matematica elettorale, un mese prima delle elezioni presidenziali in Venezuela

Il logo del Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) nella sua sede a Caracas il 23 aprile 2024. (Foto di Gabriela Oraa/AFP)

A un mese dalle elezioni presidenziali in Venezuela, le macchine dei principali candidati – Nicolás Maduro e Edmundo González Urrutia – mostrano numeri secondo cui ciascuno è più vicino alla vittoria, sia per la dimensione delle sue organizzazioni che per il sostegno stimato.

A questi due contendenti se ne aggiungono altri otto che non hanno possibilità numerica, ma che hanno fatto rumore negli ultimi mesi e che -prevedibilmente- alzeranno ancora di più i toni a partire dal 4 luglio, quando inizierà il momento formale della campagna elettorale.

Di seguito le cifre che ruotano attorno ai voti:

1.- L’architettura elettorale

Sono 21.620.705 i venezuelani chiamati a votare il 28 luglio, quando il Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) attiverà quasi 15.800 centri in tutto il Paese, nel corso di una giornata che durerà 12 ore, con una possibilissima estensione dopo le 18:00 ora locale. (22:00 GMT) finché non ci saranno più elettori in fila.

Questo censimento è condizionato dall’immigrazione, poiché, secondo le agenzie delle Nazioni Unite, circa 7,7 milioni di venezuelani hanno lasciato il Paese nell’ultimo decennio e solo 69.211 elettori potranno votare all’estero. L’Esecutivo respinge le cifre dell’ONU e stima che solo due milioni di venezuelani abbiano lasciato il Paese, di cui la metà è già rientrata.

Diversi organismi internazionali invieranno missioni di supervisione, tra cui le Nazioni Unite (ONU), nonostante la revoca dell’invito all’Unione Europea (UE), osservazione concordata tra il chavismo e la Piattaforma Unitaria Democratica (PUD), il blocco che sostiene González Urrutia.

2.- L’artiglieria proselitista

Al di là degli eventi politici, il Chavismo e il PUD concentrano i loro sforzi sulla mobilitazione degli attivisti per il giorno delle elezioni, quando sperano che i loro promotori della campagna portino il maggior numero possibile di venezuelani alle urne e difendano i voti come testimoni delle elezioni all’interno dei centri.

La campagna di González Urrutia assicura che più di 50.000 squadre, composte ciascuna da un numero diverso di persone, sosterranno questa candidatura, che prevede di impiegare 600.000 persone per monitorare tutti gli aspetti del processo, soprattutto considerando che il CNE agisce a favore del chavismo.

Dalla parte del partito al potere, il Psuv ha attivato un’applicazione digitale e dispone di migliaia di moduli con i dati degli elettori per chiedere sostegno il 28 luglio. Per queste elezioni, il chavismo conta su un totale di 4,2 milioni di sostenitori.

3.- Il duo e il gallo

La candidatura di Maduro, ampiamente pubblicizzata dai media statali, e quella di González Urrutia, che accumula il maggior sostegno sui social network, hanno moltiplicato i loro eventi di massa nelle ultime due settimane e prevedono di espandere le loro attività durante i 21 giorni della campagna.

L’alfiere del PUD ha fatto coppia con la leader dell’opposizione María Corina Machado – impossibilitata a partecipare alle elezioni a causa di una sanzione amministrativa -, che appoggia le sue manifestazioni di massa in tutto il paese, mentre l’ex ambasciatore mantiene i suoi discorsi brevi e promette semplici, senza menzionare il rivale ufficiale.

Maduro, invece, appare ogni giorno sul canale statale VTV, che trasmette le sue manifestazioni per ore, durante le quali “promette di risolvere”, a volte nel giro di pochi giorni, i problemi che affliggono le comunità da anni. Inoltre, Nicolás, che si è autoproclamato il “bel gallo” della corsa, concentra il suo intervento sull’attacco al PUD.

4.- 13 anni contro 70 giorni

A tutto ciò si aggiunge un’apparente guerra elettorale, in cui le aziende che cercano di prevedere le possibilità di González Urrutia e Maduro, al potere dal 2013, si confrontano.

I sondaggisti più tradizionali attribuiscono un vantaggio che va dai 20 ai 40 punti all’ex ambasciatore su Maduro, mentre un gruppo di nuove società – alcune create quest’anno – continuano a collocare il rappresentante del chavismo come il candidato da battere. | Di Héctor Pereira /EFE

 
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