In Brasile spicca il campo indigeno per la terra e i diritti

In Brasile spicca il campo indigeno per la terra e i diritti
In Brasile spicca il campo indigeno per la terra e i diritti

L’ATL ha compiuto 20 anni e ha riunito a Brasilia, dal 22 al 26 aprile, i rappresentanti dei popoli indigeni di tutto il Paese.

La difesa del diritto alla terra, la richiesta di nuove circoscrizioni elettorali e la fine del cosiddetto quadro temporaneo hanno fatto parte delle principali discussioni.

Gli organizzatori del campo hanno incoraggiato i villaggi ad articolare la partecipazione all’evento nei loro territori, che quest’anno aveva come tema “La nostra struttura è ancestrale: siamo sempre stati qui”.

Sono soprattutto gli indigeni a protestare contro una legge che stabiliva il quadro temporale della giurisdizione sui loro domini.

Secondo la tesi, che il potente settore rurale è riuscito ad approvare al Congresso, gli indigeni hanno diritto al collegio elettorale solo sulle terre che erano in loro possesso il 5 ottobre 1988, data di promulgazione della Costituzione federale.

Tale legislazione è considerata un affronto al testo costituzionale e le comunità mettono in discussione la tesi presso la Corte Suprema Federale, che aveva già ribaltato tale interpretazione.

Chiedono che la legge venga dichiarata incostituzionale e sospesa fino al processo finale in tribunale.

Allo stesso modo, gli aborigeni chiedono la fine della violenza contro il loro patrimonio, nei casi di estrazione di risorse naturali come legname, estrazione mineraria, caccia e pesca illegali e invasioni di proprietà legate all’accaparramento di terre.

Come previsto, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha ricevuto una delegazione di 40 leader indigeni che hanno consegnato una lettera per rivendicare i diritti sulle loro terre patrimoniali colpite dalla controversa tesi transitoria.

Oltre al presidente, durante la settimana hanno ricevuto la lettera anche i leader del potere legislativo e giudiziario.

Tra i punti del documento, 19 sono diretti all’esecutivo e sottolineano i tempi.

Anche nelle integrazioni indirizzate al Potere Legislativo, gli indigeni chiedono il ritiro dell’elaborazione di proposte come quella che riguarda l’indennizzo per i proprietari con aree di terreno da delimitare come indigene.

Per quanto riguarda la Magistratura, il contenuto chiede, in particolare, la dichiarazione di incostituzionalità della norma che affronta la tesi temporale della giurisdizione dei beni originari.

“(Lula) siamo già al secondo anno di governo e le sue promesse sulle demarcazioni sono ancora in sospeso”, sottolinea la lettera.

mem/ocs

 
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