Anteprime: recensione di “Love Lies Bleeding”, di Rose Glass

Questo thriller romantico si concentra sulla relazione tra due donne che diventa violenta quando entrambe rimangono invischiate in una rete criminale. Con Kristen Stewart, Katy O’Brian, Ed Harris e Dave Franco. Anteprima: 2 maggio.

Un ufficiale di polizia romantico e ampolloso, in una tradizione che unisce film noir –nel modo in cui veniva utilizzato alla fine degli anni ’80 e parte degli anni ’90– con alcune risorse più tipiche del cinema europeo e persino storie dell’orrore, AMORE, MENZOGNE E SANGUE È una storia d’amore che trasforma la polizia sanguinosa e forse qualcosa di più. Un po THELMA E LOUISElo stesso ILLIMITATO (O LIMITEdel duo Wachowski) e con qualche contributo di VELLUTO BLU Out There, il film realizzato nei profondi Stati Uniti dal regista britannico di SANTA MAUD Ha indubbia potenza ed energia da distribuire, grazie anche a un cast intenso, molto impegnato a rendere credibili una serie di situazioni che rasentano quasi sempre l’assurdo.

Tutto inizia in luoghi prototipici del genere nella sua versione piccola città degli Stati Uniti: una palestra fatiscente e un poligono di tiro da qualche parte nel New Mexico. Nella prima incontriamo Lou (Kristen Stewart), la ragazza che gestisce il posto, che pulisce i bagni intasati e ha a che fare con i clienti abituali. Nella seconda incontriamo Jackie (Katy O’Brian), una ragazza arrivata da poco in città dall’Oklahoma che trova lavoro lì dopo aver dormito in macchina con un certo JJ (Dave Franco), che la consiglierà subito al suo capo, lo stravagante Lou Sr. (Ed Harris).

Dato che è una piccola città, vedrai subito che tutti si connettono tra loro. Lou Sr. calvo e con i capelli lunghi è, nel caso il nome non lo rivelasse, il padre di Lou, e JJ è suo cognato, sposato con Beth (Jena Malone), sua sorella. E Jackie, che è un bodybuilder e sogna di andare a Las Vegas per gareggiare lì, finisce presto per allenarsi in palestra. Lou, che è lesbica e ha una sorta di relazione con Daisy (Anna Baryshnikov), la guarda allenarsi ed è sbalordita. Jackie ha un look molto suggestivo, una versione esagerata dello stile “palestra” di quel decennio, come la protagonista di FLASH DANCE ma con bicipiti capaci di uccidere chiunque. E nessuno gli stacca gli occhi di dosso.

Dopo quel primo incontro, entrambi si collegano e, poco dopo, Jackie va a vivere con Lou. Nel bel mezzo della loro storia d’amore, Jackie inizia a consumare gli anabolizzanti che Lou vende ai clienti per “migliorare” il suo corpo prima di gareggiare, senza tener conto di come questo la influenzi psicologicamente. E quando un atto di violenza di genere avviene nel contesto familiare, Jackie risponderà in modo brutale, spostando la trama dal romantico al poliziesco. È ovvio fin dall’inizio, tuttavia, che la famiglia di Lou (che non è in rapporti con suo padre) è in affari. empio e, dopo il violento evento, entrambi i mondi si mescoleranno con risultati ancora più sanguinosi.

L’AMORE GIA SANGUINANTE risponde alla tradizione dei film romantico-violenti tipica della letteratura nera – o ai suoi derivati ​​cinematografici ASSASSINI PER NATURA– ma presenta anche alcune differenze. Non solo per aver reso centrale la storia d’amore tra donne, ma per aver messo la violenza di genere al centro dell’azione. Senza volerlo, Jackie finisce per diventare una sorta di vendicatrice di questo tipo di violenza e tutte le forze di quella città (il “patriarcato”, si potrebbe dire) escono alla sua ricerca. Ma è Lou, in pratica, a dover mettere la sua “spalla” e cercare di affrontare la situazione.

Glass chiarisce fin dall’inizio che, sebbene il film risponda in più di un modo ai canoni del poliziotto nero, ci sono due elementi che superano quella logica. Da un lato, è la celebrazione di una coppia di donne di potere capaci di difendersi e di entrare nel vivo del potere locale che non è solo violento nei confronti delle donne. E, d’altro canto, stilizzando e rarefando la sua messa in scena – nel modo in cui il corpo di Jackie si trasforma come quello di Hulk quando si fa l’iniezione, nel modo in cui sangue in cui vengono mostrati i volti picchiati, nella dimensione dei fori dei proiettili e in tutto ciò che riguarda Ed Harris – che aprirà il panorama fino a raggiungere il suo finale un po’ scandaloso.

Questi “eccessi” dello stile di Glass danno, allo stesso tempo, una caratteristica propria a un film che, come Jackie, diventa più folle e intenso – fino al ridicolo – con il passare dei minuti. Harris rende Lou Sr. un cattivo tanto esagerato quanto indimenticabile in un attimo Lynchiano mentre O’Brian è una rivelazione nei panni della sempre più frenetica Jackie. Ma è Stewart a dare alla storia il suo centro, la sua umanità. Lou è una dura e sembra molto sicura di sé ma allo stesso tempo è una ragazza sensibile e innamorata che è costretta ad avvicinarsi alla vita criminale della sua famiglia, vita che ha sempre voluto evitare. E quel ritorno è attraversato da una lunga “storia di violenza” che arriva da una vita. Lei e milioni di altre donne.


 
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