artisti di punta della Marvel. Quasi tutte le icone Marvel sono passate attraverso le sue matite: Spider-Man, Iron Man, X-Men, Daredevil, Thor, Punisher, Hulk, Avengers, Black Pnather, Vision, Wolverine… Tutto iniziò nella casa delle idee nel 1977. e da allora è in attività. Aveva già incontrato Millar in “Wolverine: Enemy of the State”.

Il suo stile di disegno si distingue per il suo dinamismo, rendendolo ideale per una storia come questa in cui i combattimenti corpo a corpo sono una costante. Utilizza strutture semplici, anche se tende a non ripeterle, e varia dimensioni e impaginazione a seconda della storia. Un’altra delle sue virtù è l’inquadratura aggressiva, anche se soffre nella ricostruzione dei volti.

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Conclusione

Kick-Ass è un grande fumetto che mette ancora una volta in discussione gli ingranaggi che muovono il genere dei supereroi. Finora avevamo visto personaggi irreali in mondi perfetti, vigilantes umanizzati in paesaggi inventati e supereroi in mondi reali. Ma Millar è il primo a mettere insieme persone e ambientazioni reali e il risultato è divertente, sorprendente e a tratti inquietante.

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File

  • Sceneggiatura: Marco Miller
  • Disegno: Giovanni Romita Jr.
  • Formato: Copertina rigida 18 x 27,5 cm.
  • Pagine: 224 colori
  • ISBN: 9788498851649
  • Editoriale: Panini Fumetti
  • Prezzo: €60
 
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